TG Com - 10/07/2003

Indultino: 20.000 firme per il no

Lombardia, iniziativa di Ferretto (An)

Clima teso nella Cdl e non solo per l'affossamento della cabina di regia per il coordinamento economico e per le polemiche incrociate tra i vari partiti della coalizione. Lo scontro interno si è esteso anche ai lavori parlamentari e alla discussione sull'indultino, duramente osteggiato da Lega e An. E dalla Lombardia l'esponente di An Silvia Ferretto annuncia il raggiungimento delle 20.000 firme contro la proposta di concessione di indulto o indultino.

"In pochi mesi –afferma la Ferretto, presidente del Comitato Italia Sicura per la Tutela di Abele- abbiamo raccolto 20.000 firme. Gli italiani sono fortemente preoccupati per le conseguenze di un provvedimento che, se approvato, porterà al rilascio di molte migliaia di detenuti. Le firme raccolte saranno inviate nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica e al presidente del Senato".

Dai risultati di un’indagine Eures -ricorda poi l'esponente di An- ben il 62% di chi commette reati è recidivo, a dimostrazione non solo dell’inutilità ma anche e soprattutto della pericolosità di provvedimenti come quello in votazione alla Camera. Se analizziamo poi la durata media delle pene inflitte per i vari reati (solo 12 anni per omicidio volontario, poco più di 8 per quello preterintenzionale, 2 soli anni per la rapina e per l’ estorsione e solo pochi mesi per furti e truffe) ci rendiamo conto di quanto
sia già di per sé grave la situazione, anche senza atti di clemenza".

"Se il problema è veramente il sovraffollamento delle carceri -conclude poi la Ferretto- credo che l’indulto o provvedimenti analoghi rappresentino palliativi che hanno decisamente più contro che pro. La soluzione non può essere che quella di costruire nuove carceri oppure, se i numeri che sono stati diffusi rappresentano la realtà ed effettivamente più del 30% dei detenuti è extracomunitario, bisognerebbe cercare di stipulare al più presto accordi bilaterali con i paesi di provenienza di queste persone così da far scontare loro la pena nel proprio Paese".