Abbinato a ODG 1696, in data 30 settembre 2008, a firma dei Consiglieri Ferretto Clementi, Moretti, Monguzzi, Fabrizio, Peroni, Bordoni, Civati, Ligasacchi, Dalmasso, Agostinelli, Storti, Fatuzzo, Zamponi e Squassina Arturo, concernente la trasmissione di documentazione alla Commissione competente in merito ai siti individuati, relativo alla PDA n. 153. Discussione generale). FERRETTO CLEMENTI Silvia Grazie, Presidente. Io pregherei i Colleghi presenti di prestare un po’ di attenzione su questo provvedimento perché è un provvedimento di particolare delicatezza. Vi do subito alcune cifre così potete comprendere di quanto, almeno in termini economici, se non in termine di salute dei cittadini, ci stiamo occupando. Per la realizzazione - quindi lo studio - del piano regionale di bonifica sono stati spesi 845 milioni - finanziamento statale dell’89; dopodiché in dieci anni sono stati spesi ben 227 milioni di euro, pari a 450 miliardi di vecchie lire. Questo è quanto è stato stanziato per le bonifiche in Regione Lombardia. Ecco, io chiedo che su questo ci sia la massima trasparenza e sia data la massima informazione. E’ dal 1995 che cerco di comprendere come siano stati assegnati i finanziamenti, quale sia la situazione nelle aree contaminate, chi si stia occupando delle bonifiche e che cosa si stia facendo per recuperare tutti questi soldi. Esiste infatti un principio internazionale fondamentale che è quello del “chi inquina paga”, in base al quale i costi delle bonifiche non dovrebbero essere addebitati ai cittadini ma a coloro che hanno inquinato. Certo, riuscire a fare questo non sempre è facile, anzi. Spesso è molto difficile, ma, dall’essere molto difficile e non far nulla al fare addirittura regali, di acqua ne passa. Faccio un breve riassunto della questione: innanzitutto ho distribuito, ad alcuni componenti della Commissione e, per chi fosse interessato, ci sono altre copie disponibili, una sintesi – quella a cui è stato possibile arrivare in base ai documenti, che con fatica, sono stati mandati alla sottoscritta, alla Commissione Ambiente o in risposta a qualche interrogazione circa i finanziamenti per ogni sito. Comunque…ho aggregato tutti i dati, un lavoro particolarmente lungo e difficile innanzitutto perché erano su carta e poi anche perché erano anche disaggregati e molto confusi all’interno di numerose delibere. Per ogni sito ho estrapolato i dati relativi ai finanziamenti, dati, fra l’altro riportati in alcuni casi in lire e in altri in euro. Per molti stanziamenti, che risultano essere stati assegnati per differenti finalità, non viene poi specificato nel dettaglio, quanto sia stato in concreto utilizzato per lo studio della bonifica, quanto per la messa in sicurezza e quanto invece per la bonifica. In molti casi sembra addirittura che sia stato speso molto di più per gli studi che per la bonifica. Dobbiamo dunque chiederci (ed è una delle domande, che poniamo con l’ordine del giorno - che, insieme a molti Consiglieri della Commissione, ho presentato proprio per avere informazioni – alla quale spero di poter ricevere presto una risposta) chi ha fatto questi studi e quanto sono realmente costati. Dobbiamo anche avere indicazioni precise sulla proprietà, dati fondamentali per sperare di riuscire a recuperare i soldi spesi dalla regione. Faccio un esempio per tutti di cosa è avvenuto in passato e di come, a volte, non si sono voluti riprendere dei soldi che si sarebbero potuti recuperare. Laddove una società è fallita, anche se si potrebbe fare qualcosa di più, evidentemente possono esserci dei problemi reali nel recuperare i soldi. Ma laddove non c’è stato alcun fallimento, anzi gli eredi vivono, prosperano e presentano addirittura un cambio di destinazione d’uso - come è successo agli eredi della Cava Ronchi, una delle aree più contaminate della Lombardia – sono certa che qualcosa si poteva e si possa fare. In questo caso, per esempio, nulla è stato fatto per far loro pagare il conto. Non solo. Non si è fatto nulla nemmeno per far mettere in sicurezza l’area, un’area che ogni anno, casualmente, viene incendiata – ma io non credo molto casualmente, perché semmai è un modo per accelerare le pratiche. A costoro, dicevo, per una loro area, è stato addirittura concesso un cambio di destinazione d’uso da agricola a commerciale, un’area sulla quale sono stati costruiti un Esselunga, un Castorama e un Decathlon con evidenti ingenti profitti. Allora, pur ritenendo anch’io, come il Consigliere Moretti, che il guadagno e il profitto non siano certo cosa criminale, credo però anche che la speculazione sia tutta un’altra cosa. Ciò significa che, se il privato ha come obiettivo il profitto, più o meno lecito, e non si fa scrupoli, chi fa politica e amministra, evidentemente, qualche dovere in più ce l’ha e prima di fare regali di questo tipo – perché questo è un vero e proprio regalo – qualcosa in più si sarebbe dovuto ottenere. Pensate quanto è stato regalato con quel cambio di destinazione d’uso e in cambio non abbiamo ottenuto nemmeno la recinzione dell’area. Per questo le indicazioni sulla proprietà sono importanti, così come sono importanti le indicazioni di natura urbanistica circa l’uso dell’area e le informazioni sul grado di contaminazione. Dallo studio fatto da Lombardia Risorse nel 1990-1992, sembra che nessuno possieda certe informazioni. Mi è capitato più volte di fornire documentazione all’Assessorato e ai funzionari dell’Assessorato. Una cosa davvero incredibile che debba essere un Consigliere a fornire la documentazione e non chi dovrebbe occuparsi di queste cose a farlo. Io non ho eserciti di consulenti, non ho dirigenti e dipendenti che fanno questo lavoro, quindi è abbastanza singolare che debba essere io a fornire informazioni. Ritengo sia altrettanto indispensabile avere delle stime degli oneri di bonifica, conoscere il dettaglio dei finanziamenti che sono stati concessi - suddivisi per la progettazione, la messa in sicurezza e la bonifica - e soprattutto anche se l’area, alla fine, è stata bonificata - perché anche questo è un passaggio importante. Così come sarebbe molto importante sapere chi si è occupato della bonifica e di quelle azioni necessarie per recuperare i costi delle bonifiche. Molti costi potrebbero essere recuperati anche attraverso le fidejussioni, strumenti che non ci siamo inventati noi. Esistevano già prima del 2006, anche per le attività produttive che hanno dovuto versare appunto delle fidejussioni per poter lavorare. Allora, la mia domanda è: di quelle fidejussioni che ne è stato? Sono rimaste alle banche? Le ha prese qualcuno? Che fine hanno fatto? è importante saperlo, perché sono soldi che potrebbero essere utilizzati per le bonifiche. Chiediamo inoltre di conoscere l’elenco delle destinazioni finali dei rifiuti provenienti dalle aree bonificate. In molti casi, infatti, i rifiuti sono stati semplicemente trasferiti, sono andati ad inquinare altre aree che poi hanno dovuto, a loro volta, essere bonificate. Per esempio, i rifiuti di Lacchiarella sono stati portati a Dresano, a Caponago e anche a Porto Marghera, area per la bonifica della quale stiamo ancora pagando. Ma allora io mi domando: quante volte paghiamo per gli stessi rifiuti? Vorrei poi poter avere informazioni e capire una cosa molto strana, riportata anche nella PDA. Vorrei capire come mai esistono dei siti classificati come “D”, dove “D” sta per impossibilità di reperire informazioni sufficienti per la valutazione del rischio. Secondo il vecchio studio fatto da Lombardia Risorse, dal quale tutto ha origine, ci sono delle dichiarazioni in merito all’impossibilità di fare accertamenti, che fanno rabbrividire. Ve ne leggo una che vale per tutti; qualcuno si metterà a ridere ma io credo che più che ridere ci sia veramente da piangere. Area contaminata nel Comune di Montichiari (Brescia), classificato come “D”, giudizio: verifica impossibile. E sapete perché la verifica è stata impossibile? Adesso ve lo leggo: “Note: area destinata alla fabbricazione di esplosivi, dismessa da decenni, attualmente riutilizzata per l’addestramento di cani da caccia e da postazioni. Il sopralluogo è stato parziale perché il guardiano ci ha cacciato”. “Il guardiano ci ha cacciato” e noi è dal 1992 che classifichiamo questo sito come “D”, un sito sul quale non abbiamo informazioni perché dal 1992 i tecnici addetti per il controllo e i rilevamenti sono stati cacciati dall’area. Ecco, il minimo che chiedo è di andare a vedere e verificare lo stato dei siti, visto che è impensabile che la Regione Lombardia si faccia “cacciare”, o, in alcuni casi, come in questo, che gli incaricati si siano fatti – scusate il termine – calciare via, mandare via a calci. Non so se condividete, ma credo che una giustificazione di questo tipo non sia davvero tollerabile. Quindi io chiedo, laddove non ci sono informazioni, che si vada a verificare e riverificare tutte le motivazioni. Altrettanto importante è avere informazioni certe in merito ai siti riutilizzati. Cosa è stato fatto ai siti che sono stati riutilizzati? In molti casi risulta che vi siano state costruite case, scuole, centri commerciali, uffici. Ottimo che l’area sia stata riutilizzata. Ma qualcuno ci può dire se questa era stata prima bonificata o se abbiamo costruito le case per le persone sopra aree ancora contaminate? Certo, in passato, la normativa era diversa. Non c’era ancora il decreto Ronchi, ma non è che con l’emanazione del decreto Ronchi l’inquinamento del terreno e della falda è scomparso. L’inquinamento non sparisce certo per decreto. Quindi attenzione. Sia per quanto riguarda, oltre i soldi dei contribuenti, ma anche per quanto riguarda la loro salute. Io, dopo aver messo insieme tutta questa documentazione, ho predisposto questo ordine del giorno e ringrazio tutti coloro che l’hanno sottoscritto. L’ha sottoscritto il Presidente della Commissione, il Relatore e molti altri. Ringrazio per la disponibilità, anche perché questo è stato uno dei primi temi di cui mi sono occupata quando sono stata eletta in Consiglio regionale ed è dal 1995 che su questo argomento non riesco a capire nulla. Sono tredici anni che ci lavoro e non riesco a venire a capo di nulla e il massimo che sono riuscita a fare è stato l’aggregare tutti i dati - quelli che vi ho distribuito - dei finanziamenti. Ho messo insieme tutte le notizie area per area, basandomi sulla documentazione che sono riuscita ad ottenere, ovviamente tutta su supporto cartaceo. Documentazione che, dopo aver aggregato ed organizzato, ho anche informatizzato e reso accessibile a chiunque su Internet, tant’è che sono numerosi i cittadini che mi hanno già contattata per avere informazioni su alcune aree dove stavano acquistando o volevano acquistare degli appartamenti. Vi invito veramente a guardare la documentazione che è stata fornita. In certi momenti ho avuto quasi il sospetto che dietro questa montagna di carta talmente disaggregata - riportante, in alcuni casi, anche dati che contraddicono tra di loro - da essere quasi inutilizzabile, ci sia stata una regia volta a confondere e non far capire nulla. Vedrete infatti che tra i finanziamenti ci sono dati - che ho recuperato attraverso delibere e risposte alle numerose lettere da me inviate, che non coincidono. Io ho cercato di mettere insieme tutti i dati a disposizione, ma ho bisogno che qualcuno mi dica quale di questi dati corrisponde al vero. So che il lavoro che sto facendo può sembrare antipatico, ma io credo che tra le funzioni del Consigliere regionale ci sia anche quella del controllo e per poterla svolgere è evidente che si deve avere la possibilità di ottenere le informazioni; senza informazioni il controllo non si può fare, ed io da tredici anni su questo argomento non riesco a svolgere il mio lavoro. Ora sono contenta, e ringrazio ancora una volta tutti i sottoscrittori, compresi il Relatore e il Presidente della Commissione, che mi stanno dando una mano per riuscire a venire a capo di questa questione. Manca ancora un anno e mezzo alla fine della legislatura e io spero di poter ottenere queste risposte prima che il mio mandato in Regione Lombardia si concluda.ne. Un'ultima precisazione..Non è inserito nell’ordine del giorno. Lo aggiungo adesso, sperando di aver l’accordo di tutti i sottoscrittori. Chiedo, ovviamente, che la documentazione venga fornita su supporto informatico, onde evitare di dover scansionare tutto o rielaborare tutto. Per questo chedo di aggiungere nel testo dell’ordine del giorno, dopo “documentazione”, “su supporto informatico”. Siamo nel 2008, e credo che i dati si possano avere così. Grazie
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