18/09/2001 Gli italiani che hanno assistito alle immagini di quanto è avvenuto a Genova, probabilmente si staranno ancora chiedendo, se e come sia possibile che violenze simili siano a noi così vicine. Quanto avvenuto nella città ligure poteva avvenire ovunque, a
Milano a Torino o a Bari, certamente un inconfessabile pensiero ha attraversato
le menti di tutti gli italiani non residenti a Genova Oltre allo scampato pericolo per alcuni e la rabbia dei genovesi che il pericolo lo hanno visto sotto le loro finestre, in tutti è rimasta la domanda perché, cosa ha potuto scatenare tanto odio e tanta violenza. La risposta è facilmente individuabile negli appelli e sottoscrizioni lanciati dai famosi intellettuali di sinistra, ad iniziare da Bobbio, i quali avendo compreso levidente e prossima sconfitta della sinistra, hanno iniziato ad incitare gli animi e a soffiare sul fuoco se vince la destra è a rischio la democrazia hanno detto. Il leader del centro destra, secondo loro, era ed è paragonabile a un qualsiasi dittatore di stampo sudamericano ed evidentemente le loro coscienze democratiche non potevano assistere alla nascita, e al consolidamento di una dittatura. Dopo la vittoria della destra hanno compreso che lultima speranza era la piazza. I cani tuttaltro che sciolti dei centri sociali, da sempre curati, coccolati e protetti, ed anche in alcuni casi mantenuti con laute consulenze, sono tornati utili. Questi giovani disubbidienti che hanno dichiarato esplicitamente guerra allo Stato, da anni covavano odio e aspettavano il momento opportuno per dimostrarlo. A Genova, la sinistra ha dato loro la possibilità di mettere a frutto le loro abilità, hanno potuto applicare le migliori tecniche di guerriglia urbana, lallenamento non gli mancava di certo e la teoria lavevano appresa, molto bene, dai loro maestri. Qualcuno, ha voluto distinguere le tute bianche da quelle nere, personalmente non credo vi sia una gran differenza. Entrambe considerano la proprietà privata un furto e di conseguenza si dedicano agli espropri proletari e ad atti di vandalismo, ed entrambe sono convinte di dover con ogni mezzo, violenza compresa, impedire alla destra non solo di governare, ma anche di aver un minimo dagibilità politica. Lobiettivo delle tute bianche al G 8 non era certo la lotta alla povertà, della quale evidentemente non gliene importava un gran che, lobiettivo eraalzare il livello dello scontro, accrescere lodio, alimentare le schiere dei futuri disobbedienti, è per questo che hanno volutamente colpito le forze dellordine. Il loro non è solo un atavico disprezzo nei confronti dei tutori dellordine, ma è stata una precisa tecnica utilizzata dalla guerriglia in ogni luogo, colpire per provocare la reazione. Si sono volutamente confusi nella folla dei manifestanti spesso acquiescenti, assicurandosi da un lato limpunità, e dallaltro il coinvolgimento dei manifestanti non appartenenti allo schieramento più violento. La polizia, che evidentemente, non poteva in alcun modo distinguerli, ha caricato il gruppo allinterno del quale i più violenti si erano nascosti. La divisa serve proprio a questo, chi non la indossa vuole che il conflitto colpisca le parti non belligeranti, è un mezzo per alimentare le proprie formazioni. Alle prossime manifestazioni i disobbedienti saranno cresciuti e la spirale di violenza aumenterà. Lapertura delle scuole darà la possibilità ai cattivi maestri di soffiare sul fuoco. Alcuni docenti universitari hanno già ripreso a lanciare appelli, contro le forze di polizia, sul quotidiano comunista il Manifesto. Ecco, gli imprenditori politici e culturali della violenza e dellodio sventolano già le loro rosse bandiere, aspettando che le strade tornino nuovamente a macchiarsi di sangue e le nostre piazze si trasformino presto in futuri scenari di guerra. Silvia Ferretto Clementi |