CADUTI IN GUERRA
FINALMENTE A CASA SALMA VITTIMA LAGER NAZISTA
 

 

La salma del soldato Gino è stata deposta questa mattina presso il sacrario della Chiesa di Sant'Ambrogio, dopo una cerimonia svoltasi alla presenza di autorità civili e militari. 

Si conclude così la lunga serie di vicissitudini affrontate dalla signora Emma Rioli per poter "riavere" suo zio a casa.

Diversi mesi fa - spiega Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di AN - la signora mi ha contattato raccontandomi la sua storia e le difficoltà, anche economiche, che la separavano dall'avverarsi del suo sogno. 

La signora Emma, come aveva raccontato alla fine del mese di maggio in conferenza stampa, dopo anni di complesse ricerche per rintracciare i resti dello zio - militare italiano in Albania - aveva scoperto che egli, dopo essere stato arrestato dai nazisti ed essere deceduto nel lager di Mainz Kostheim, era stato sepolto nel cimitero di Francoforte.    

La signora - prosegue Silvia Ferretto - aveva fatto richiesta di restituzione della salma, ma si era dovuta scontrare con un problema economico.  Per legge infatti sono i familiari dei caduti in guerra che devono farsi carico di tutte le spese per il loro rientro.   Per questo, dopo aver presentato una Proposta di Legge al Parlamento per modificare una legge iniqua ed ingiusta, chiedendo che tutte le spese siano poste a carico dello Stato, ho deciso di sostenere personalmente le spese relative al rientro in Italia della salma dello zio della Sig.ra Emma.    Ci tengo a sottolineare che non si tratta assolutamente di un atto di beneficenza, anche perché le buone azioni non si pubblicizzano. Si tratta piuttosto di un atto di denuncia di una vergognosa ingiustizia. 

La difesa della Patria, - conclude Silvia Ferretto - così come previsto dall'articolo 52 della Costituzione Italiana, è un dovere del cittadino, ma è anche dovere dello Stato far sì che chi ha combattuto nel suo esercito non venga abbandonato, né da vivo né da morto, e che i suoi congiunti non siano obbligati, per poter pregare e deporre un fiore sulle loro tombe, a lunghe odissee per raggiungere i cimiteri di guerra dislocati all'estero.

 

Milano, 04 novembre 2005