Mozioni concernenti la guerra in Iraq FERRETTO CLEMENTI Silvia Grazie Presidente, parlerò in merito alle due mozioni. E’ evidente che l’azione intrapresa dagli Stati Uniti è in violazione con quello che è scritto e stabilito nella Carta delle Nazioni Unite. Ciò è molto chiaro perché nella Carta delle Nazioni Unite si stabilisce che le azioni di Polizia internazionali non possono essere intraprese assolutamente da un solo Stato membro. Deve essere il Consiglio di Sicurezza al contrario a stabilire - ma questo ormai è noto e tutti sanno benissimo come funziona questa procedura – l’intervento armato o, meglio, l’uso della forza. E questo non è avvenuto. È altrettanto evidente però che nella storia delle Nazioni Unite l’uso della forza per azioni di Polizia internazionali sotto l’egida dell’ONU e, quindi, del Consiglio di Sicurezza sia praticamente quasi sempre fallito. Non esiste un contingente multinazionale organizzato anticipatamente sotto il controllo dello stesso Consiglio di Sicurezza. Attualmente in caso di necessità, l’unico Stato in grado di intervenire sono gli Stati Uniti. Mi chiedo: dov’è la forza dell’Europa? dov’è l’esercito europeo? dov’è il contingente multinazionale delle Nazioni Unite? D’altronde, la storia delle Nazioni Unite è piena di fallimenti, fallimenti che come ricordavo la scorsa volta sono insiti e scritti all’interno della stessa Carta, perché nella prima parte stabilisce che tutti gli Stati sono uguali, successivamente stabilisce invece che esistono degli Stati che sono più uguali di altri, che hanno il diritto di veto e contro i quali le Nazioni Unite non possono prendere alcun tipo di provvedimento - grazie alla questione del veto. E contro questi cinque Stati, che nel corso della storia delle Nazioni Unite hanno ripetutamente violato il diritto internazionale, non sono mai stati presi provvedimenti. Ricordo l’esempio della Russia nel ’56 a Budapest, nel ’68 a Praga, in Afghanistan, in Polonia, ma anche della stessa Francia che ha violato ripetutamente il diritto internazionale facendo la famosa guerra d’Algeria e possedendo ancora le colonie d’oltremare, quando il Consiglio di Sicurezza e l’Assemblea generale dell’ONU hanno stabilito chiaramente fra i punti principali, l’obbligo della decolonizzazione. Nessuno Stato nel 2003 dovrebbe possedere colonie. La Francia invece ne ha ancora e l’Inghilterra anche. Pensiamo alle Malvine argentine dove l’Inghilterra è intervenuta rivendicando autorità e soprattutto supremazia e sovranità in quelle isole. La stessa cosa vale per la Cina, per gli orrendi crimini perpetrati ai danni del popolo cinese, dei tibetani, delle minoranze etniche e delle minoranze religiose o per i danni arrecati all’ambiente - che rientrano tra l’altro nella fattispecie dei crimini internazionali contro l’umanità. Contro queste potenze non è mai stato fatto niente, non è mai stato fatto niente neanche quando gli stessi Stati Uniti d’America hanno sostenuto, come ricordavo in precedenza, le dittature nella maggior parte degli Stati sudamericani, dal Cile all’Argentina, all’Uruguay, al Paraguay. La storia del Sud America è piena di questi casi, eppure l’ONU non ha mai potuto intervenire, né tantomeno espellere, sempre a norma del suo Statuto, quegli Stati che hanno violato i principi del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Tra i principi della Carta delle Nazioni Unite ovviamente c’è il mantenimento della pace, c’è la garanzia della tutela delle minoranze religiose, c’è il divieto assoluto delle discriminazioni razziali, delle discriminazioni religiose. Grazie all'incoerenza della stessa Carta delle Nazioni Unite molti Stati membri, non solo coloro che possiedono il diritto di veto ma molti altri, hanno potuto impunemente violarne i principi, senza che mai il Consiglio di Sicurezza abbia mai adottato misure contro queste orrende violazioni dei diritti umani. E perché non parlare poi degli interventi, invece, decisi dal Consiglio di Sicurezza dimostratisi fallimentari. Il totale fallimento dell’ONU in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Ruanda, in Angola, eccetera eccetera eccetera. Quindi non venite adesso nel 2003 a ricordare e a piangere per il fatto che le Nazioni Unite e l’ONU sono totalmente disarmate di fronte ai crimini internazionali. Pensate che nella Carta delle Nazioni Unite ci sono ancora Stati, come la Germania e il Giappone, considerati Stati nemici, contro i quali è possibile intervenire addirittura senza l’avallo del Consiglio di Sicurezza – così è scritto nella Carta. Questo sempre alla faccia della parità e dell’uguaglianza degli Stati membri. La difesa, la difesa di uno Stato…vorrei leggervi una breve citazione, a mio avviso estremamente interessante: “Muover guerra per la propria conservazione corrisponde nella vita degli Stati a quello che è per gli individui il diritto di uccidere per legittima difesa”. Osserva: “Tra le società il diritto di legittima difesa implica a volte la necessità di attaccare quando un popolo si rende conto che una pace più lunga darebbe a un altro Stato la possibilità di distruggerlo e che l’attacco in quel determinato momento è l’unico mezzo per impedire siffatta situazione”. Gli Stati Uniti sono stati attaccati l’11 settembre, questo è avvenuto sotto gli occhi dell’intera comunità internazionale e queste sono frasi scritte a chiare lettere da Montesquieu non dal Generale prussiano Von Clasewitz, che molto ha scritto sulla guerra e che definiva la guerra semplicemente come la continuazione della politica con altri mezzi e neanche di qualche militarista convinto né da quelli che sono i padri storici, culturali, filosofici e sociologici della Sinistra di oggi, né da coloro che nulla hanno a che fare con la pace, come Marx ed Engels, o da Cacciari. Fare finta di non vedere significa chiudere gli occhi il più a lungo possibile per non vedere gli assassini...ma quante volte abbiamo già chiuso gli occhi? Quante volte la comunità internazionale, l’ONU, ha chiuso gli occhi per non vedere gli assassini? Io non capisco come si possa da un lato sostenere di essere a fianco delle Nazioni Unite come unico organismo internazionale legittimato ad intervenire nelle controversie internazionali e, allo stesso tempo dall’altro contrastare duramente e in alcuni casi anche violentemente le stesse organizzazioni internazionali economiche come l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Fondo Monetario Internazionale, la FAO… organismi più volte contestati, anche violentemente, dalla Sinistra italiana e non solo. Non capisco come ci si possa rifare al diritto internazionale e allo stesso modo sostenere la guerriglia o, meglio, sostenere quei combattenti – definiti in modo inequivocabile illegittimi dal diritto bellico internazionale: combattenti illegittimi, che non hanno una divisa, che non portano apertamente le armi e che si mischiano con la popolazione civile mettendola in pericolo. Il diritto bellico nasce dalla necessità assoluta di separare i combattenti legittimi dalla popolazione civile, perché quando non è possibile effettuare questa distinzione il risultato è il massacro. E la Sinistra finora ha sostenuto combattenti illegittimi in tutto il mondo, i famosi guerriglieri. E qui potrei citare le famosi frasi sulla guerriglia e sulla necessità del suo utilizzo dello stesso Che Guevara. Questi, nel suo scritto “La guerra tra bande”, e credo che questo sia uno dei punti che bisogna sottolineare, scriveva che non si può essere a favore della guerriglia e della violazione del diritto bellico internazionale e contemporaneamente rivendicare la violazione del diritto. Consigliere Locatelli, il diritto bellico fa una netta e chiara distinzione fra i combattenti legittimi e illegittimi, questo è il fondamento del diritto bellico e del diritto internazionale. I combattenti illegittimi non sono assolutamente ammessi dal diritto internazionale e se ci si vuole rifare a regole internazionali allora si rispettino fino in fondo anche le convenzioni internazionali. Cosa fare, quindi? Io credo che innanzitutto si debba intervenire nel riscrivere e rivedere la Carta delle Nazioni Unite, ridiscutendo i meccanismi che si sono fino ad oggi rivelati del tutto inefficaci ed inefficienti e, poi, puntare sull’Europa. L’Europa in questa vicenda ha svolto un ruolo del tutto marginale ed ininfluente e non è stata affatto…unita. E’ indispensabile che l’Europa sia unita e possa contare ed imporre la volontà, o meglio che abbia la forza di non farsi imporre la volontà degli altri. Attualmente l’Europa non è una potenza offensiva, né tanto meno difensiva. Vorrei appartenere a una Comunità Europea che fosse una vera contrapposizione a quella che attualmente è l’unica potenza in grado di intervenire - gli Stati Uniti d’America – ma è evidente che in questo conflitto se da una parte abbiamo gli Stati Uniti, potenza democratica con tutti i suoi limiti e tutti i suoi errori, dall’altra abbiamo un dittatore sanguinario e per questo non posso che essere dalla parte della democrazia. Se c’è la necessità di abbattere un tiranno credo che la forza delle parole non sia sufficiente. Con le parole non si è mai combattuta alcuna dittatura né abbattuto alcun tiranno. E anche in questo caso la storia è maestra: c’è sempre stata troppa acquiescenza nei confronti dei tiranni internazionali.
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