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Dal sito www.corriere.it |
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Roma,
un partito va alla conquista dei musulmani |
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Un italiano fonda il
movimento islamista «Se Allah lo vuole andremo alle
elezioni» |
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Stella Gian Antonio |
Roma, un partito
va alla conquista dei musulmani Un italiano fonda il
movimento islamista «Se Allah lo vuole andremo alle
elezioni» ROMA - La conversione del Papa all' Islam
gli è andata buca. Eppure nell' appello al «pontefice
extracomunitario», al quale ricordava che «tra breve tempo incontrerà Allah»,
era stato esplicito: «Vescovo di Roma! A nome di tutti
i musulmani che condividono questo nostro atto doveroso, la invito ad
abbandonare la religione idolatrico-politeistica
cattolica che profes sa e pronunciare la Shahada, testimonianza di fede del musulmano». Macché:
zero. Non un cenno di risposta. Adel Smith, italiano di origini
scozzesi e mamma egiziana, non si è dato però per vinto. E, dopo aver incitato
a passar la calce sull' affresco di Giovanni da Modena
nella basilica bolognese di San Petronio dove il Profeta è ignudo tra i dannati
e a censurare il Dante della Divina Commedia («Or vedi com' io mi dilacco / Vedi come storpiato è Maometto / Dinnanzi a me s'
en va piangendo Alì / fesso nel volto dal mento al
ciuffetto»), tira dritto nella sua personale jihad.
Tanto da aver fondato il primo partito islamista
italiano: la minuscola ma bellicosa Unione musulmani d' Italia.
Spiega che Osama Bin Laden, senza prove, è colpevole al massimo di «apologia di
reato» e va paragonato a Geronimo, l' apache che
resistette eroicamente all' avanzata dell' uomo bianco. Che l'
attacco alle Torri gemelle «non si può definire terrorismo a meno che
non si definiscano allo stesso modo le bomb e
atomiche su Hiroshima e Nagasaki e l' appoggio Usa allo stato aggressore d'
Israele». Che «ci sono anime di cui è lecito versare il sangue» e che «un
sopruso fatto a uno di noi è fatto a tutto l' Islam». Omar Camilletti, un italiano
convertito che è consigliere della Lega musulmana mondiale, dice che gli
islamici italiani si dividono in cinque categorie: «I laici che sono la grande maggioranza, i Sufi (che
teorizzano il dialogo interreligioso), i moderati (che credono nel rispetto
delle regole del Paese in cui vivono), i politicanti e gli scoppiati». Adel Smith e il suo braccio
destro Massimo Zucchi, un convertito che vent' anni
fa fece molti mesi di galera, prima d' essere assolto, con l' accusa di essere
vicino alle Br, apparterrebbero a questi ultimi:
«Estremisti che dicon cose spesso al
limite del codice penale. Isolatissimi rispetto alla comunità romana. Una comunità pacifica, di gente che lavora e riga diritto». Smith contesta tutto. Non solo rivendica di avere raccolto
in una manciata di mesi, in tutta Italia, 4.500
aderenti. Ma ribalta l' accusa sui moderati («parola
inesistente nel Corano») come Camilletti o Mario Scialoja, l' ex ambasciatore italiano a Riad
che oggi è uno dei punti di riferimento della grande Moschea d i Monte Antenne,
costruita nel 1973 coi soldi dell' Arabia Saudita: «Sono loro gli estremisti». E divide a sua volta i musulmani in tre categorie: «Gli
estremisti terroristi, gli ortodossi e gli estremisti pacifisti». I primi,
spiega, sono quelli che usano la violenza anche se non è necessaria. I secondi
sono lui e i suoi dell' Unione, «rispettosi del Corano
nella sua interezza». I terzi «quelli come Scialoja
che dicono che l' Islam è pace. Punto. Un errore gravissimo
che deforma l' immagine del l' Islam. Perché l' Islam è pace ma, se necessario, anche guerra. Non è mica
una setta buddista che predica il pacifismo a
oltranza!». Per non parlare della teoria dei moderati «per
cui l' Islam è democrazia. Falso: è teocrazia. Noi non crediamo nell a democrazia. Crediamo nella teocrazia». Per questo,
dice, ha fondato «non un' associazione qualsiasi ma un
partito vero e proprio. Perché l' Islam è un tutto
unico: fede e politica». Si prepara dunque a presentarsi alle elezioni? «Se Allah vuole, appena saremo pronti. Il prima possibile».
Quanti voti possa prendere sulla carta il primo
partito islamico italiano non si sa. Certo, se avessero diritto di voto anche
gli immigrati, quella di Roma sarebbe una delle comunità più forti d' Italia. Tra l e 90 e le 100 mila persone. Ogni tanto, i
più esagitati e sognatori si ripetono le parole della profezia: «Ho chiesto al
Profeta: quale delle due città verrà prima conquistata
dall' Islam, Costantinopoli o Roma? Mi ha detto: prima Costantinopoli, poi
Roma. Prima della fine del Tempo del Giudizio Roma sarà conquistata dall' Islam». Una traduzione sbagliata, dicono i moderati:
«Una forzatura: la lettura corretta è che Roma si aprirà ai musulmani». Certo
sono già stati «conquistati» dagli immigrati pezzi di città. Come certe strade
intorno alla Stazione Termini. Certi condomini dove i prezzi, sospirano i
proprietari, son scesi ai livelli delle case nelle
periferie del Gran Raccordo Anulare. Certe file di vetrine via via abbandonate dai bottega i
romani per far il posto a negozi di merce esotica dai colori accesi e profumi
intensi. Il sito www.romamultietnica.it ha una guida alla «città invisibile» ma
è ormai una banalità politically correct:
la città degli «altri» è in realtà vistosissima. Su 23 mila abitanti il
quartiere Esquilino conta circa 4 mila stranieri residenti più 6 mila
«domiciliati» più un numero imprecisato di irregolari
ammassati in pensioni altrettanto irregolari dove ai poveretti capita di
dormire nello stesso letto a rotazione, in turni di 8 ore. Molti sono cinesi e
filippini, gli altri arabi, bengalesi, africani di
colore. Divisi da tutto, uniti dal Corano. Le tre scuole dell'
obbligo hanno complessivamente 2.400 alunni di cui 600 figli di
immigrati. Le licenze commerciali in mano agli italiani sono 636, agli
stranieri 375. La tensione, dopo una serie infinita di conflitti più o meno
duri e violenti tra i «nostri» e i «loro» e la scoperta un
paio d' anni fa d' una scuola coranica clandestina
dove gli immigr ati erano
avviati al lavoro nero e incitati all' infibulazione
sulle bambine, è altissima. An, che in mancanza della
Lega è identificata come il partito più duro con gli extracomunitari, ha oltre
il 30 per cento. Gli episodi di razzismo non mancano. E
sulla Padania, prima che il mercato fosse spostato,
si potevano leggere su Piazza Vittorio cose così: «Nella risistemazione
si è omesso di dotarla dei servizi igienici, ma questo per i musulmani non
costituisce un problema, si arrangiano come è lor o consuetudine». Dicono le indagini sugli attentati al Wtc che proprio a Roma, dove sarebbero stati sventati
alcuni attentati contro ambasciate e altri obiettivi, c' era
e forse c' è ancora una cellula di Al Qaeda, che di
qui è passato almeno due vol te Mohammed
Atta, che qui ha vissuto a lungo Lofti Raissi, il pilota algerino che avrebbe addestrato quattro
dei 19 kamikaze dell' 11 settembre. Eppure, la città
musulmana dentro la città eterna pare quieta. Gli imam,
compreso quello di Centocelle ch
e pareva il più focoso, dispensano parole di moderazione. Le moschee non danno
problemi. Il sito www.arabroma.com promosso da Zair Loussini invita i musulmani a «liberarsi dalla schiavitù
dei fondamentalisti», dalla «cultura della
superstizione e dal la mentalità dell' assassinio». La
tivù Orbit, lingua araba e capitali sauditi, sta alla larga da ogni incitamento alla violenza. E insomma
tutta la complessa umanità islamica, comprese realtà estreme quali la casbah
del Pigneto, una baraccopoli tra la Casilina e la Prenestina, offre un quadro d' insieme (quasi) tranquillizzante. L'
ideale, spiegano i moderati, per mostrare che l' Islam
è «equilibrato, pacifico, tollerante». L' ideale,
spiegano gli infiltrati integralisti, per restare «in sonno» . Gian Antonio
Stella (3 fine. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 19 e il 22
ottobre) Le conversioni in Italia CON PASSAPORTO Sono dai 40 ai 50 mila i
musulmani con cittadinanza italiana, secondo il sociologo Stefano Allievi: un
decimo ci rca della comunità islamica, che conta
circa 450 mila fedeli (fonte Caritas). Gran parte di loro sono figli di immigrati, e in misura minore
persone che si sono convertite LA NUOVA