IL BUSINESS DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
MOZ/0095, in data 13 novembre 1995, che impegna la Giunta a promuovere, adottandolo presso le proprie strutture, l’uso di contenitori in vetro “vuoto a rendere” in luogo di quelli di plastica e l’acquisto di carta riciclata nella misura, almeno, del 30%. ODG/0014, in data 13 novembre 1995, concernente provvedimenti da assumere riguardo all’ attività della discarica di Cerro Maggiore. Silvia Ferretto Clementi L’emergenza rifiuti in Lombardia, così come nel resto di Italia, è esplosa negli ultimi decenni quando, da un sistema rurale basato sull’autoconsumo e sull’autosmaltimento, si è passati ad un sistema condizionato dal consumismo. I rifiuti prodotti da ognuno di noi si sono moltiplicati, centuplicati, ed ora, con il nostro chilogrammo per persona al giorno e anche più, rischiamo veramente di venire sommersi dai nostri rifiuti. La responsabilità di questo stato di crisi, come è facile capire, è di una classe politica che ha fatto dell’emergenza una fonte di guadagno insuperabile. Non è un caso che la malavita organizzata in varie zone d’Italia, e non solo al sud, si occupi dello smaltimento dei rifiuti. Ricordo che le amministrazioni sciolte per infiltrazione mafiosa lo sono state proprio su questo argomento. La discarica abusiva, ma anche quella autorizzata, può portare a guadagni superiori a quelli realizzati con lo spaccio degli stupefacenti, o col traffico di armi. Spesso è un doppio guadagno perché vengono realizzate discriche per riempire cave o miniere. Sono decine di migliaia di miliardi che ogni anno la mafia e la camorra guadagnano con queste attività. Negli scorsi anni abbiamo anche assistito al traffico internazionale dei rifiuti, in particolare quelli tossico nocivi, e delle scorie radioattive. Il nostro contributo allo sviluppo del Terzo Mondo è stato quello non già di fornirgli i mezzi e le tecnologie per iniziare a produrre ed esportare prodotti finiti, ma, al contrario, quello di regalare loro tonnellate di rifiuti e di materiale tossico nocivo. In tal senso è anche importante ricordare gli elevati costi delle bonifiche. Lo smaltimento illegale ci sta caricando di un debito pubblico invisibile. Secondo i dati dell’Assoambiente per ogni 100 lire di fatturato illegale lo Stato, per la bonifica, ne dovrà pagare ben mille. Quindi, cosa fare? La risposta a quest’emergenza, che non è solo lombarda, ma italiana, non può che essere una risposta nazionale, con un progetto complessivo che non guardi più all’immediato, ma dia finalmente risposte, che inizi a programmare il futuro di una politica a lungo termine. La legislazione va rivista. Sono necessarie norme chiare ed adeguate. E' necessario un forte inasprirnento delle pene, che non possono restare quasi esclusivamente a livello di sanzione amministrativa ma devono scoraggiare tutti coloro che vogliono arricchirsi ai danni dell’ambiente e della salute dei cittadini. Chi compromette il futuro delle nuove generazioni, smaltendo in modo irresponsabile i rifiuti, commette un crimine e come tale deve essere punito. Anche il diritto internazionale lo considera come crimine, cioè una violazione grave, un illecito compiuto ai danni dell’ambiente. Oltre a intervenire sulla legislazione, è necessario intervenire sulla riduzione dei rifiuti, riducendo molti imballaggi inutili. Gli imballaggi rappresentano circa il 50% dei rifiuti solidi urbani. Sembrerà lapalissiano ma sono le cose non prodotte che in assoluto hanno il minore impatto ambientale. La Germania, ad esempio, nel 1991 ha dato una svolta decisiva al proprio sistema di gestione dei rifiuti, emanando il decreto sulla prevenzione dei rifiuti da imballaggio, conosciuto come decreto Tohfer, dal nome del Ministro dell’Ambiente che lo firmò. Questo decreto si basa sul principio di responsabilizzazione delle ditte produttrici e distributrici degli imballaggi. La mozione presentata dai componenti della Commissione Ambiente, da me presieduta, va appunto in questa direzione e chiedo pertanto che venga subito messa in discussione. Passaggi fondamentali: Raccolta differenziata. Favorire al massimo il recupero dei materiali e diminuire, quindi, la quantità dei rifiuti da avviare a smaltimento. Il compostaggio e la separazione della frazione umida, oltre a produrre compost - utilissimo fertilizzante - permette di eliminare grossi volumi di rifiuti solidi urbani. Ed, infine, alcune parole su Cerro. La storia di questa discarica potrebbe benissimo essere inserita in un manuale. I partiti che ora cavalcano la protesta sono gli stessi che quando erano al Governo della Regione Lombardia, non solo hanno permesso che l’emergenza rifiuti arrivasse ad oggi in tutta la sua estrema gravità, ma hanno svolto un ruolo fondamentale nella vicenda della discarica di Cerro. La Giunta rosa-verde della Ghilardotti ha firmato il 24 maggio 1993 la prima ordinanza con la quale si ordinava al Comune di Cerro di ricevere i rifiuti nella discarica e alla Simec di procedere immediatamente alla realizzazione dei lavori di ampliamento. La Giunta del leghista Arrigoni ha anch’essa emanato un’ordinanza, l’8 agosto 1994, sempre per affrontare l’emergenza rifiuti, con la quale si dava alla Simec la possibilità di continuare a conferire rifiuti in discarica. La Giunta Arrigoni - voglio anche ricordare - ha firmato la famosa ordinanza che ha permesso l’inizio dei lavori per la realizzazione della discarica di Saleggio, in provincia di Sondrio, praticamente nell’alveo del fiume Adda. Contro questa discarica ricordo che questo Consiglio ha votato a maggioranza la mozione del Consigliere Bordoni, tranne il PDS che, evidentemente, ha una visione a dir poco manichea della difesa dell’ambiente, dimostrato anche dallo scempio del territorio che molte amministrazioni di sinistra hanno compiuto laddove hanno governato. Tornando alla telenovela di Cerro, è importante chiarire che la data della chiusura della discarica per il 31 dicembre 1995 è stata inserita all’ultimo momento, perché, com’è documentato dal verbale del 29 dicembre 1994 del Comitato per l’accordo di Programma, con la presenza della Regione, con l’Assessore Bruni e il dirigente dei servizi rifiuti eliotropi, della Provincia, del Comune di Milano, dell’Ansa, del Comune di cerro e di Rescaldina, nella conclusione, si dice: “In conclusione, sia la Provincia di Milano che il Comune di Milano, dichiarano che, sia da un punto di vista politico che da un punto di vista tecnico, non è sostenibile la chiusura al 31 dicembre 1995, per problemi gestionali, legati ai quantitativi, e puramente tecnici, legati alla pianificazione del recupero ambientale”. Quali conclusioni trarre da questa vicenda? Conclusioni amare; amare perché in questa vicenda si è dimostrato, ancora una volta, come siano privilegiati gli interessi particolari di partito agli interessi generali della collettività. L’esasperazione dei cittadini di Cerro è condivisibile ed è giustissima. Questa discarica deve essere chiusa. La chiusura, però, potrà avvenire solo se fra le Istituzioni ci sarà collaborazione. Il Presidente Formigoni si sta muovendo in questa direzione ed è per questo che ha ed avrà tutto il mio appoggio, e anche quello del mio partito. Questa mozione è stata sottoscritta da tutti i componenti della Commissione Ambiente e vuole impegnare la Giunta a promuovere una campagna di informazione per la prevenzione della produzione dei rifiuti e la sensibilizzazione dei consumatori sulla validità ambientale dei vuoti a rendere come alternativa ai contenitori usa e getta. Vuole, inoltre, impegnare la Giunta e l’Ufficio di Presidenza a dare direttamente il buon esempio, provvedendo all’approvvigionamento dall’acqua minerale negli uffici dell’amministrazione e degli Enti dipendenti esclusivamente con bottiglie di vetro. Inoltre, si chiede l’utilizzo della carta riciclata nella misura di almeno il 30%, come, tra l’altro, previsto dalla legge 21 del 1993.
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