Gloria Buffo: guerra di religione? Approccio sbagliato
Gloria  Buffo
  • Il conflitto religioso è un falso problema
  • Contano, invece, le disuguaglianze economiche
  • Gli islamici possono integrarsi in Italia
  • Ed è giusto concedergli l'otto per mille


"Abbiamo fatto un passo indietro, tornando a invocare conflitti e divisioni religiose. E' un messaggio indotto dai chi dispone dei mezzi culturali e mediatici, ma è una rappresentazione sbagliata della realtà". Gloria Buffo, parlamentare di lungo corso della compagine di centrosinistra, non ha dubbi: "L'eliminazione dei conflitti passa attraverso la riduzione delle disuguaglianze, sociali ed economiche". La religione, insomma,  non c'entrerebbe nulla, se non per la capacità di attirare verso il fondamentalismo e l'integralismo, i poveri e i delusi.

Onorevole Buffo, eppure assistiamo a un'escalation della conflittualità religiosa, come non accadeva da tempo. Perché?
"Ci sono interessi che fomentano questo tipo di fenomeni. Non voglio dire che ci venga imposto un modello. Ma ci sono leggi e comportamenti sbagliati.  Prenda il nostro premier, ad esempio: quando dice che la nostra civilità è superiore a quella islamica, compie un errore tanto quanto quello di un fondamentalista che ci considera infedeli".

Questo è un errore di comportamento, e le leggi?
"Beh, la Bossi Fini ad esempio. E' una legge pessima, che certo non favorisce l'integrazione. Però vorrei precisare che io sono meno preoccupata delle legge, che della grancassa suonata in pubblico, in tv o nei comizi, da chi la sostiene. Sono spesso affermazioni che contribuiscono a creare divisioni profonde e difficilmente risanabili".

D'accordo ma il fondamentalismo, l'estremismo, addirittura le minacce terroristiche  restano un problema per l'integrazione con gli italiani.
"Inannzitutto va sgombrato il campo da alcuni equivoci:  è sbagliata l'equazione tra islamici e terroristi, e questo è abbastanza chiaro. Ma bisogna chiarire che nemmeno i fondamentalisti sono terroristi. E' un  punto importante. Perché il terrorismo, ovviamente, è facilmente condannabile. E io faccio altrettanto. Col fondamentalismo, invece, bisogna semplicemente aprire un dialogo. Tra questi ultimi, e i terroristi, la differenza è enorme".

Vabbene ma tra gli ostacoli alla possibilità di una "pace sociale", molti inseriscono la condizione in cui versa la donna nella religione islamica. Lei che ha contribuito a cambiare quelle delle donne italiane non può che essere d'accordo.
"Sbagliato, non lo sono affatto. E proprio perché sono nata in un'epoca in cui le donne erano molto meno libere e più sottomesse di adesso. Il problema ha due facce: da una parte l'emancipazione delle donne non si può esportare con i missili, così come la democrazia. Insomma, bisogna lavorare sul piano culturale, sensibilizzare le donne islamiche, ma sono loro a doversi liberare. Dall'altra ricordiamoci che questi aspetti spesso dipendono dalle condizioni socio-economiche. Chi è più povero, in genere, istruisce meno le donne, le fa fare più figli, le relega in casa con un ruolo di sostegno alla famiglia, ma anche di isolamento. Risolvere questi aspetti, risolverebbe in gran parte anche l'altro problema".

E invece...
"Invece vedo che al fondamentalismo islamico si risponde con quello cattolico o cristiano in genere. Ed è una risposta sempre più sbagliata. L'integrazione non solo è possibile, ma anche necessaria. Non possiamo far finta di niente":

Quindi l'islam in Italia va trattato come le altre religioni. Otto per mille compreso?
"Certo. E' giusto che possano destinare una parte delle tasse che, da lavoratori regolari, pagano allo Stato, per la propria religione. Sono assolutamente d'accordo ad esendere anche a loro il meccanismo dell'otto per mille".