INTERROGAZIONE URGENTE n. 1248La sottoscritta Consigliere Regionale PREMESSO CHE Il Consiglio Regionale ha approvato, nell’ottobre del 2002, la mozione urgente n. 128 con la quale si impegnava la Giunta Regionale a: - sostenere le iniziative di prevenzione del fenomeno delle mutilazioni sessuali e di assistenza alle donne, già positivamente avviate nella regione ed a promuovere azioni di prevenzione presso le ASL e le Aziende ospedaliere, affinchè le strutture sanitarie ambulatoriali ed in particolare i consultori pubblici e privati attivino iniziative di informazione e di ascolto per le donne straniere, potenziando la figura della mediatrice culturale e comunque professionalità preparate ad un approccio multiculturale e interdisciplinare - a promuovere azioni di raccordo con il mondo della scuola, affinchè la consapevolezza dei diritti dell'infanzia sia acquisita fin dal momento della formazione scolastica divenendo così patrimonio comune e condiviso nei bambini e nei giovani - a chiedere al Parlamento di assicurare la vigilanza sul fenomeno nel nostro Paese prevedendo anche un inasprimento della pena per queste pratiche che vanno a ledere l'integrità e la salute personale, e di dettare indirizzi per un'azione efficace da parte di tutti i soggetti interessati nei vari ambiti di intervento Il Consiglio della Regione Lombardia, nel dicembre 2003, ha approvato anche l’Ordine del giorno n. 901 con il quale si impegnava la Giunta ad attivare uno studio sulle problematiche delle bambine a rischio di mutilazione genitale femminile per provenienza geografica, realizzata in sinergia tra l’Osservatorio regionale sull’immigrazione e l’Osservatorio regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza; VISTO CHE l’ospedale fiorentino di Careggi ha richiesto ed ottenuto dal Comitato Etico Locale (CEL) l’autorizzazione a praticare alle donne immigrate una cosiddetta “infibulazione dolce” tale richiesta è stata sostenuta anche dal Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Antonio Pantani CONSIDERATO CHE qualsiasi tipo di manipolazione sui genitali femminili rappresenta un intollerabile atto di violenza praticato sulle donne ed una grave violazione dei diritti umani fondamentali in Italia sono oltre 40.000 le donne che hanno subito mutilazioni sessuali e ogni anno almeno 6.000 bambine di età compresa fra i 4 ed i 12 anni sono sottoposte a questa violenza; le mutilazioni dei genitali femminili provocano gravi ed irreversibili conseguenze sulla salute fisica e psichica e sulla sfera sessuale e riproduttiva; pur riconoscendo il diritto alla conservazione delle culture e delle tradizioni d'origine degli immigrati, bisogna con forza sottolineare che queste pratiche, oltre che comportare seri rischi per la salute, rappresentano una violazione non solo dei fondamentali diritti al rispetto della dignità, dell'integrità e della libertà personale, ma anche dei diritti dei bambini e della protezione dei minori, valori condivisi nelle moderne democrazie e RILEVATO CHE il problema delle mutilazioni sessuali femminili coinvolge aspetti non solo culturali e sociosanitari, ma che attengono alla sfera intimamente personale e perciò richiede un'attenzione specifica, nel contesto degli interventi per l'integrazione sociale degli immigrati, da parte di tutti i livelli istituzionali a vario titolo coinvolti INTERROGA LA GIUNTA PER SAPERE - quali iniziative abbia intrapreso per contrastare questa pratica incivile; - se non ritenga doveroso inviare una circolare a tutte le strutture ospedaliere ed agli operatori sociosanitari in cui venga ribadito l’assoluto divieto di effettuare qualsiasi tipo di infibulazione o eventuali riti alternativi sui genitali femminili; - se non ritenga opportuno svolgere un’indagine per conoscere la reale diffusione del fenomeno nella nostra regione; - quali azioni di raccordo con il mondo della scuola, abbiano promosso o intendano promuovere - così come richiesto nella mozione n. 128 citata in premessa - affinchè la consapevolezza dei diritti dell'infanzia possa essere acquisita fin dal momento della formazione scolastica divenendo così patrimonio comune e condiviso nei bambini e nei giovani; - se non ritenga opportuno avviare una campagna di informazione e formazione degli insegnanti e personale sociosanitario sulla reale criticità e pericolosità del fenomeno, così da evitare l’insorgere di iniziative analoghe a quelle paventate dall’ospedale fiorentino di Careggi, che, per quanto in buona fede, rischiano di stabilire dei pericolosi precedenti a favore di queste pratiche crudeli ed incivili. Milano, 30 gennaio 2004
|