CONTRIBUTI A TV E RADIO CHE REALIZZANO PROGRAMMI CULTURALI

Un progetto di legge in Regione per far si che l'in-audito
possa essere finalmente da tutti udito

La televisione e la radio sono strumenti di formazione di eccezionale potenza che possono rivelarsi strategici ai fini della diffusione capillare della cultura. Di qui l'obiettivo del mio progetto di legge: promuovere, attraverso l'erogazione di contributi a radio e televisioni locali, la produzione e la trasmissione di programmi divulgativi culturali e scientifici, con la preziosa collaborazione degli atenei  - un connubio che andrebbe a totale vantaggio dei cittadini lombardi.

La televisione deve approfondire il proprio rapporto con il pubblico, fornendogli oltre ad informazioni anche spiegazioni, approfondimenti e stimoli alla riflessione. Perché la televisione non può ridursi ad essere solo quella del buco della serratura del Grande Fratello.

Sposare audience e qualità non è un'utopia ma una sfida che abbiamo il dovere di portare avanti e credo che portare telecamere e microfoni nei musei e nelle università possa contribuire a rendere la cultura più accessibile a tutti.  

Il successo che ha avuto Benigni con la lettura della Divina Commedia, ci ha dimostrato palesemente che audience e qualità possono "convivere". Certo non si può pensare di avere sempre a disposizione  geni trascinatori del calibro di Benigni ma quanti professori, attori o uomini di cultura sarebbero lieti di prendere parte a questa grande sfida culturale?

In questo scenario il ruolo delle istituzioni è determinante. Esse hanno il dovere di stimolare, incuriosire ma soprattutto dare l'opportunità a coloro che non l'hanno mai avuta di conoscere quali meraviglie abbia prodotto la mente umana e di apprendere che drammi e difficoltà che a volte si crede di essere gli unici a vivere sono invece parte dell'uomo e della sua natura.

Con questo progetto di legge, la regione Lombardia, prima regione in Italia, ha la possibilità di intervenire concretamente, stimolando gli intelletti troppo spesso lasciati in letargo, perché la cultura è una risorsa fondamentale ai fini dello sviluppo della persona ed investire in essa significa investire nel futuro dei cittadini.

Ci tengo a sottolineare - conclude Silvia Ferretto - che questa iniziativa non mira assolutamente a sostituire i canali tradizionali di divulgazione del sapere. Rappresenta al contrario uno strumento di supporto strategico, perché la televisione non è cattiva o maledetta come scriveva Karl Popper ma uno strumento che può essere dannoso o utile a secondo dell'uso che se ne fa.    

Milano, 19 maggio 2003