PARIGI - "Sotto l'islam né
la democrazia né i diritti dell'uomo, né quelli della donna,
né la libertà d'espressione possono sopravvivere".
Parola di Taslima Nasreen, scrittrice del Bangladesh, di
religione islamica, ma costretta all'esilio dal suo paese
proprio per aver attaccato, col suo primo libro, Lajja,
(La Vergogna), la mancanza di libertà del mondo islamico,
soprattutto per le donne.
Mentre il mondo intero si interroga sulla necessità di
applicare alle culture di fede islamica i principi di
tolleranza e democrazia della tradizione occidentale, insomma,
la critica, fortissima, al mondo mussulmano, arriva proprio
dall'interno. "Ciò di cui i paesi islamici hanno più
bisogno - spiega infatti la Nasreen - è l'introduzione della
laicità, l'abolizione urgente delle leggi islamiche".
Il suo, insomma, che decide di affidare alle pagine del Nouvel
Observateur, prestigioso settimanale d'Oltralpe, è
un attacco durissimo, che non risparmia nemmeno i tentativi
occidentali di comprendere e aiutare in modo
"morbido" la cultura islamica: "Certi
occidentali - scrive infatti la Nasreen - fanno l'apologia
dell'Islam, gli esprimono la loro simpatia e sostengono
i fondamentalisti islamici in nome del liberalismo. Sono loro
i veri nemici dei paesi islamici. Perché non c'è differenza
tra islam e fondamentalismo islamico. I fondamentalisti non
fanno altro che applicare l'Islam".
Una schiaffo, insomma, alla sensibilità occidentale. Soprattutto
ora, alla vigilia di un attacco, quello all'Iraq, che molti
rischiano di vivere come una vera e propria guerra di
religione. Dall'alto dell'ostracismo, che l'ha costretta
ad abbandonare il proprio paese, Taslima Nasreen taglia corto:
"Criticare l'Islam fa bene agli islamici - dice - bisogna
farlo". E il messaggio rivolto all'Occidente è drastico
e drammatico insieme: "Se volete davvero bene all'Islam,
dovete combatterlo".
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