Pubblicato su "Il Giorno" del 10 febbraio 2000  

NO ALLA DROGA SI ALLA VITA

 
L’uso di sostanze psicoattive sta assumendo proporzioni sempre più ampie e preoccupanti, soprattutto se si considera la forte diffusione  e l’evidente collegamento con la criminalità.

La legge italiana dopo il referendum del 1993, non considera più il consumo di droga un reato. La Corte di Cassazione ha più volte dichiarato non punibile la detenzione di decine di grammi d’eroina o di cocaina.

La gravità della situazione è evidente, l’impunità viene garantita ai grandi trafficanti e ai piccoli spacciatori.

I giovani D.S. non contenti, chiedono ancor di più, vogliono la totale legalizzazione.

Ritengo questa scelta profondamente sbagliata , lo Stato deve aiutare i propri cittadini più deboli a vivere non a morire.

La filosofia della riduzione del danno ha determinato il peggioramento complessivo delle condizioni di vita e di salute del tossicodipendente con un’evidente cronicizzazione del disagio e con gravi ripercussioni nel campo dei comportamenti illeciti spesso criminali.

Il tossicodipendente non è in grado d’autodeterminarsi, né di valutare attentamente la realtà ; per questo ritengo indispensabile, nell’interesse non solo dello stesso, ma anche della collettività, imporre l’obbligo di cura.

Non possiamo assistere inermi, non possiamo lavarcene le mani, la cura, il recupero e il reinserimento non è solo un obbligo è anche un diritto, un diritto alla vita che nessun Partito, nessun Giudice, nessuno può sottovalutare.

Le Comunità terapeutiche, il volontariato svolgono un ruolo di primaria importanza, a loro dobbiamo il nostro grazie, ma non basta.

Bisogna rimuovere le cause di questa piaga: la mancanza di valori, di punti di riferimento, la mancanza di lavoro, il disumano rapporto fra uomo e territorio, l’emarginazione.

Fin dalla prima infanzia si deve dare un’informazione corretta sugli effetti negativi, che possono derivare dall’assunzione e sulle patologie correlate all’uso di queste sostanze.

Si deve aumentare la consapevolezza dei cittadini e degli amministratori sulla necessità di sviluppare politiche per promuovere la salute, per far capire che tutte le droghe, anche le cosiddette nuove droghe, sono pericolose e nocive.

Tutte le droghe possono uccidere comunque l’Uomo: se non lo uccidono dal punto di vista fisico lo possono annientare sul piano morale e psichico rendendolo schiavo e non più Uomo libero

Silvia Ferretto Clementi