ACCATTONAGGIO
UNA
PROPOSTA DI LEGGE CONTRO L'INDUSTRIA DELLO SFRUTTAMENTO
MINORILE
Secondo dati del Ministero dell'Interno,
la Lombardia è la regione più a rischio per l'accattonaggio minorile
gestito da organizzazioni criminali
L'accattonaggio
- esordisce Silvia Ferretto, Presidente della Commissione Cultura - è
un reato terribile gestito spesso da organizzazioni criminali attraverso
il quale centinaia di migliaia di bambini (rom, albanesi, marocchini.)
vengono ridotti in uno stato di vera e propria dipendenza e sudditanza
oltre che fisica anche psicologica, perpetrata anche con gravi violenze,
minacce e maltrattamenti. Sono
migliaia i bambini e le bambine che crescono analfabeti, in condizioni
igieniche spaventose ed in un isolamento culturale insormontabile che
vengono ogni giorno obbligati a prostituirsi, forzati all'accattonaggio
o a lavorare in regimi para-schiavistici, utilizzati come corrieri del
traffico di droga o per il traffico di organi o sono vittime di reati di
pedofilia. E sono tanti,
troppi, quelli di loro che vivendo in queste condizioni disumane, non
arrivano neanche alla maggiore età e, quando vi arrivano, sono totalmente
distrutti sia fisicamente che psicologicamente.
Il
commercio umano di bambini nel mondo è stato stimato intorno ai due
milioni ogni anno (Terre des
Hommes) ed è tanto redditizio quanto crudele
e disumano. Si tratta di una forma di violenza pura assolutamente
inaccettabile, che per essere combattuta necessita di strumenti
legislativi più idonei. Per
questo - prosegue il consigliere regionale di A.N. - nel dicembre scorso
ho presentato due proposte di legge, la prima contro l'accattonaggio
minorile e la seconda per inserire nel nostro Codice Penale il reato di tortura
- così come già previsto in diversi altri stati europei.
L'accattonaggio e la tortura sono reati che si ritrovano spesso
associati, soprattutto quando vittime sono i minori e per questo le pene e
le sanzioni relative devono essere fortemente inasprite.
La difesa dei diritti dei minori sulla carta
(si pensi a tal proposito alla Dichiarazione internazionale per i diritti
dell'infanzia, alla giornata mondiale per i diritti dell'infanzia, etc)
è purtroppo direttamente proporzionale al totale disinteresse e
rassegnazione esistente nella pratica nel combattere questa terribile
piaga.
Per
contrastare efficacemente la criminalità che si arricchisce sulla pelle
dei minori - conclude Silvia Ferretto - è però indispensabile, data la
sua trasnazionalità, oltre all'omogeneizzazione della normativa
internazionale anche una collaborazione sia livello giudiziario che
investigativo, creando banche dati comuni (fondamentali quella del DNA e
quella dei minori stranieri) e politiche sociali e di intervento congiunte
che abbiano come obiettivo principale e primario la tutela e la protezione
dei minori stessi.
Si
potrebbe cominciare innanzi tutto dalle cose più "semplici",
intensificando i controlli sui campi nomadi delle nostre città affinché
sia rispettato l'obbligo di scolarizzazione dei minori pena la perdita
della patria potestà, di ogni contributo economico e del diritto di
risiedere in quelle aree.
Milano, 07 febbraio 2003