Dopo ogni alluvione arrivano puntuali come
cambiali le promesse e gli impegni. Fiumi di parole che inondano e
sommergono gli italiani più di qualsiasi esondazione o frana. L’Italia si ritrova spesso ad essere teatro
di disastri conseguenza di fenomeni di dissesto idrogeologico e non possiamo
che riconoscere che buona parte delle responsabilità di questi eventi
catastrofici è da attribuirsi all’uomo, che con le sue azioni scellerate
ha contribuito e contribuisce a snaturare l’ambiente e a rendere più
vulnerabile il territorio.
Il disboscamento di intere aree montane, le attività estrattive, la
costruzione di dighe, la cementificazione degli alvei dei fiumi,
l’abbandono del territorio montano e non ultima l’assoluta
irresponsabilità con cui si è costruito e lasciato costruire in zone a
rischio, aggravando situazioni già di per sé potenzialmente pericolose,
sono solo un esempio.
Proprio a Teglio
(Sondrio), per esempio un comune ad alto rischio, è stata costruita una
discarica nell’alveo del fiume Adda, disboscando ampie zone della montagna
soprastante e deviando il corso del torrente Torreggio, con la
“sinistra” acquiescenza delle associazioni ambientaliste e nonostante il
parere fortemente negativo del presidente dell’Associazione Nazionale dei
Geologi Italiani. Interventi
preventivi e politiche del territorio più oculate e responsabili
consentirebbero, oltre che di tutelare la vita di numerosissime persone,
anche un consistente risparmio economico, ma il
problema è che investire nella tutela del territorio non porta alcun
beneficio elettorale immediato ed è per questo che la prevenzione è sempre
stata trascurata. Oltre alle parole,
con le emergenze, arrivano anche i finanziamenti a pioggia. Ad esempio per la
Valtellina sono stati stanziati ben 2400 miliardi di vecchie lire di cui
solo una minima parte è stata impiegata per la difesa del suolo ed i
risultati sono ben evidenti. Il
4 novembre scorso, quando l’emergenza erano i veleni nell’aria e molti
facevano la danza della pioggia (esagerando, evidentemente!) ho presentato
una mozione per invitare il Parlamento a rigettare ogni ipotesi di condono
edilizio e ad effettuare controlli continui e puntuali per una gestione più
trasparente ed efficiente dei fondi. Nella stessa mozione si chiedeva
inoltre agli Assessori regionali competenti di relazionare in commissione
Ambiente sulla situazione attuale del dissesto idrogeologico
regionale (ogni comune lombardo a rischio deve al più presto essere dotato
di una carta del rischio idrogeologico in base alla quale conformare il
proprio piano regolatore e ogni sua variante) e sull’utilizzo dei fondi
destinati alla Valtellina e agli effetti prodotti dalle opere di difesa
finora realizzate. Purtroppo
ieri su questa mia iniziativa è mancato il numero legale, non è un bel
segnale ma spero che in futuro qualcosa possa cambiare. Silvia Ferretto
Clementi |