LIBRI DI TESTO: DIRITTO ALLA STORIA NON MANIPOLATA

I cittadini hanno il diritto di conoscere una storia non manipolata. Lo stato deve dunque assicurare questo diritto ed incoraggiare un approccio scientifico appropriato senza alcuna deformazione religiosa o politica di quello che viene insegnato.”
(Raccomandazione nr. 1283/96 del Consiglio d’Europa).

In Italia, purtroppo, questa raccomandazione non ha mai trovato applicazione e il risultato sono libri di testo  spesso colmi di castronerie di ogni tipo, dalla mistificazione vera e propria a interpretazioni di parte che sembrano scritte dall’ufficio stampa di rifondazione comunista. Il chiederne, anche da noi, il recepimento ha immediatamente scatenato, il tam tam della faziosità militante di sinistra, con il valido ed immancabile supporto di qualche ex democristiano, arrivando a parlare di “minculpop”, di violazione della Costituzione o addirittura di scelte oscurantiste.

Anche nel novembre 2000, quando ho presentato in Consiglio Regionale una mozione simile a quella approvata la scorsa settimana dalla Commissione Cultura della Camera, si scatenò il linciaggio.  La mia mozione chiedeva la costituzione di una commissione di uomini di cultura che svolgesse un’analisi attenta dei testi scolastici evidenziandone carenze e ricostruzioni arbitrarie, con un ruolo esclusivamente informativo e non censorio.

L’indottrinamento “sinistro” nella scuola esiste da tempo. La sinistra, alla ricerca del “consenso popolare perduto” si inventa escamotage di ogni tipo per limitare i danni e indottrinare i futuri elettori.   

Solo per citare alcuni esempi ricordo la “furba” e sottile operazione politico-commerciale, portata avanti con l’avallo dell’allora Direttore Scolastico Regionale De Sanctis, de “La Repubblica (un quotidiano con un’impostazione editoriale dichiaratamente di parte) che finì in omaggio sui banchi delle scuole medie milanesi. È ovvio che la lettura dei giornali in classe può essere un’ottima opportunità di apprendimento ma obbligare alla lettura di un solo quotidiano, per di più così inequivocabilmente schierato, è tentativo di indottrinamento puro.

Oppure quanto accaduto quest’anno a febbraio quando Agnoletto, invitato a salire in cattedra di fronte agli alunni di una scuola elementare nel lecchese, non ha risparmiato il comizio contro G8 e presidente del Consiglio nemmeno a dei bambini di 10 anni.

Oppure, ancora, l’iniziativa presa dal Consiglio d’Istituto di una scuola di Cologno Monzese il mese scorso, che ha pensato bene di utilizzare gli alunni inviando loro a casa moduli per raccogliere firme contro la riforma del Ministro Moratti.

Le libertà di stampa, di parola, di pensiero e di educazione sancite espressamente dalla nostra Costituzione non possono e non devono assolutamente trasformarsi in diritto alla libertà di indottrinamento o di manipolazione da parte di alcuno.  

Silvia Ferretto Clementi