Se è vero che l’equazione musulmano uguale terrorista è sbagliata, è però altrettanto vero che i terroristi, responsabili delle stragi delle Twin Towers e di Madrid, del massacro di Nassirya, e delll’omicidio del giornalista italiano Enzo Baldoni - che da tempo hanno dichiarato guerra alle democrazie occidentali e che ora cercano di ricattare la Francia - sono islamici. Sono islamici così come lo sono anche molti dei governi di quegli Stati in cui l’applicazione della legge comporta la violazione quotidiana dei diritti delle minoranze e di milioni di donne e di bambini. In questi Stati e per i terroristi gli attentati sono “guerra santa” e i kamikaze sono “eroi e martiri”. Il fanatismo ed il terrorismo sono fratelli siamesi e devono essere combattuti insieme, ma senza generalizzazioni e per questo è importante distinguere anche all’interno della comunità musulmana tra coloro che, pur tra mille difficoltà, cercano di democratizzare l’islam ed integrarsi, e coloro che, pedine più o meno consapevoli di una criminale strategia politico religiosa, al contrario, spingono per esasperare le posizioni. Le responsabilità sono sempre personali o dei governi e non certo dei popoli. Confondere le responsabilità e attribuirle genericamente e indifferentemente ad un’intera popolazione o, peggio, ad un gruppo religioso o etnico significa alimentare la spirale d’odio ed il conflitto rendendolo difficilmente sanabile. Per evitare pericolose generalizzazioni è indispensabile che i terroristi e i loro fiancheggiatori vengano isolati e denunciati dalle comunità musulmane stesse, cosa che purtroppo fino ad oggi non è mai avvenuta. Una reale volontà di integrazione non può prescindere dalla condivisione dei principi democratici pluralisti e tolleranti che caratterizzano la nostra società e dal rispetto reciproco. Per questo ritengo la legge francese, che bandisce dalle aule scolastiche i simboli religiosi, tra i quali lo chador, sia espressione di fanatismo laicista. Detto questo, è però importante che la Francia non ceda al ricatto dei terroristi che vorrebbero modificare con la forza della violenza ciò che un parlamento democraticamente eletto ha deciso. Tuteliamo la libertà religiosa, lasciamo che nelle classi resti il crocifisso, simbolo innegabile delle nostre radici, lasciamo che le donne possano coprirsi il capo, ma non ovviamente il volto, ma pretendiamo ed imponiamo il rispetto delle leggi, ricordando a chiunque entri in Italia che oltre ai diritti ci sono i doveri. Silvia Ferretto Clementi |