DROGA
ATTENZIONE ALLA
"PUBBLICITA’ INGANNEVOLE"  

Da diversi giorni infuriano accese polemiche sull’utilizzo dei derivati della cannabis per cosiddetti usi terapeutici.

La cannabis è una droga e anche se viene definita “leggera” è come tutte le altre droghe, una trappola per migliaia di giovani inconsapevoli.

Sono convinta che la mozione dei radicali approvata in Regione Lombardia, rappresenti un  messaggio fuorviante, ancor più grave perché avallato dalle istituzioni.

Compito delle istituzioni deve essere quello di supportare le famiglie nel loro difficile ruolo educativo e non dare segnali contraddittori e poco chiari creando loro ulteriori difficoltà nel far comprendere ai figli quanto le droghe, tutte le droghe, siano dannose per la salute.

I Radicali, con la loro “pubblicità ingannevole” vogliono diffondere la convinzione che per lenire le tremende sofferenze di molti malati l’unica soluzione sia utilizzare i derivati della cannabis.

Ma questo non è assolutamente vero.

Il Ministro della Salute Sirchia, anche in qualità di medico, ricorda che l’efficacia terapeutica di queste sostanze non è scientificamente provata e che i loro effetti collaterali impongono massima cautela nel loro utilizzo, tanto più che in commercio esistono già numerosi farmaci in grado di lenire le sofferenze di chi soffre.

Anche la Corte Suprema Federale degli Stati Uniti, con una sentenza recente ha ribadito (con consenso unanime – 8 a 0) che la marijuana non ha alcun beneficio terapeutico.

Al di là dell’efficacia terapeutica, ci sono anche numerosi studi che rilevano effetti nocivi della cannabis. 
Da una ricerca francese è emerso che la concentrazione di prodotti cancerogeni in una sigaretta di cannabis è 4 volte superiore rispetto a quella presente in una sigaretta di tabacco e che per questo può favorire il cancro.  Altri effetti da non sottovalutare sono la riduzione della capacità sessuale, i disturbi della crescita, i disturbi nervosi con schizofrenia e paranoia e la difficoltà di concentrazione (secondo uno studio recente della Polizia Stradale, all’uscita delle discoteche il 40% dei ragazzi è risultato positivo a sostanze psicoattive e di questi il 60% alla cannabis, il che, secondo gli esperti aumenta di 5 volte il rischio di un incidente stradale grave) e di apprendimento.

Se è scontato dunque sottolineare che ognuno di noi è a favore di farmaci che aiutino il malato ad affrontare la propria malattia e a sopportare le sofferenze è anche vero che finchè l’efficacia non verrà dimostrata scientificamente e gli effetti collaterali individuati e controllati non è assolutamente accettabile che si facciano esperimenti sulla pelle di migliaia di malati e di adolescenti.

Sono decenni che gli antiproibizionisti si battono per liberalizzare tutte le droghe, non solo la marijuana ma anche l’ecstasy e l’eroina.

In Parlamento è stata depositata persino una proposta di legge che prevede l’apertura di coffee shop in ogni città per la vendita di marijuana e hashis.

Con questi presupposti mi sembra del tutto evidente che la legalizzazione del paventato uso terapeutico di queste sostanze sia in realtà un vero e proprio cavallo di Troia, utilizzato per convincere politici e cittadini, che in buona fede e a ragione non vogliono far soffrire i malati, della innocuità del provvedimento.

Fortunatamente la Regione Lombardia ha approvato però anche una seconda mozione, quella di Alleanza Nazionale, di cui sono prima firmataria, nella quale si afferma un no chiaro e deciso nei confronti di ogni ipotesi di liberalizzazione delle droghe e si invita la Giunta Regionale ad intraprendere una massiccia campagna di prevenzione nelle scuole, nelle discoteche, e nelle piazze informando i giovani sugli effetti devastanti di tutte le droghe, cannabis inclusa.

Per combattere il circolo vizioso della droga e la sua esponenziale diffusione dunque è necessario smascherare la “pubblicità ingannevole” di coloro che vogliono liberalizzare tutte le droghe e soprattutto aiutare le famiglie ed i ragazzi a ritrovare il senso della propria vita che certamente non può avere nulla a che fare con la cultura dello sballo, la quale inevitabilmente porta alla perdita non solo del senso della vita ma anche della vita stessa.

 

Silvia Ferretto Clementi
Consigliere Regionale di AN