Milano, 1 ottobre 1997

Al Signor Ministro
della Sanità

Al signor Ministro
dell'Ambiente

Al Signor Presidente
della Giunta regionale
della Lombardia

LORO SEDI

Oggetto: Alimenti geneticamente manipolati - Soia Roundup
   Ready

   Con la presente si intende richiamare l'attenzione dei soggetti istituzionali in indirizzo sul delicato tema degli alimenti geneticamente manipolati.  

   Ci si intende riferire, in particolare, al caso della soia venduta sotto il nome commerciale di Soia Roudup Ready (SRR) dalla società multinazionale Monsanto e la cui particolarità è quella di essere resistente all'erbicida Roundup (prodotto dalla stessa Monsanto) usato in agricoltura per eliminare le piante infestanti.  

   L'allarme causato nell'opinione pubblica dagli orientamenti così assunti dall'industria chimica e dall'agricoltura induce a prendere nella dovuta considerazione il tema della tutela della salute dei cittadini e della salvaguardia dell'ambiente naturale di fronte agli esperimenti di ingegneria genetica.  

   In particolare, per quanto riguarda i rischi alla salute le valutazioni effettuate dalle società produttrici di tali prodotti risultano inadeguate e carenti. Nello specifico i dati diffusi dalla Monsanto, basati su test condotti per poche settimane su alcune specie animali, non sono in grado di prevedere gli effetti a lungo termine della SRR sotto il profilo ad esempio dell'aumento del rischio di allergie.

Sintomatico, con riguardo ai danni alla salute prodotti da alimenti transgenici, è stato il caso del mais geneticamente manipolato dalla Ciba Geigy, in grado di determinare la resistenza ad alcuni antibiotici e la cui coltivazione in Italia è stata pertanto vietata dal Ministro della Sanità.  

   Quanto agli effetti sull'ambiente dell'uso su larga scala del principio attivo dell'erbicida Roundup (glifosato) essi sono ugualmente rilevanti.

Recenti ricerche hanno infatti accertato che, a seconda del tipo di suolo, il glifosato può rimanere attivo ed essere trasferito alle piante anche molto tempo dopo la sua applicazione.

Non si può inoltre escludere che, venendo impiegato contro le piante infestanti acquatiche, esso possa raggiungere corsi d'acqua superficiali, rappresentando così un pericolo per le falde acquifere.

L'elevata tossicità del glifosato ha già determinato la distruzione di habitat naturali venendo così ad interferire sulla catena alimentare di numerose specie animali a causa dell'estensione degli interventi, non facilmente circoscrivibili in caso di irrorazione aerea.  

   Ciò premesso, ed in  considerazione delle crescenti preoccupazioni espresse dall'opinione pubblica e dai consumatori, si invitano i soggetti in indirizzo, per quanto di rispettiva competenza, a tenere nella dovuta considerazione il continuo emergere di evidenze scientifiche che sollevano dubbi sulle conseguenze che gli alimenti manipolati possono avere sulla salute umana e sull'ambiente ed in particolare ad impegnarsi a:  

1)  bloccare le domande di iscrizione al catalogo nazionale delle varietà da coltivare di tutte le piante geneticamente modificate;  

2)  bloccare l'ingresso in Italia degli alimenti geneticamente manipolati o, comunque, rendere più trasparenti le relative procedure d'ingresso;  

3)  rendere obbligatoria la diffusione di tutti i dati forniti dalle case produttrici in merito al contenuto del prodotto, alla sperimentazione delle colture, all'impatto e quindi ai rischi ambientali e sanitari degli organismi transgenici;  

4)  obbligare tutte le ditte produttrici a segnalare chiaramente sulle etichette apposte sulle confezioni che si tratta di prodotti geneticamente manipolati, così che i consumatori abbiano conoscenza di ciò che acquistano e non siano viceversa ridotti ad inconsapevoli cavie da laboratorio.  

Distinti saluti  Silvia Ferretto Clementi