Pubblicato su "Il Giorno" del 12 agosto 1999  

AUTOSTRADE:
I PALLIATIVI NON RISOLVONO IL PROBLEMA

Secondo l'Istituto Superiore della Sanità sono 8 mila le persone morte in un anno sulle strade italiane, e 20 mila gli invalidi permanenti. Le cause di questa strage sono evidenti a chiunque ne abbia percorso solo qualche chilometro. Il Codice della Strada non viene rispettato e non c'è nessuno che lo faccia rispettare.

Nel mese di luglio ho percorso in autostrada quasi 2mila chilometri, e della Polizia Stradale non ho visto nemmeno l'ombra. Ho visto invece TIR che superavano non in seconda corsia, ma in terza, senza freccia e all'improvviso. Ho incontrato dei serial killer che praticavano un nuovo sport estremo «come sopravvivere viaggiando ad una velocità di 130 Km/h e anche più con una distanza di sicurezza non superiore al metro». Contro questi potenziali stragisti non c'è scampo. Non sempre è possibile cambiare corsia e lasciarli superare, e non è nemmeno raccomandabile aumentare la velocità, perché tanto, dalla tua auto, a qualsiasi velocità tu possa andare, non si scollano. L'unica speranza è quella di incontrare la Polizia Stradale, ma purtroppo la condizione disastrosa in cui versa, non lascia ben sperare, e la speranza lascia il passo alla rassegnazione.

I cantieri dei lavori stradali, aperti anche durante il grande esodo dei vacanzieri, rendono i viaggi un incubo. Nell'ultimo fine settimana 40 chilometri di coda sulla Salerno-Reggio Calabria sono stati provocati appunto dai numerosi cantieri aperti. Sarà mai possibile che una commissione d'inchiesta o un'indagine della Magistratura verifichi quante volte lo stesso tratto autostradale venga rifatto in pochi anni?

I bollettini di guerra di ogni week-end non possono quindi essere attribuiti al caso: sono il frutto di responsabilità precise. Quanti morti, signor Ministro dell'Interno, le servono per capire che i palliativi non sono più sufficienti, e che provvedimenti concreti non sono più rinviabili? Aumentare notevolmente l'organico e soprattutto dotarlo della tecnologia necessaria, è forse impossibile? Se si vogliono fermare i numerosi killer che scorrazzano indisturbati sulle nostre strade, e se si vuole impedire che l'unico giubbotto antiproiettile in dotazione a ogni volante , composta da due agenti, venga giocato ai dadi, è evidente, onorevole Jervolino, che il suo intervento non può più farsi attendere. Quanti morti, signor Ministro dei Trasporti, sono necessari perché si renda conto che il traffico di merci su gomma è evidentemente eccessivo, e che quindi bisognerebbe trasferirne almeno una parte su ferrovia? Più le strade sono affollate e più aumentano i rischi di incidenti.

In attesa che il governo si decida a intervenire, speriamo che siano gli stessi automobilisti e camionisti a comprendere che non vale la pena rischiare la propria vita e quella degli altri per arrivare un'ora prima. La velocità può essere più bella della vittoria di Samotracia come sosteneva il poeta futurista Filippo Tommaso Maria Marinetti, ma certamente lui, di quello che avviene sulle nostre strade non aveva idea.

Silvia Ferretto Clementi