Seduta del 23/09/2008

Mozione numero 0240, in data 10 settembre 2008, a firma dei Consiglieri Bordoni, Saffioti, Zuffada, Valentini Puccitelli, Ferretto Clementi, Monguzzi, Galli, Fatuzzo, Dalmasso, Agostinelli, Zamponi, Quadrini, Porcari, Cipriano e Alboni, concernente
Appello per la moratoria universale sulla pena di morte per Tarek Aziz nonché sull’attuazione del trattato di Roma istitutivo della Corte penale internazionale
 

FERRETTO CLEMENTI Silvia

Grazie, Presidente. Ringrazio anch’io il Consigliere Bordoni per questa importante mozione, scritta anche molto bene. Ciò che vorrei sottolineare però è che oltre a ribadire l’importanza di un concetto così importante a livello internazionale, sulla pena di morte sarebbe molto opportuno fare una riflessione approfondita anche a carattere regionale e nazionale, perché i dati che emergono sono preoccupanti. Domenica c’era un articolo sul Corriere che riportava il risultato di una ricerca, seconda la quale in Italia un italiano su tre sarebbe a favore della pena di morte. Si tratta evidentemente di dato estremamente significativo, che dovrebbe farci riflettere e che forse è anche la conseguenza di una scarsa certezza della pena e di una insicurezza dilagante.

Nella mozione si richiama – giustamente – Cesare Beccarla, quel  Cesare Beccaria che sosteneva che il miglior deterrente non è tanto la crudeltà della pena ma la sua certezza.

Quindi, forse, garantendo una reale certezza della pena, eviteremmo di trovarci di fronte a prese di posizione così preoccupanti, a livello di opinione pubblica nazionale ma anche qui in Consiglio Regionale o in Giunta, posizioni che credo non possano lasciarci indifferenti.

Io ho iniziato a far politica nell’80, nel Movimento Sociale Italiano, e ricordo che una delle prime cose che ho fatto è stata quella di raccogliere firme a favore della pena di morte.

Poi ovviamente c’è stata una evoluzione, e questa idea, che era profondamente sbagliata è stata superata all’interno del Movimento Sociale prima e di Alleanza Nazionale poi con una presa di posizione doverosa contro la pena di morte.

Purtroppo questo non è avvenuto invece in Consiglio regionale, nel ’95 – permettetemi di fare un po’ di storia – visto che, allora, l’intero Gruppo regionale di Alleanza Nazionale, ad eccezione della sottoscritta, fece una proposta proprio a favore della pena di morte. Ricordo che fui l’unica, insieme all’Assessore Tremaglia, a criticare duramente questa presa di posizione del Gruppo. Per questo mi pongo una domanda, la cui risposta credo sia interessante anche per l’aula. È  giusto ribadire a livello internazionale la nostra presa di posizione contro la pena di morte, ma vorrei sapere, visto che ben tre Assessori, tutti e tre quelli di Alleanza Nazionale, furono a suo tempo fra i proponenti della pena di morte, se c’è stato un superamento di questa posizione o se in Regione Lombardia ci sono tre Assessori ancora a favore della pena di morte. È certamente una mia curiosità ma credo che anche il Consiglio possa essere interessato nell’avere una risposta. È evidente  che tutti possono sbagliare, tutti possono cambiare idea. Anch’io ho commesso degli errori, ma quando me ne sono accorta, ho rivisto la mia posizione.

Certo è che conoscere come si pongono nei confronti della pena di morte i nostri assessori è un elemento fondamentale.

Quindi la mia domanda è questa e vorrei avere una risposta, perché se credo che l’istinto e la rabbia siano assolutamente comprensibili, in alcuni casi, quando il crimine è particolarmente efferato, addirittura giustificabili, credo anche che la ragione debba poi sempre prevalere.

E la ragione e il rispetto per la sacralità della vita, credo che non possano e non debbano mai assolutamente essere sopraffatti dalla rabbia o dall’impulsività.

Presidente, io la invito a farsi dare questa risposta perché è inutile che dichiariamo al mondo e a tutti gli organismi internazionali di prendere posizione contro la pena di morte se poi in Consiglio regionale e in Giunta abbiamo tre esponenti a favore della pena di morte.

Che qualcuno dia una risposta, sempre che abbia il coraggio delle proprie azioni.