IL BARBAROSSA
(www.barbarossaonline.com)
ANNO II -
NUMERO 18 - 19 luglio 2003
L'INTERVISTA
D:
Silvia Ferretto e' una delle piu' combattive donne di AN, da
sempre. Eletta al Consiglio regionale della Lombardia, molte sono le
battaglie che ha affrontato facendosene portavoce in quella sede; fra le
ultime quella relativa al finanziamento dei Centri giovanili che chiaramente
si dissocino dalle violenze, riprendendo un disegno di legge regionale da
lei presentato nel novembre 2000 e mai discusso. A che punto è questo
progetto di legge?
R: Il progetto purtroppo non è ancora stato discusso ma
spero che ciò possa avvenire quanto prima. Nel frattempo ho realizzato un
dossier sui vent’anni di violenze del Leoncavallo contro le forze
dell’ordine, gli esponenti politici, i sindacati e in generale contro
Milano, i suoi cittadini e le loro proprietà. Un dossier ha l’obiettivo di
far riflettere tutti coloro che ancora oggi sostengono che i cosiddetti
ragazzi del Leoncavallo hanno diritto ad avere in questa città spazi sociali
da autogestire. Un dossier per rinfrescare la memoria a tutti coloro che, a
differenza di tanti militanti di destra, non portano sulla propria pelle i
segni delle loro lezioni di “democrazia”.
D: Forse il risultato piu' eclatante e' stato quello
condotto contro Adel Smith, Presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, per
lo scioglimento del partito da lui fondato. Qualche mese fa le firme
raccolte erano ben 65.000 e la campagna sarebbe proseguita sino al
raggiungimento delle 100.000 adesioni. A che punto siamo? Ci sono nuovi
risvolti della situazione?
D: Le firme raccolte sono in effetti ormai quasi 100.000.
Un enorme successo, davvero. Sulla questione qualche mese fa ho presentato
anche un esposto alla Procura della Repubblica affinché si indaghi su Adel
Smith, per violazione degli art. 403 e 404 del Codice Penale e della legge
Mancino. Smith infatti oltre ad aver più volte pubblicamente offeso la
religione cattolica, mediante vilipendio a cose sacre e a persone che la
professano e la rappresentano istiga pericolosamente all'odio e allo scontro
religioso
D: Entrando nel sito
www.ferretto.it
si e' colpiti dalla grande quantita' di interventi, ordini del giorno,
progetti, petizioni -quasi quotidiani- cui da' vita. Non teme che si possa
correre il rischio di una sovraesposizione o, peggio, di cadere nell'accusa
di protagonismo?
D: No, svolgo il mio lavoro nell’interesse del partito e
dei cittadini; d’altra parte mi pare sia per questo che sono stata eletta e
non certo per scaldare la sedia o schiacciare bottoni, o no? Nel mio sito
rendo quotidianamente conto ai cittadini del mio operato, nella massima
trasparenza.
D: E giungiamo alla faccenda piu' spinosa. In questi mesi
sulla stampa si e' parlato ampiamente della sua rimozione da Presidente
della Commissione cultura della Regione Lombardia. Ovviamente la faccenda
non e' stata tranquillamente accettata da lei, anzi... La sua "riduzione" al
ruolo di "semplice" consigliere regionale e' stata vissuta come un affronto
da lei; ci sono state polemiche piuttosto dure con il Presidente del Gruppo
consiliare di AN, Romano La Russa. Ora sembra che la buriana sia passata, ma
ci sono ancora voci che la vorrebbero dissidente, o addirittura
dimissionaria, dal partito. Qual e' la sua posizione oggi?
R: L’unica mia colpa è quella di aver criticato Romano La
Russa, il quale non ha digerito l’affronto e mi ha espulsa dal gruppo
regionale, violando in modo palese lo Statuto del Partito che prevede che
solo il Presidente Nazionale possa prendere misure disciplinari nei
confronti dei membri dell’Assemblea Nazionale, quale io sono. Attualmente
dunque, per quanto fuori dal gruppo regionale, resto a tutti gli effetti
componente dell’Assemblea Nazionale di AN. Io sono e resto di Alleanza
Nazionale. Credo nelle nostre idee e pertanto non posso che far politica in
nome e per conto del Partito al quale mi onoro di appartenere da più di 20
anni. Nessuno potrà mai obbligarmi a tradire i 9103 elettori di AN che mi
hanno votata.
D: Le donne in AN vogliono contare sempre di piu'. Anche
nella Festa Tricolore di Milano c'e' stata una precisa volonta' femminile di
guadagnare spazio, visibilita', e, perche' no, potere. In un partito
"maschilista" quale spazio c'e' ancora oggi per le donne che fanno politica?
R: Non è questione di potere o di quote. In AN le donne non
hanno mai avuto problemi di questo tipo. Si sono rimboccate le maniche e si
sono date da fare. Semmai il problema è che sono necessarie, per tutti,
uomini e donne, regole chiare che vengano da tutti rispettate.
D : Le ultime elezioni non sono andate bene per AN, e non
parliamo solo di Roma. Che succede?
R: Oggi più che mai rischiamo di perdere la nostra identità
e la nostra diversità. Occorre tener sempre ben presente che governare deve
essere un mezzo per far vincere le idee, non un fine. Qualcuno invece
purtroppo a volte lo dimentica, confondendo pericolosamente i fini con i
mezzi.
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