"Non smanio dalla voglia di andare a
cena al Leoncavallo, ci sono posti migliori. Mi piacerebbe che da
parte di Farina ci fosse la stessa condanna nei confronti di
coloro che hanno massacrato Sergio Ramelli". Così, Silvia
Ferretto, consigliere regionale di Alleanza
Nazionale, ad Affari, risponde piccata all'intervista di Daniele Farina, che sempre sulle colonne del
nostro giornale, aveva posto l'aut aut alla moglie di Riccardo De
Corato: "O dice che Fausto e Iaio sono stati ammazzati dai
fascisti o per lei le porte del centro sono chiuse". Come
instaurare un confronto con i leoncavallini?: "Impossibile
dialogare con loro, il centro sociale rimane un luogo di
esclusione, dove viene violata la legge".
Farina ha dichiarato che per
andare a mangiare al Leoncavallo con Sgarbi lei dovrebbe dire che
Fausto e Iaio sono stati uccisi dai fascisti. E'disposta a farlo?
"Sono particolarmente stupita dalla presa di posizione di Farina
sulla vicenda di Fausto e Iaio. E' offensivo accostare il mio nome
ai criminali che hanno ucciso due giovani che si sono impeganti
per la lotta contro i mercanti di droga. Purtroppo la magistratura
non ha individuato i colpevoli come è avvenuto per la strage di
Pizza Fontana. Allo stesso modo mi piacerebbe che da parte di
Farina ci fosse la stessa condana nei confronti di coloro che
hanno masscrato Sergio Ramelli. Chi compie atti di questo tipo è
un criminale a prescindere dalla sua colorazione politica".
Se la magistratuta accertasse
che sono stati uccisi dai fascisti...
"Se la giustizia lo riconoscesse per carità. Io non ho
nulla a che fare né con i criminali che hanno ucciso Fausto e Iaio,
né con i fascisti di Forza Nuova".
Lei andrà o no a cena al
Leoncavallo?
"Non smanio dalla voglia di andare a cena al Leoncavallo, ci sono
posti migliori. La mia è stata una risposta all'invito di Sgarbi,
che ha del Leoncavallo una visione angelica e disneyana. Ho solo
chiesto all'assessore alla Cultura di organizzare un confronto con
i leoncavallini per farmi ricredere sulle mie idee relative
al centro".
La risposta di farina le ha
fatto cambiare idea?
"No. Il Leoncavallo resta un luogo di esclusione e non di
confronto. Coloro che non la pensano come loro restano dei
nemici".
Il dialogo con il Centro da
che basi dovrebbe partire?
"Il loro curriculum è costellato da atti di violenza non solo
contro la destra, ma contro la città, il sindacato e la stessa
sinistra. Se loro cambiano e quindi riconoscono e condividono
valori comuni come il rispetto della legge è possibile
dialogare. Ma il Leoncavallo rimane un luogo di esclusione, dove
viene violata la legge".
Come si risolverà la
questione del Leoncavallo?
"Quelli del centro dovrebbero evolversi come ha fatto
Rifondazione Comunista. Oggi Fausto Bertinotti interverrà alla
festa dei giovani di An, un passaggio importantissimo, di cui
forse Farina non è a conoscenza".
Rimane il problema della
scarsità dei luoghi di aggregazione. Cosa state facendo in
merito?
"Ci vogliono più spazi per i giovani. Ho fatto una
proposta di legge in consiglio regionale per dare contributi ai
comuni per aprire nuovi spazi. Ovviamente il requisito
principale è che siano luoghi di aggregazione in cui
viene rispettata la legge".
Daniele Riosa