Istituzione
di un fondo a sostegno delle vittime della criminalità finanziato
dal
lavoro dei detenuti e nuove norme sul lavoro nelle carceri. E'
quanto previsto
dal progetto di legge presentato da Silvia Ferretto, esponente
regionale lombardo
di An e presidente del circolo "Italia sicura per la tutela di
Abele". Partita da oggi
la raccolta di firme contro la proposta di indulto, soluzione
reputata "folle e pericolosa".
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"L’Italia
è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Citando la
Costituzione,
il consigliere regionale di An, legittima la sua proposta che mira a
risolvere due problemi
in una volta sola. Da un lato infatti, far lavorare i
detenuti significa garantire loro
un reinserimento reale nella società, dall'altro, con il loro
lavoro si potrebbe finanziare
un fondo per le vittime della criminalità, troppo spesso
dimenticate dallo Stato.
Sempre a proposito di detenzione, Silvia Ferretto non ha mancato di
sottolineare la
sua contrarietà all'indulto, soluzione folle che "andrebbe a
minare la già fragile credibilità
del sistema giuridico italiano". Per l'esponente regionale di
An, occorrerebbe invece
prendere in considerazione soluzioni alternative: "dato che ben
il 40% dei detenuti è
extracomunitario - ha affermato - si stipulino accordi con i paesi
d’origine per far loro
scontare lì la pena detentiva "
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