Arg. n. 3 – ODG – PDL abbinati nn. 209, 2 e 181, unificati in: “Istituzione della figura e dell’ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza”
Grazie, Presidente. Anch’io sono molto soddisfatta perché finalmente la proposta di legge per l’istituzione del Garante dei minori è arrivata in Consiglio regionale. Ho presentato la proposta di legge in merito già nella scorsa legislatura, ma purtroppo non è riuscita ad arrivare in aula. In questa nuova legislatura, già nel 2005, ho ripresentato la proposta. Successivamente sono state presentate altre due proposte di legge sull’argomento, una da parte del Gruppo della Lega e un’altra da parte del Gruppo del PD. Inizialmente non capivo la necessità di presentare altre proposte praticamente identiche a quella che avevo già presentato, ma oggi devo ringraziare sentitamente coloro che le hanno presentate e in modo particolare la Relatrice Monica Rizzi e il Gruppo del PD che hanno fatto sì che venisse posta l’urgenza sulla votazione di questa legge, perché senza queste due iniziative la mia proposta di legge iniziale sarebbe rimasta ancora nel cassetto. Quindi un grazie alla Relatrice anche per il lavoro che è riuscita a fare, perché se siamo in aula oggi a discutere e a votare finalmente il Garante dei minori è anche merito suo. Questa è una proposta di legge importante, perché - come abbiamo scritto anche nella proposta di legge – i diritti dei minori sono già sanciti in modo egregio in tutte le carte che riguardano i diritti internazionali. Per quanto riguarda la teoria, infatti, i diritti dei minori sono sanciti perfettamente, ovunque. Peccato però che a questo non corrisponda poi una realtà di conseguenza e che accadano cose ben diverse. Do alcuni dati - perché è importante inquadrare il fenomeno: per quanto riguarda gli abusi sessuali sui minori, dal 2000 al 2006, in Italia, sono stati ben 3 mila i minori abusati; per quanto riguarda il lavoro minorile, in Italia, sono ben 500 mila i bambini tra gli 11 e i 14 anni che lavorano; per quanto riguarda gli infortuni, sono stati ben 8 mila 382 infortuni sul lavoro che hanno coinvolto minorenni, con 5 morti e ben 83 invalidità permanenti; per quanto riguarda i minori scomparsi, nel 2006 in Italia sono scomparsi ben 487 minori italiani addirittura 1211 stranieri. Di questi 205 casi nella sola Lombardia. Ci sono poi i dati relativi alla prostituzione minorile. Secondo i dati del CENSIS, 3 mila 500 minorenni in Italia si prostituiscono; dal 2003 al 2005, 947 persone sono state indagate per riduzione e mantenimento in schiavitù, un delitto che pensavamo scomparso, caratteristica dei secoli scorsi. Eppure nel duemila, in Italia, ci sono casi di induzione in stato di schiavitù. Per non parlare poi della pornografia minorile. Secondi i dati della Procura di Roma, nel solo anno 2005, sono state scattate ben 89 mila foto che riguardano minori in atteggiamento sessuali. Questi sono dati spaventosi e li abbiamo sotto gli occhi ogni giorno quando giriamo per le strade, quando vediamo i bambini utilizzati per l’accattonaggio agli angoli delle strade. Troppo spesso ci si abitua a questi fatti tremendi. Ci si abitua a vedere bambini di due, tre, quattro anni…di ogni età, tolti dalla scuola - anzi mai mandati a scuola - e utilizzati per chiedere l’elemosina agli angoli delle strade. E tutto questo sembra normale, perché sembriamo esserci ormai abituati a questa tremenda realtà e ai bambini che non vanno a scuola e che così alimentano il circuito vizioso dell’ignoranza, della povertà e dello sfruttamento. Finché i bambini saranno agli angoli delle strade e non andranno a scuola, infatti, non potrà mai esserci integrazione e, cosa ancor più importante quei bambini non potranno mai un futuro e con grande probabilità condanneranno i loro figli si troveranno ad una condizione analoga. E non stiamo parlando solo dei bambini che vengono utilizzati ai semafori per chiedere l’elemosina, ma anche di quelli che nella nostra ricca Lombardia, non nel sud-est asiatico, vengono utilizzati nei laboratori clandestini per produrre merci contraffatte che vengono poi, anche queste, vendute nella nostra regione. Altra cosa a cui si siamo praticamente abituati. Molte persone pensano che “tanto sono immigrati, sono nomadi, sono abituati così”; ecco, io credo che questa rassegnazione tremenda non ci possa e non ci debba riguardare. Io mi indigno e mi arrabbio ogni volta che assisto a fenomeni di questo tipo. Mi indigno e mi arrabbio non solo per la condizione di quei bambini, mi indigno e mi arrabbio per l’indifferenza che caratterizza queste situazioni. Mi indigno e mi arrabbio perché facendo politica non riesco a cambiare queste situazioni. Nonostante io da tanti anni mi impegni, cerchi di fare proposte, denunci la situazione i bambini sono ancora lì, ai semafori, nei laboratori… Nonostante la mia azione politica e quella di molti altri che continuano a crederci e non si rassegnano, l’ingiustizia e lo sfruttamento continua a persistere sotto i nostri occhi, e a questo io non riesco e non posso abituarmi, così come non posso abituarmi al fatto che i bambini non vadano a scuola. In Regione Lombardia abbiamo presentato e ho presentato una proposta di legge per quanto riguarda le popolazioni nomadi, perché l’obbligo scolastico deve essere garantito a tutti, non ci può essere una differenza del diritto. C’è un diritto alla diversità ma non può essere tollerata la differenza del diritto. Quelli sono bambini come i nostri. Non ci sono bambini nostri per i quali deve esserci tutto e devono essere garantiti tutti i diritti e bambini degli altri dei quali ci possiamo tranquillamente fregare, perché “tanto sono abituati così”. È indispensabile anche rivendicare il diritto alla salute. Si parla di diritto alla salute e poi, magari, approviamo e siamo a favore di norme che rischiano di minare gravemente il diritto alla salute dei minori, come quello che dà la possibilità ai medici e agli infermieri di denunciare coloro che sono clandestini. La lotta alla clandestinità è una cosa doverosa, ma non possiamo trasformare medici ed infermieri in delatori e, soprattutto, non possiamo far sì che gli immigrati, anche se clandestini, perdano ogni forma di dignità umana e di diritto, perché essi, anche se sono entrati illegalmente in Italia, sono uomini, sono donne, sono minori e sono bambini e il diritto alla salute deve essere garantito a tutti. E poi, pensiamo a cosa accadrebbe se queste persone non andassero più a farsi curare o a farsi vaccinare? Ecco, interrogatevi su questo. Come contrastare questo pericolo? Noi abbiamo presentato un progetto di legge per l’istituzione del Garante dei minori. Sono certa che questo progetto di legge non potrà fare miracoli e non risolverà tutti questi tremendi problemi, ma sono altrettanto certa che aiuterà a contrastare questo fenomeno. Per combattere in modo efficace il fenomeno ci vorrebbe molto di più. Sono necessarie una omogeneizzazione della normativa internazionale, soprattutto a livello europeo, una maggiore cooperazione giudiziaria, investigativa, formativa delle forze dell’ordine e banche dati nazionali ed internazionali. Ci vuole la certezza della pena. E quando parlo del contrasto transnazionale del fenomeno è perché questo fenomeno non ha carattere locale. La criminalità che gestisce il fenomeno, che sfrutta gli uomini, che induce ancora in schiavitù uomini, donne e soprattutto bambini è una criminalità organizzata che agisce a livello internazionale ed è per questo che solo attraverso una maggiore cooperazione internazionale possiamo pensare di affrontare in modo efficace il fenomeno. E poi possiamo intervenire, come stiamo facendo in Regione Lombardia, cercando di creare nella pratica una figura che curi gli interessi dei minori come il Garante dei minori, appunto; ecco, io auspico e spero che questa figura non si risolva essere, ancora una volta, una struttura che serve solo a dare il posto a qualcuno per fare qualche relazione. Auspico e spero che questa figura si dia veramente da fare e serva per contrastare questo fenomeno tragico e tremendo. Possiamo tutti fare molto di più e possiamo tutti ricordarci che quei bambini che sono agli angoli delle strade, nei laboratori clandestini, che vengono utilizzati per la pornografia o la produzione di filmati di un certo tipo potrebbero essere i nostri figli e i figli degli altri non possono e non devono essere diversi dai nostri.
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