MILANO –
“Nessuno vuole introdurre i lavori forzati per i detenuti.
Una cosa però è certa: mantenere nell’ozio migliaia e
migliaia di persone
è controproducente e diseducativo”. Sono queste le
premesse ideologiche della proposta di legge parlamentare (Plp)
depositata il 23 dicembre scorso alla Regione Lombardia da
Silvia Ferretto Clementi, consigliere di Alleanza Nazionale
e presidente della Commissione Cultura. Esplicito il titolo
del Plp, prossimamente al voto in consiglio regionale:
“Istituzione di un fondo a sostegno delle vittime della
criminalità e nuove norme sulla destinazione della
retribuzione del detenuto lavoratore”.
Semplice l’idea della Ferretto. Far lavorare i detenuti
(disposti a farlo), ripartendo così i guadagni: 40 per
cento della loro retribuzione a favore del fondo di sostegno
per le vittime della criminalità, 40 per cento da versare
nelle casse dell’amministrazione carceraria a titolo di
rimborso delle spese di mantenimento. La restante quota del
salario – pari al 20 per cento – “verrà accreditata a
favore del carcerato”.
“La mia proposta – spiega il consigliere – punta a
promuovere il reinserimento reale dei detenuti nella società,
dando loro la possibilità di lavorare e di contribuire così
al proprio mantenimento e al finanziamento di un fondo a
favore delle vittime della criminalità”. Queste ultime
– incalza la Ferretto lanciando al galoppo uno dei cavalli
di battaglia del partito di Gianfranco Fini – “sono
troppo spesso abbandonate a se stesse, subendo
un’ulteriore inaccettabile ingiustizia da parte delle
Stato, che troppo spesso si preoccupa di tutelare i diritti
dei detenuti piuttosto che quelli delle loro
vittime”.
Il lavoro – questa è la filosofia del Plp –
nobiliterebbe i carcerati: “E’ scandaloso mantenere
persone che vivono dalla mattina alla sera nell’ozio più
totale”. Mirando diritto a Roma e al Parlamento, il
consigliere regionale ha già ottenuto l’appoggio dei
consiglieri di An della Regione Veneto e Piemonte: anche ai
consigli regionali spetta, infatti, il potere di iniziativa
legislativa. Perché però il Parlamento sia chiamato a
votare tale legge, è necessario che la proposta abbia
ricevuto l’avvallo di 5 Regioni.
In tema di detenzione, il punto di vista della Ferretto e di
An è diverso da quello di altri alleati della Casa delle
Libertà: “E’ assurda e improponibile l’ipotesi di
concessione di indulto. Avrebbe dei costi sociali ed
economici incalcolabili, dei quali non si può non tenere
conto”. Per questo, lanciando una frecciata ai benefici
della legge Gozzini di cui “agevolerebbero un po’
tutti”, il consigliere regionale Ferretto lancia una
petizione contro l’indulto tramite il sito
www.ferretto.it. L’obiettivo – dichiara – “è quello
di arrivare ad avere tante più firme possibile, per dire no
a quest’assurda ipotesi di resa dello Stato”.
(8
GENNAIO 2002, ORE 16:00) |