"Per essere accolta deve dire che
Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, a cui il centro sociale è
intitolato, sono stati uccisi dai fascisti. Chi non riconosce
questo elemento credo agisca strumentalmente e non vedo la
ragione percui debba essere ospitata dal Centro". Così il
portavoce storico del Leoncavallo, Daniele
Farina, intervistato da Affari, chiude le
porte in faccia del centro sociale milanese al consigliere
regionale di An, Silvia Ferretto, che ieri
aveva raccolto l'invito di Vittorio Sgarbi ad
andare a cena al Leoncavallo. E sullo sgombero del centro
previsto per il 15 settembre il neo-vicepresidente della
commissione giustizia alla Camera è sicuro: "Sono
convinto che verrà rinviato, visto che in questi anni
si è lavorato abbastanza bene con la provincia di Milano".
Vorrebbe a cena Silvia
Ferretto e Vittorio Sgarbi al Leoncavallo?
"Sono due cose diverse. Sgarbi è venuto a cena quando ha voluto,
mi sembra di capire che sia un habitué del Centro. Silvia
Ferretto da anni dice che vuole venire, ma per essere accolta
deve dire che Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, a cui il centro
sociale è intitolato, sono stati uccisi dai fascisti. Per ora
sono parole che non ho mai sentito. Il Leoncavallo è nato perché
vittima della violenza. Chi non riconosce questo elemento credo
agisca strumentalmente e non vedo la ragione percui debba essere
ospitata dal centro. Se la dottoressa Ferretto vuole fare questo
percorso siamo qua".
Secondo lei quella di Sgarbi
è una boutade o rappresenta un impegno concreto per il
Leoncavallo e la sua sopravvivenza?
"Sgarbi è un uomo di cultura, discutibile certo. La sua è una
proposta assolutamente strumentale e molto forzata".
Sgarbi l'ha definito un
posto chic...
"Con tanti posti che ci sono a Milano il Leoncavallo è molto
modesto per una cena a lume di candela".
Veniamo alle cose concrete.
Il 15 è previsto un nuovo sgombero del centro. Verrà nuovamente
prorogato?
"Sono convinto che venga rinviato, visto che in questi anni si è
lavorato abbastanza bene con la provincia di Milano. Giovedì
prossimo in Comune le associazioni del Leoncavallo presenteranno
il bilancio sociale del 2006. E' la prima volta in Italia che
uno spazio autogestito fa questa operazione".
Cosa potrà cambiare?
"In quella data le associazioni del Centro chiederanno ai
consiglieri comunali un'azione volta ad impegnare la giunta a
non stare fuori da questo processo, iniziato per risolvere
positivamente la questione".
Come si potrà risolvere
una volta per tutte la faccenda?
"Credo che in quella zona ci sia una grande area che può
essere messa a disposizione della città e quindi utilizzata
anche dalle associazioni del centro sociale e da altre che
fanno fatica a trovare spazio. Certo, in questa operazione è
importantissimo l'appoggio di un ente pubblico territoriale.
In questo caso è la Provincia ad essere più coinvolta".
Per questioni di affinità
politiche?
"Non so. In tutte le città italiane, da Napoli a La Spezia
dove governa Scajola, si sta andando verso una situazione
positiva. Non si capisce come Milano, che ha dato la linea a
queste città, si sia fatta scavalcare, ma credo che la
soluzione sia fisiologica".
Un prospettiva è quella di
far gestire il centro dal comune di Milano...
"No. Ci sono soluzione diverse come le ipotesi di
convenzionamento, di pagamenti di affitto o la corresponsione
di servizi a fronte della disponibilità degli spazi. Se c'è la
volontà credo che le soluzioni possano essere moltissime".
Una domanda sul calcio.
Lei sul caso Moggi sta con la Melandri o con Mastella?
"Non mi occupo di calcio quindi non ho argomenti per stare da
una parte o dall'altra. Sono un blando interista che crede di
aver avuto finalmente ragione di tante ingiustizie".
Daniele Riosa