Tratto da: INFORMATORE
MUNICIPALE di Novate Milanese Il tanto amato Voltaire, padre dei
principi che hanno illuminato la Rivoluzione francese e di conseguenza le
moderne democrazie, parlava spesso di giustizia e di libertà e sosteneva
che per garantire equa dignità a tutti si sarebbe dovuto abbattere ogni
legame con la tradizione spirituale della nostra storia. I suoi principi oggi hanno vinto e
i nostri governanti ne sono spesso e volentieri molto fieri e proclamano a
più riprese come e quanto sia bello questo egualitarismo psicologico
che ponendo tutti sullo stesso piano decisionale non discrimina
nessuno e non crea ingiustizie. Sappiamo benissimo purtroppo che le
cose non stanno affatto in questi termini, la tanto anelata giustizia per
tutti è ben lungi dall’essere presente; ad una tirannide di pochi, come
poteva accadere secoli fa, si è sostituita una tirannide di molti. Ma chi sono i deboli vittime
maggiori di questa dittatura della maggioranza? Prima tra tutti forse gli anziani.
Ciò che accade a questa enorme fascia della nostra popolazione è
assolutamente indecente e il tipo di “minorità”, per dirla con
Voltaire, che costoro sono costretti a vivere è della peggior specie.
Troppo spesso per mancanza di
possibilità economiche si è costretti
a chiedere aiuto ad enti assistenziali di volontari perché troppo
spesso per questo sistema, una volta che hai finito di dargli il meglio di
te stesso, puoi anche sparire. Anzi in questo mondo in cui ha
valore solo chi produce, se te ne vai ed eviti di dare fastidio è anche
meglio. Nei comuni delle cinture delle
grandi città si accentua poi il fenomeno dell’isolamento, le persone
anziane sono spesso costrette in casa per la maggior parte del loro tempo
inchiodate per ore davanti al televisore senza nessuna possibilità di
aggregazione. Noi pensiamo che il comune di
Novate dovrebbe farsi promotore di un centro di aiuti per le persone sole
anziane, non solo per coloro che, non autosufficienti per malattia, non
riescono ad avere la possibilità di essere ancora presenti attivamente
nella società, ma per tutti coloro che sono soli ma sani; aiutarli ad
amare la propria condizione, ad amare ancora una volta la vita. C’è una bellissima poesia di H.
Hesse che si intitola “invecchiando” e conclude con questi versi “La
morte non è né qui né lì/ è su tutti i sentieri/ è in te è in me/
non appena tradiamo la vita. Per non tradire la vita quando si è vecchi e
soli non basta essere convinti di esistere, bisogna vedere questa
esistenza assumere un significato anche per gli altri e vincere
l’emarginazione cui si è costretti. Questo futuro per gli anziani lo si
deve costruire insieme, lottando per tutto questo, lottando per dare un
futuro a chi ha poco tempo.
Silvia Ferretto Clementi |