PROGETTO
DI LEGGE PREVENZIONE,
DIAGNOSI E CURA DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Ogni malattia costituisce un problema per l'equilibrio della
persona, per l'assetto familiare, per l'ambiente lavorativo e per i
problemi economici che derivano al paziente e alla società. Le patologie ad alto impatto sociale, di cui soffre
la nostra civiltà, si riferiscono anche e in buona parte a Disturbi del
Comportamento Alimentare e si collegano, in larga misura, al miglioramento
complessivo delle condizioni di vita della popolazione a livello economico
e sociale. I disturbi del
Comportamento Alimentare costituiscono un insieme di patologie che usano
il corpo ed il cibo per significare un disagio della mente. Tali
patologie, che costituivano una rarità fino a circa 10-15 anni or sono,
sono attualmente divenuta una realtà diffusa e preoccupante al punto di
poter essere considerate una epidemia sociale con pesanti risvolti in
ambito sociale e sanitario. Si tratta di
un fenomeno presente prevalentemente nel mondo occidentale
industrializzato. Nel caso specifico delle malattie legate a Disturbi
del Comportamento Alimentare, come l'anoressia e la bulimia, nonché
l'obesità, ci troviamo di fronte ad un processo morboso del tutto
particolare perché interviene nell'età giovanile ed adulta, e coincide
con le fasi più delicate dell'esistenza, interessando prevalentemente
maggiormente le fasce giovanili dai 12 ai 25 anni e le donne trai 40 e i
50 anni, come fenomeno di insorgenza tardiva. I Disturbi del
Comportamento Alimentare sono determinati da un insieme di fattori
predisponenti ed elementi scatenanti di difficile identificazione che
possono presentarsi come un insieme di variegate combinazioni ed ha una
patogenesi multipla. È
caratterizzata da un complesso legame tra atteggiamenti e comportamenti
psicologici, rappresentati solitamente dall'immagine conflittuale tra il
corpo e la propria identità. Il mito della
magrezza e l'obesità vissuta come colpa e fattore di emarginazione
sociale sono due aspetti che giocano un ruolo particolarmente pesante in
un'epoca in cui il concetto di bellezza si confonde con quello di
malattia, come accade troppo spesso nel modello estetico attualmente
proposta dai mass media. Si tratta, di
norma, di una patologia che ha un lungo ed altalenante decorso, che
determina spesso devastanti ripercussioni non solo nel paziente ma
nell'intero ambito familiare. I motivi per
cui le richieste di trattamento, che si accompagnano altresì ad un
ritardo nella diagnosi e nell'inizio della terapia, sono scarse vanno
ricercate in diversi fattori, quali: -
negazione
del sintomo e delle sue conseguenze sullo stato di salute da parte delle
persone che ne sono affette; -
criteri
diagnostici complessi richiedenti competenze pluridisciplinari; -
la
"forte caratterizzazione psichiatrica" che innesca meccanismi di
rimozione-negazione; -
la
scarsa o nulla consapevolezza che tali patologie possono essere curate e
che può essere possibile una guarigione completa. Questa emergenza sociale e
sanitaria non è stata ancora adeguatamente affrontata in Regione
Lombardia, tanto che non esiste una stima precisa di questo tipo di
patologia. I dati del Ministero della Sanità, basati sulle statistiche
SDO, risalgono al 1999 ed indicano per, la Regione Lombardia,
sommariamente una percentuale del 7,74% di casi registrati. Tenuto conto
della Legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, articolo 1.
comma 1., che stabilisce in materia di tutela alla salute la legislazione
concorrente e considerato, che la Regione promuove
campagne di educazione sanitaria incentrate sulle problematiche relative
all'aumento della consapevolezza dei danni procurati anche da una non
corretta alimentazione; per questo motivo si
ritiene necessario realizzare una campagna di comunicazione mirata
ad iniziative di
diffusione con messaggi pubblicitari e notiziari periodici rivolti ai
giovani e alle famiglie al fine di sensibilizzare la pubblica
opinione sul problema. Questa campagna di
sensibilizzazione deve coinvolgere
anche la Direzione scolastica regionale, le ASL, i medici di base, le
strutture ospedaliere e le associazioni di volontariato. Una precoce
individuazione di queste tipologie di Disturbi del Comportamento
Alimentare permette, di norma, anche un adeguato trattamento all'esordio;
l'intervento più efficace verso queste patologie si attua, infatti,
come medicina di prevenzione, grazie ad una campagna di
informazione mirata soprattutto ai giovani e alle donne. L'intervento clinico deve essere affiancato da una seria
programmazione di indagini epidemiologiche sul territorio; di qui la
proposta di istituire un Osservatorio epidemiologico regionale. L' Osservatorio epidemiologico regionale per i Disturbi del
Comportamento Alimentare è finalizzato a: -
"monitoraggio" della malattia
mediante indagini strumentali idonee; -
raccolta e informatizzazione dei dati; -
prevenzione, quale momento essenziale e qualificante dell'intervento medico, con
controlli periodici e programmati sui pazienti; -
iniziative di ricerca e di indagine; -
diagnosi e cura; -
attività di raccordo per e sul territorio lombardo; -
orientamento, consulenza e informazione. L'Osservatorio epidemiologico regionale per le patologie dovute ai
Disturbi deL Comportamento Alimentare coordina, con protocolli sanitari e
riabilitativi e con piani di assistenza sul territorio, il trattamento dei
pazienti in collaborazione con
i presidi sanitari della regione. PROGETTO DI LEGGEPREVENZIONE,
DIAGNOSI E CURA DEI DISTURBI Art. 1.
2. La Regione
Lombardia predispone la costituzione di un Osservatorio epidemiologico
regionale specializzato per i malati da Disturbi del Comportamento
Alimentare, con funzioni di orientamento e di coordinamento delle attività
di diagnosi, di cura e di riabilitazione, nonché di raccolta dati e di
monitoraggio.
Art. 2. 2. Gli interventi
regionali di cui all'articolo 1. comma 1 sono rivolti: a)
alla rilevazione epidemiologica dell'incidenza
e della prevalenza delle malattie dovute a Disturbi del Comportamento
Alimentare; b)
all'attivazione di programmi e campagne
educazionali atte a creare la cultura necessaria per contrastare i
principali determinanti socioculturali e psicologici alla base di tali
malattie; c)
Creazione di una rete di servizi sociosanitari
in grado di identificare precocemente le varie forme di Disturbo del
Comportamento Alimentare al fine di attivare percorsi di prevenzione e
cura; d)
Creazione di una rete di assistenza sanitaria
in ambito regionale in grado di provvedere mediante l'attivazione di
trattamenti multidisciplinari alla diagnosi, cura e riabilitazione dei
soggetti affetti dalle varie forme di Disturbo del Comportamento
Alimentare; e)
a promuovere l'educazione e l'informazione
sanitaria del cittadino malato, dei suoi familiari e della popolazione
tutta e con riferimento alla diagnosi ed alla cura della patologia; f)
ad agevolare il reinserimento sociale dei
malati di anoressia e di bulimia, intervenendo con appositi ausili e
sostegni, in famiglia, a scuola o sul posto di lavoro, e programmando
l'attività con gli organi competenti; g)
a provvedere alla preparazione ed
all'aggiornamento professionale del personale socio-sanitario addetto; h)
a promuovere programmi di ricerca finalizzati a
migliorare le conoscenze cliniche e di base della malattia per accrescere
le possibilità di diagnosi precoce e per aggiornare cure e attività
riabilitative; i)
a fornire ai cittadini il materiale informativo
per la prevenzione e la cura della malattia e l'attività riabilitativa Art. 3. Art. 4. Art.5. |