Da "Il
Giorno" del 24 luglio 1999 UN
AIUTO REGIONALE AGLI A
non tutti gli italiani piace portare gli animali in vacanza. E così, ben
10 mila animali nel solo mese di giugno (il 10% in più rispetto al 1998)
sono stati abbandonati da proprietari poco disposti a condividere la pausa
estiva con il proprio gatto o il cane. E la sorte che spetta ai nostri
amici a quattro zampe non è delle migliori. Dei
200 mila animali lasciati al loro destino ogni anno, oltre 150 mila
muoiono di fame, di sete o in incidenti stradali, mentre circa 50 mila
sono destinati ad una vita in prigione nei canili o ad essere torturati
nei laboratori. Quella dell’abbandono degli animali domestici è un’incresciosa piaga che ha radici profonde nella mancanza di rispetto che affligge molti proprietari. Tenere in casa un gatto o un cane è senz’altro una bellissima esperienza ma bisogna sapere che comporta responsabilità e anche sacrifici, e se si hanno dei dubbi non è il caso di fare esperimenti. Per contrastare il fenomeno ormai dilagante non servono solo sanzioni e pene più severe; sono necessarie sensibilità ed educazione che vanno trasmesse a figli e genitori, la maniera migliore per far sì che, oltre agli animali, siano rispettati anche gli esseri umani. Gli animali non sono degli oggetti, non possono essere considerati dei giocattoli. E preoccuparsi del proprio gatto o del proprio cane in tempo di vacanza è un modo per cominciare. Esistono per esempio moltissime persone disposte a farsi carico di gatti e cani in questi periodi di transizione, molte delle quali impossibilitate a farlo anche per ragioni economiche. Un’idea sarebbe quella di permettere a quanti desiderano sottrarre il cane al calvario del canile, dove a volte si arrivano ad ammassare anche 1.700 animali, di usufruire gratuitamente dell’assistenza del veterinario e delle vaccinazioni. Questa soluzione, oltretutto, andrebbe anche ad incidere su quanti del randagismo hanno fatto un vero e proprio business, gonfiando le cifre reali dei cani “ospitati” per continuare a beneficiare del compenso giornaliero garantito dagli enti locali. Per non parlare delle condizioni fatiscenti in cui versano molti canili. E poi non bisogna dimenticare che gli animali vaganti sono spesso causa di incidenti stradali: oltre 45 mila in dieci anni con un bilancio di 1.500 persone ferite e 80 morti. Il fenomeno andrebbe quindi affrontato seriamente sia per salvare gatti e cani da una sorte infelice e spesso senza via di scampo sia per tutelare la sicurezza degli esseri umani, troppe volte messa a rischio da situazioni paradossali. La Lombardia resta a tutt’oggi l’unica regione a non avere una normativa sulla prevenzione del randagismo e questo comporta, fra l’altro, l’impossibilità di usufruire di un finanziamento di tre miliardi per realizzare iniziative e strutture adeguate. Approvando questa legge non solo non si disperderebbero i fondi statali ma si renderebbe anche un utile servizio a tutta la cittadinanza. Silvia Ferretto Clementi
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