DROGA Da diversi giorni infuriano accese polemiche sull’utilizzo
dei derivati della cannabis per cosiddetti usi terapeutici. La cannabis è una droga e anche se viene definita
“leggera” è come tutte le altre droghe, una trappola per migliaia di
giovani inconsapevoli. Sono convinta che la mozione dei radicali approvata in
Regione Lombardia, rappresenti un messaggio
fuorviante, ancor più grave perché avallato dalle istituzioni. Compito delle istituzioni deve essere quello di supportare le
famiglie nel loro difficile ruolo educativo e non dare segnali
contraddittori e poco chiari creando loro ulteriori difficoltà nel far
comprendere ai figli quanto le droghe, tutte le droghe, siano dannose per la
salute. I Radicali, con la loro “pubblicità ingannevole”
vogliono diffondere la convinzione che per lenire le tremende sofferenze di
molti malati l’unica soluzione sia utilizzare i derivati della cannabis. Ma questo non è assolutamente vero. Il Ministro della Salute Sirchia, anche in qualità di
medico, ricorda che l’efficacia terapeutica di queste sostanze non è
scientificamente provata e che i loro effetti collaterali impongono massima
cautela nel loro utilizzo, tanto più che in commercio esistono già
numerosi farmaci in grado di lenire le sofferenze di chi soffre. Anche la Corte Suprema Federale degli Stati Uniti, con una
sentenza recente ha ribadito (con consenso unanime – 8 a 0) che la
marijuana non ha alcun beneficio terapeutico. Al di là dell’efficacia terapeutica, ci sono anche
numerosi studi che rilevano effetti nocivi della cannabis. Se è scontato dunque sottolineare che ognuno di noi è a
favore di farmaci che aiutino il malato ad affrontare la propria malattia e
a sopportare le sofferenze è anche vero che finchè l’efficacia non verrà
dimostrata scientificamente e gli effetti collaterali individuati e
controllati non è assolutamente accettabile che si facciano esperimenti
sulla pelle di migliaia di malati e di adolescenti. Sono decenni che gli antiproibizionisti si battono per
liberalizzare tutte le droghe, non solo la marijuana ma anche l’ecstasy e
l’eroina. In Parlamento è stata depositata persino una proposta di
legge che prevede l’apertura di coffee shop in ogni città per la vendita
di marijuana e hashis. Con questi presupposti mi sembra del tutto evidente che la
legalizzazione del paventato uso terapeutico di queste sostanze sia in realtà
un vero e proprio cavallo di Troia, utilizzato per convincere politici e
cittadini, che in buona fede e a ragione non vogliono far soffrire i malati,
della innocuità del provvedimento. Fortunatamente la Regione Lombardia ha approvato però anche
una seconda mozione, quella di Alleanza Nazionale, di cui sono prima
firmataria, nella quale si afferma un no chiaro e deciso nei confronti di
ogni ipotesi di liberalizzazione delle droghe e si invita la Giunta
Regionale ad intraprendere una massiccia campagna di prevenzione nelle
scuole, nelle discoteche, e nelle piazze informando i giovani sugli effetti
devastanti di tutte le droghe, cannabis inclusa. Per combattere il circolo vizioso della droga e la sua
esponenziale diffusione dunque è necessario smascherare la “pubblicità
ingannevole” di coloro che vogliono liberalizzare tutte le droghe e
soprattutto aiutare le famiglie ed i ragazzi a ritrovare il senso della
propria vita che certamente non può avere nulla a che fare con la cultura
dello sballo, la quale inevitabilmente porta alla perdita non solo del senso
della vita ma anche della vita stessa. Silvia Ferretto Clementi
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