LAVORO IN CARCERE
DAI DETENUTI SOSTEGNO ALLA
PROPOSTA
FERRETTO (AN)
Ho
ricevuto oggi - esordisce Silvia Ferretto Clementi, consigliere
regionale di Alleanza Nazionale - una
lettera dal
Carcere "Due Palazzi" di Padova, nella quale i detenuti,
attraverso un loro "portavoce" chiedendomi un'intervista per il
bimestrale da loro edito "Ristretti orizzonti" dichiarano il loro
pieno sostegno alla mia proposta di farli lavorare, impiegandoli in
lavori socialmente utili.
Ritengono si tratti di "un'iniziativa veramente importante e
finalizzata, per molti versi, al reinserimento delle persone
ristrette" e concordano sul fatto che il lavoro è importantissimo.
Fondamentale, sia durante la detenzione che una volta espiata la pena,
ai fini del reinserimento nella società ed è per questo che i detenuti
si dichiarano disponibili a mettersi all'opera ("lo farebbero
volentieri pur di non oziare tutta la giornata.").
La
mia proposta
- spiega il consigliere regionale di AN -
punta proprio a promuovere il reinserimento reale dei
detenuti nella società dando loro la possibilità di lavorare, ma anche
e soprattutto di rendersi utili, contribuendo tra l'altro anche al
proprio mantenimento e al finanziamento di un fondo a favore delle
vittime della criminalità.
Come
recita la Costituzione l'Italia - continua Silvia Ferretto - è "una
Repubblica democratica, fondata sul lavoro", "Ogni cittadino ha il
dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria
scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale
o spirituale della società".
La
nostra, evidentemente e fortunatamente, è una Nazione democratica e
nessun uomo può essere obbligato a lavorare forzatamente. Il lavoro
dunque, per i detenuti, come riportato nella mia proposta, non ha
carattere di obbligatorietà ma è determinante per ottenere benefici di
legge. Ogni detenuto - conclude l'esponente regionale di AN - sarà
libero di partecipare o meno al lavoro, ma è evidente che lo Stato ha
il dovere di premiare solo coloro che dimostrano buona volontà ed un
reale interesse a reinserirsi nella vita sociale.
Milano,
08 gennaio 2004
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