Seduta del 3 aprile
2001
Disciplina della protezione della
popolazione e dei lavoratori esposti a campi elettromagnetici a
radiofrequenze e microonde
Norme per la
tutela dell’inquinamento elettromagnetico generato da stazioni radiobase per la telefonia mobile e da sistemi di
radiotelecomunicazione
Norme sulla protezione ambientale contro
l’esposizione a campi elettromagnetici indotti da campi fissi per le
telecomunicazioni e la radiotelevisione
Norme sulla protezione ambientale
dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi
per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione
(LR n. 11 dell’11
maggio 2001 - BURL n. 20, I SO del 15 maggio 2001)
FERRETTO CLEMENTI Silvia
Voglio ricordare a questo Consiglio, visto che ci sono anche molti
Consiglieri nuovi, quanto è avvenuto nella scorsa legislatura. Il
Consiglio regionale, nel 1999, ha approvato una legge, che riguardava
l’inquinamento elettromagnetico. Questa legge è stata bocciata dal
Commissario di Governo, perché troppo restrittiva.
In parole povere, secondo il Governo, la Regione
Lombardia si arrogava il diritto di tutelare troppo la salute dei
cittadini lombardi. Opinione apertamente espressa nella lettera del
Commissario di Governo, quando dice: «laddove prevede obiettivi di
qualità e misure di cautela più restrittivi rispetto a quelli fissati
dal decreto 381 del 1998».
La Regione Lombardia, dunque, secondo il Commissario di Governo, di un
Governo di sinistra in cui sono presenti anche i cosiddetti
ambientalisti, ha fatto una legge troppo restrittiva.
Questo è quello che è avvenuto con la
precedente legge.
Ricordo anche le dichiarazioni di voto dei Consiglieri
dell’opposizione, del Consigliere Bassoli, dei Consiglieri di
Rifondazione e di altri Consiglieri, che accusavano questa maggioranza
di aver fatto un bel regalo agli enti gestori, praticamente le stesse
accuse che vengono mosse anche oggi.
Peccato, però, che poi, all'atto pratico, quando governano, non interessa
loro
assolutamente più inserire alcun parametro relativo ad una distanza
minima da imporre per l'installazione degli impianti. Di
distanze infatti non si parla.
Nel 2001 è stata fatta una cosiddetta legge quadro nazionale
sull’inquinamento elettromagnetico (n. 36 del 22 febbraio 2001). di
questa legge quadro si può ammirare la
splendida cornice, peccato manchi del tutto il quadro. Questa legge
demanda infatti il tutto a successive leggi
o a successivi decreti attuativi.
La maggioranza del Governo nazionale
non ha fissato alcun limite di distanza per quanto riguarda la
radiotelefonia. Ciò significa che la distanza prevista attualmente corrisponde a
zero, cioè non c'è alcun limite.
Gli unici limiti di esposizione cui si fa riferimento sono ancora quelli
dei 6 volt metro.
La Regione Lombardia, volendo tutelare la salute dei cittadini,
aveva imposto limiti più restrittivi, ma questo non andava
evidentemente bene a coloro che ora, nell'incoerenza peggiore, ci accusano di fare regali agli enti gestori.
Certo è che
dopo aver fatto questa bella cornice senza quadro a livello nazionale
e soprattutto dopo aver previsto ben dieci anni per il risanamento dei
casi anche più gravi, gli enti gestori avranno potuto sì
brindare. Il presidente dell'ENEL, nonchè fondatore di Legambiente,
stesso sarà stata molto felice per questo bel regalo fattogli dalla sua
affezionatissima maggioranza.
Detto ciò, mi sembra davvero strano ed
inaccettabile che l’opposizione venga qui ora a
fare la morale in questo Consiglio regionale, quando poi, laddove
governano, i risultati e soprattutto i provvedimenti adottati per
tutelare la salute dei cittadini sono ben diversi.
Ricordo anche che nonostante la normativa
sulle distanze, per quanto riguarda gli elettrodotti a livello
nazionale, mai modificata dal 1992, preveda, per gli elettrodotti
della massima potenza, una distanza di 28 metri ci sono centinaia di
casi in tutta Italia, ma anche in Lombardia, dove questi 28 metri non
vengono assolutamente rispettati. Ci sono addirittura casi, come ad Arese, in cui in mezzo
a due file di elettrodotti della
massima potenza ci sono delle abitazioni che distano ben meno di 28
metri dagli impiantii; per questi
casi bisognava intervenire immediatamente, ma grazie a questa splendida legge
nazionale, a questo fantastico regalo all’ENEL, ci vorranno degli
anni, per venirne a capo, se mai riusciremo a farlo.
Quindi ci saranno ancora conflitti e saranno sempre maggiori, proprio grazie
a questa legge nazionale che non regolamenta niente e non è
nient'altro che un semplice ed
ottimo regalo e fa tutt’altro che quello che dovrebbe fare una legge
sull’inquinamento elettromagnetico, cioè tutelare la salute dei
cittadini che risiedono in queste zone.
Vi assicuro che in Regione Lombardia ci sono veramente tanti casi di
violazione della normativa, contrariamente a quanto afferma il
Ministero dell’Ambiente, per il quale sembra invece quasi che la Regione
Lombardia sia un’isola felice.
Forse non è abbastanza documentato, ma
basta girare per la provincia di Milano.
Io stessa ho sentito
di numerosissimi casi in cui questa normativa non viene rispettata. Li ho
segnalati alla Magistratura e mi auguro che vi sia un intervento
rapido. Auspico che possano
intervenire anche in Regione Lombardia, come hanno già fatto in altre
regioni e possano arrivare a verificare
quanto è stato fatto dall’ENEL e dai suoi presidenti.
Mi auguro che vi sia una maggiore sensibilità a
tutti i livelli, nazionale e regionale, su
questo tema, perché mentre da una parte si continuano a fare leggi cornice
dall'altra ci sono
cittadini che nella nostra Regione, e non solo qui, di elettrosmog
muoiono.
Dichiarazione di voto
Solo una precisazione, sempre per amore della verità,
in merito alla motivazione del non maldestro
ma sinistro Commissario di Governo.
Voglio ricordare che la motivazione della bocciatura non è dovuta al fatto che
la legge regionale poteva aggirare i limiti ma perchè questa poneva “obiettivi di qualità e misure di cautela più restrittivi
rispetto a quelli del Decreto Ronchi”.
Mi permetto dunque, sempre per amore della verità, di rivolgere un
invito al
Consiglio regionale, ed in modo particolare alla Terza Commissione,
per quanto riguarda il progetto di legge sugli elettrodotti: oggi ci
siamo occupati esclusivamente delle antenne per la radiotelefonia, ma
riguardo alla questione degli elettrodotti la Regione Lombardia, e ho
citato prima la legge nazionale, continua a consentire l'installazione
di impianti a distanze e limiti vergognosi dalle abitazioni.
Ritengo quindi che la Commissione e soprattutto il Consiglio debbano approvare
quanto prima una legge regionale che imponga delle distanze minime da
rispettare e,
soprattutto, preveda l'inserimento dei tracciati degli elettrodotti nei piani regolatori, al fine di tutelare finalmente
e realmente la salute dei cittadini
lombardi. Una tutela che visto che non avviene a livello nazionale, mi auguro possa
al più presto avvenire a livello regionale.
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