PROGETTO
DI LEGGE AL PARLAMENTO
n. 011 - 04/05/2005 (ex n. 27 del 30/10/2002) Silvia
Ferretto Clementi ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ La mutilazione sessuale è una
pratica crudele totalmente estranea alla cultura occidentale che consiste in
mutilazioni cruente, come la clitoridectomia, l'escissione e l'infibulazione
e viene effettuata alle bambine solitamente in età precoce, intorno ai 3
anni. La mutilazione dei genitali,
effettuata solitamente in condizioni non igieniche e con strumenti affilati
di uso comune (lamette da barba, forbici, coltelli da cucina), senza
l'adozione di tecniche antisettiche né di anestesia, è causa di
sofferenze atroci ma soprattutto di emorragie e setticemie che in molti casi
mettono a rischio anche la vita
della bambina stessa. Le donne mutilate risentono delle
conseguenze fisiche e psicologiche di questa violenza per tutta la vita e
riscontrano spesso difficoltà ad avere una normale vita sessuale oltre che
l'impossibilità spesso ad avere figli. Questo
tipo di pratiche, purtroppo profondamente radicate negli usi e nei costumi
di alcuni paesi, vengono a tuttoggi purtroppo tramandate anche al di fuori
dal loro paese di origine. Sulla
base dei dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero
150 milioni nel mondo le donne mutilate sessualmente - in alcune nazioni del
terzo mondo, tra le quali il Gibuti, la Somalia, il Sudan e l'Egitto,
queste operazioni disumane vengono praticate addirittura a più
dell'80% delle donne. Con
l'intensificarsi del fenomeno dell'immigrazione il problema delle
mutilazioni sessuali sta assumendo anche in Italia dimensioni sempre più
drammatiche. A questo proposito basti pensare che da alcune ricerche è
emerso che più di 10.000 bambine sarebbero state infibulate nella nostra
Nazione. Il
diritto alla conservazione delle proprie tradizioni è sacrosanto, ma questo
tipo di crudeltà nei confronti delle donne è assolutamente inaccettabile.
Oltre a comportare seri rischi per la salute della donna, è infatti
profondamente lesivo dei diritti
fondamentali della dignità e
della libertà della persona, oltre a violare i diritti dei minori.
Dato
che non esiste, nella nostra legislazione, una norma specifica contro le
mutilazioni sessuali, si ritiene necessario un intervento mirato non solo ad
una campagna di informazione e di sensibilizzazione, ma anche
all'istituzione di pene severe contro questi reati. Questo
provvedimento prevede la promozione di una campagna di informazione e di
sensibilizzazione, presso ASL, strutture ospedaliere, consultori e scuole,
mirata soprattutto ai cittadini extracomunitari presenti nel nostro Paese,
per fare comprendere l'atrocità di tale intervento e, soprattutto, le sue
devastanti conseguenze e per fare in modo che la consapevolezza dei diritti
umani possa essere acquisita fin dalla giovane età e possa divenire
patrimonio comune e condiviso. Il
provvedimento prevede, altresì, pene severe per i medici, le strutture
sanitarie pubbliche e private e i genitori della vittima che eseguano o
facciano eseguire qualsiasi tipo di mutilazione sessuale che non sia
giustificata da motivi patologici. Nel
caso di genitori extracomunitari è prevista l'espulsione immediata. PROPOSTA
DI LEGGE AL PARLAMENTO Art.
1. Art.
2. 1.
Il medico riconosciuto colpevole del reato di cui all'articolo 1, è punito
con l'interdizione dall'esercizio della professione.
2.
Chiunque cagioni mutilazioni genitali, di cui all'articolo 1, è
punito con la reclusione da sette a dodici anni. 3.
Chi è riconosciuto colpevole di aver favorito l'esecuzione delle
mutilazioni genitali è punito con la reclusione da sei a dieci anni. Art.
3. 1. La struttura, sia essa
sanitaria o non sanitaria, pubblica o privata, nella quale viene commesso il
reato di cui all'articolo 1, viene chiusa. Articolo
4 1. . Il Ministero della Sanità e il Ministero del Welfare e della Previdenza sociale, d'intesa con le regioni, predispongono una campagna di informazione e di sensibilizzazione, mirata soprattutto ai cittadini extracomunitari, per fare comprendere l'atrocità di tale intervento e le devastanti conseguenze che arreca e per rendere consapevoli dei diritti umani. |