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RAPPORTO ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA'
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esposizione'',
con tassi di mortalita' superiori a quello nazionale. Nel complesso,
sottolinea il rapporto, ''non sembra che i dati relativi agli ultimi anni
mostrino una diminuzione della mortalita' per questa neoplasia'', anzi,
suggeriscono ''che la curva e' ancora in una fase ascendente, o perlomeno
stazionaria''
e comunque mostrano ''un incremento della mortalita' in aree gia' segnalate
nei precedenti contributi e dove sono state gia' ampiamente formulate
associazioni con le principali fonti di esposizione all'amianto soprattutto
di tipo professionale''. Oltre alla conferma dell' incremento dell'
incidenza
nelle aree ''conclamate'', dal rapporto emergono per la prima volta numerosi
comuni per i quali non ci sono dati epidemiologici pre-esistenti, ma per
alcuni dei quali ''si puo' ipotizzare la presenza di amianto nei cicli
produttivi e/o nell'ambiente''.
In Italia, a fronte di un tasso di mortalita' per tumore maligno
della pleura che a livello nazionale risulta pari all'1,61 (per 100.000
abitanti), in Piemonte, Liguria, Lombardia e Friuli Venezia Giulia esso e'
piu' elevato ed e' pari rispettivamente al 2,68, al 4,77, al 2,07 e al 2,44.
A livello provinciale, invece, la mortalita' piu' alta si registra ad
Alessandria, Gorizia, Livorno e Taranto. Fra le aree in cui sono stati
notati incrementi di mortalita' per tumore pleurico vi sono in primo luogo
gli insediamenti dell' industria
navalmeccanica
e dell' attivita' portuale: la fascia costiera compresa in Liguria fra
Savona e La Spezia e in Friuli Venezia Giulia fra Trieste e Monfalcone e poi
Venezia, Livorno, Ancona, Civitavecchia, Napoli, Bari, Brindisi, Taranto,
Villa San Giovanni, Palermo, Cagliari ed alcune citta' sedi di porti.
Vanno
poi evidenziati i poli dell' industria del cemento-amianto, in particolare a
Casale Monferrato, Broni (in provincia di Pavia), Reggio Emilia e Bari.
Pur considerando, sottolinea l' Iss, che ''e' elevato il tempo di
latenza tra l' inizio dell' esposizione e lo sviluppo del tumore'' e
''sebbene sia chiaro che la contaminazione ambientale da amianto sia un
fattore in qualche misura
ineliminabile,
le situazioni in cui sussiste un' elevata concentrazione di fibre sono
quelle che richiedono un intervento prioritario''. Per questo, conclude,
''obiettivo primario degli studi epidemiologici e' contribuire all'
identificazione delle fonti di rischio che risultino ancora presenti sul
territorio e alla messa in opera di appropriate misure di prevenzione''.
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Y12-NE
26-NOV-02
18:28 NNNN
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