Con la presente proposta di
atto amministrativo la Regione Lombardia interviene nel settore
dell’edilizia scolastica, in concorrenza con un analogo intervento
dello Stato, per interventi rivolti ai Comuni Lombardi con popolazione
inferiore a 10 mila abitanti. Per i Comuni con popolazione superiore
a 10 mila abitanti, invece, interviene un’altra legge, la l.r. 23/96.
Il piano di riparto riguarda
interventi ordinari per la promozione, la sperimentazione e la
realizzazione di impianti per il contenimento del
consumo
energetico; per opere di adattamento e riadattamento di edifici
scolastici per le scuole materne e per le scuole dell’obbligo;
interventi ordinari di sperimentazione e innovazione progettuale e
interventi straordinari per esigenze indifferibili a cui far fronte al
verificarsi dell’emergenza.
La presente proposta prevede un
finanziamento per complessivi 9 miliardi di lire, così ripartiti:
- 1
miliardo e 800 milioni per interventi straordinari per esigenze
indifferibili e urgenti; parte di questa cifra pari a 720 milioni, è
già stata assegnata nel maggio 2000.
- altri
7 miliardi e 200 milioni sono stati stanziati per gli interventi
ordinari previsti nell’allegato A, che è stato formulato secondo le
indicazioni vincolanti espresse dalle Province e utilizzando criteri
che prevedono priorità per opere e priorità per soggetti.
Le prime riguardano opere per
l’adattamento degli spazi a seguito del piano di razionalizzazione,
opere di prevenzione per il problema dell’amianto, degli impianti
elettrici, del sistema antincendio, di carenze igienico-sanitarie ed
eliminazione di barriere architettoniche.
Per quanto riguarda la priorità dei
soggetti, a parità di condizioni, la precedenza è data agli Enti che
non hanno avuto contributi con il piano del 1999.
In merito alla procedura per la
presentazione della domanda, si fa presente che la documentazione
richiesta è la seguente: delibera della Giunta comunale; relazione
tecnica dei lavori; preventivo di spesa; scheda riassuntiva dei
lavori; dichiarazione del Sindaco per le scuole comunali, o del
Presidente degli enti gestori di scuola materna, da cui risulti che
non è prevista la chiusura nei successivi due anni della scuola
ubicata nell’edificio oggetto del contributo.
I contributi possono essere erogati
esclusivamente ai Comuni che siano proprietari degli edifici o abbiano
titolo per il loro godimento gratuito per un periodo ultraventennale e
che abbiano una popolazione inferiore a 10 mila abitanti.
La certificazione antimafia è
richiesta solo quando il valore complessivo dei lavori è superiore ai
300 milioni di lire.
L’importo massimo del contributo è di
60 milioni di lire.
Sono pervenute 1095 richieste ed è
stato possibile accoglierne solo 165, di cui 129 dei Comuni e 36 di
scuole materne autonome.
Questo dato evidenzia la grande
necessità e il grande fabbisogno di opere di edilizia scolastica nella
Regione Lombardia, fabbisogno che è stato stimato in 2.047 miliardi di
lire.
È evidente dunque che serve una
richiesta di un ulteriore trasferimento dallo Stato, perché i
contributi che lo Stato annualmente versa alla Regione Lombardia sono
del tutto insufficienti per affrontare la grave situazione in cui
versano molti istituti e molte scuole.
Faccio presente che il trasferimento
da parte del Ministero nel 1999 è stato di soli 38 miliardi di lire a
fronte di un fabbisogno, ricordo, di 2.047 miliardi.
Chiedo l’approvazione di questo
provvedimento.
|