25 dicembre: Ma la festa di chi è?
 
(pubblicato il 19/12/2006 su "Il Giorno")

Il furore ideologico laicista sta da tempo cercando di far dimenticare il motivo per cui si festeggia il Natale.

Le scuole e gli uffici chiudono, le strade vengono addobbate e molti, presi dalla frenesia dei regali e delle vacanze, non si ricordano perché si festeggia e chi è il festeggiato.

Sembra di trovarsi ad una di quelle feste di compleanno, in cui tutti vogliono divertirsi e, relegando il festeggiato in un angolo, si dimenticano il motivo per cui sono lì.

Con il pretesto che il solo ricordarlo potrebbe offendere persone di altra fede religiosa nelle scuole e nei grandi centri commerciali niente più presepi o canti natalizi.

La cosa incredibile è che queste istanze non vengono sollevate dai diretti interessati, ma portate avanti da laicisti nostrani che, con queste iniziative non richieste, alimentano rabbia e diffidenza nei confronti della comunità islamica, la quale, con l’eccezione di qualche fanatico estremista, non ha mai sollevato il problema.

Sulla scia di questo laicismo esasperato rischiamo di arrivare a dover abbattere le chiese, abolire le feste del santo patrono, rivedere la toponomastica, censurare i due terzi del nostro patrimonio artistico e di buona parte dei testi di letteratura e filosofia e molto altro ancora.

Ogni tentativo di eliminare il bisogno profondo dell’essere umano del sacro e del suo sentimento religioso si è storicamente sempre rivelato un fallimento, perché di fatto non era altro che un tentativo di sostituzione della religione con qualcos’altro. La rivoluzione francese ci ha provato con il nuovo culto della dea Ragione, Auguste Comte con la scienza e la tecnica (di qui, ad esempio, la sua proposta di sostituire sul calendario i nomi dei santi con quelli degli scienziati) fino ai tentativi criminali delle dittature del XX secolo, come il comunismo e il nazismo.

Per evitare il ripetersi di certi errori ed orrori della storia e anche che la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù si trasformi in un rito neopagano consumistico inneggiante al “Dio Denaro”, è necessario difendere uno dei principi cardine del Cristianesimo - alla base, come sostenuto da Kant nella “Critica della ragion pratica”, anche della morale laica - principio secondo il quale l’uomo dev’essere un fine e non un mezzo. 

Silvia Ferretto Clementi
Consigliere regionale di AN