AFFARI ITALIANI
An/
La "ribelle" Silvia Ferretto lancia un input
a Fini. "Ritroviamo la nostra identità". E sulla questione Leoncavallo
spiega: "Nessuno spazio per chi infrange la legge"
9 giugno 2003
An deve ritrovare la propria identità
come partito.
A lanciare l'input ai vertici della segreteria di via della Scrofa è
Silva Ferretto, la "ribelle" milanese, il consigliere regionale
allontanato per via di una serie di incomprensioni con il capogruppo
Romano La Russa, fratello di Ignazio, dal gruppo regionale di An ma
comunque attivissima sul territorio, per conto del partito di
Gianfranco Fini.
"Effettivamente la mia condizione attuale è un po’ strana perchè pur essendo
un dirigente nazionale del partito non faccio parte del gruppo regionale di
An, seppur contro la mia volontà. Ma questa frattura credo sia sanabile. Nel
frattempo continuo a lavorare come e più di prima per An .Non posso fare
altrimenti, non posso che far politica in questo partito" racconta ad Affari
la grintosa politica lombarda, protagonista, negli ultimi tempi, di una
serie di iniziative legate al territorio, l'ultima dei quali è un dossier
che raccoglie 20 anni di intemperanze del Leoncavallo, tema caldissimo a
Milano, per sensibilizzare l'opinione pubblica ed in particolare i partiti
di maggioranza.
"Nel momento in cui il Leoncavallo avanza delle richieste, di
riconoscimenti, di spazio, di legittimazione, ho voluto portare
all'attenzione pubblica il suo curriculum. Fatto di violenze e infrazioni
alle leggi vigenti. Credo sia opportuno fare una netta distinzione tra chi
utilizza la violenza, che non deve avere alcuno spazio, alcuna agibilità e
alcun riconoscimento, e chi invece violento non è e merita attenzione.
Quindi finchè il Leoncavallo si presenta con il curriculum che ho divulgato
alla stampa è logico che non deve essergli dato spazio, mentre bisogna dare
spazio ai giovani e questo è un capitolo che deve essere affrontato. Questo
è un pre-requisito. Prima ci si mette a norma di legge, poi si discute, ma
come si fa a riconoscere o dare spazio a chi esercita violenza o a chi non
emette scontrini pur avendo 250mila accessi all'anno per concerti, dibattiti
e altro?"
Quelli dell'ordine e della sicurezza sono temi
storici per An: forse ultimamente li avete trascurati. Si spiega così il
calo nelle ultime amministrative?
"In parte è così. Abbiamo perso un po’ di identità, è evidente.
D’altronde è la prima volta che governiamo, se escludiamo la brevissima
esperienza nel primo governo Berlusconi, quindi abbiamo bisogno di
assestarci sulle nostre posizion. Da qualsiasi sconfitta elettorale bisogna
comunque trarre giovamento, per capire quali errori sono stati fatti e cosa
non ha funzionato. Da questo risultato bisogna mettere le basi per una
futura vittoria".
Ma cosa non ha funzionato secondo lei?
"Alcune prese di posizione che hanno creato problemi ad un partito come
il nostro. Per esempio sull’indulto, dove alcuni esponenti si sono schierati
a favore, una scelta che ha creato problemi ad un partito come il nostro che
si è sempre schierato per la certezza della pena".
Cosa ne pensa
delle questione del coordinatore nazionale?
"Non credo
serva, abbiamo un ottimo segretario di partito. Gianfranco Fini".
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