CULTURA         

Comunicato stampa
Rassegna stampa

 

Seduta del 07/10/2003

Argomento n. 3 all’ordine del giorno:

“Dibattito sul progetto di costituzione europea”.

Abbinato ai seguenti documenti:

ODG n. 812, in data 2/10/2003, concernente l’inserimento del riferimento alla tradizione cristiana nella futura Costituzione Europea.

ODG n. 813, in data 2/10/2003, concernente l’inserimento del riferimento alla tradizione cristiana nella futura Costituzione Europea.)

FERRETTO CLEMENTI Silvia
Grazie, Presidente. Intervengo sul dibattito, ma intervengo anche e soprattutto per illustrare l’ordine del giorno 812, presentato in merito al progetto di Costituzione Europea. Con questo ordine del giorno, firmato anche dalla Consigliera Fatuzzo e dal Consigliere Bernardelli, noi chiediamo che all’interno della nuova Costituzione europea venga espresso chiaramente un riferimento alle radici culturali cristiani dell’Europa. Noi riteniamo che questo sia un valore storico e un doveroso e imprescindibile riconoscimento a quei valori comuni delle nazioni europee. Riteniamo inoltre che il riferimento delle radici culturali e cristiane dell’Europa non rischi in alcun modo di compromettere il giusto e doveroso dialogo interreligioso, ma riconosca semplicemtente un fatto storico, culturale e politico che non può essere negato.

Su questo argomento ci tengo anche a fare alcune riflessioni e precisazioni. L’Europa che stiamo costituendo, che si è costituita e che sempre di più va verso un’unità non solo economica, ma anche politica, non può e non deve essere solo quella del mercato, quella dei mercanti. Certo gli accordi commerciali che hanno dato vita anche alla Comunità Europea sono stati importantissimi, ma non può essere solo mercato, non può essere solo un’Europa di mercanti. L’Europa ha una storia, una cultura, ha valori comuni, ha riferimenti che non possono essere scordati e non possiamo che partire dalla grandezza e dall’importanza di quello che ci ha lasciato l’Impero Romano.

Ma non solo, io vorrei ricordare anche tra le nostre grandi radici, ed è qui il riferimento ai valori cristiani dell’Europa, a quello che è stato il Sacro Romano Impero, che credo sia stato il primo grande riferimento ad un’unità politica europea e, guarda caso, è stato proprio Carlo Magno il primo a teorizzare una moneta comune per la nostra Europa. E’ certo che da un lato l’Europa deve cedere parte delle sovranità nazionali per dedicarsi a quella che è l’importanza di un’unità politica europea, dall’altro è anche vero che solo attraverso la cessione di una parte delle sovranità nazionali possiamo affrontare e risolvere molti problemi comuni. E’ l’unione che fa la forza, la divisione non l’ha mai fatta, ed è per questo che noi, io mi ricordo già militante missina, proponevamo un esercito comune per l’Europa, un’Europa nazione.  Era questo il sogno dei giovani missini del fronte della gioventù, e quel sogno non sembra poi così lontano. Un esercito comune che abbia la forza certo non di fare la guerra, perché non è di guerra che abbiamo bisogno, ma di contrapporci all’unica grande superpotenza che è quella americana e che quindi abbiamo la forza di creare un’alternativa che attualmente non c’è.

Noi abbiamo il grande sogno di quest’Europa delle nazioni, delle patrie, un’Europa che abbia anche la forza di contrastare il crimine, ed è solo attraverso l’unione degli Stati Europei che possiamo affrontare una piaga così largamente diffusa nel nostro continente; il crimine ha ormai caratteristiche internazionali e solo la cooperazione della magistratura, delle forze di polizia, della formazione comune anche del personale può contribuire a sconfiggere la criminalità organizzata che dilaga nel nostro continente, che sfrutta l’immigrazione, che tratta i bambini e le donne ancora come schiavi. E’ passato l’anno 2000 e siamo di fronte ancora a veri e propri casi si schiavismo.

E’ l’unica strada per combattere la pedofilia, la droga, lo sfruttamento dei minori, è questa la strada, ma anche per la difesa dell’ambiente, i singoli Stati hanno bisogno, hanno il dovere di cooperare per difendere il nostro territorio e il nostro ambiente. Ed è per questo che la linea intrapresa dagli Stati europei con questo nuovo progetto di costituzione europea è un progetto di estrema importanza, è un sogno che si sta realizzando, un sogno difficile, con mille difficoltà, ma che dobbiamo avere la forza di raccogliere questa sfida, perché, ricordavo all’inizio, e credo che questa possa essere la sintesi, è l’unione che fa la forza e non la divisione.