in merito al PDL
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“Strumenti
di competitività per le imprese
e per il territorio della Lombardia”
Il Consiglio Regionale della Lombardia
PREMESSO CHE
- la Commissione Europea ha inserito il tema della responsabilità sociale delle Imprese tra le attività che intende sviluppare nell’ambito delle proprie competenze e, con il libro verde, redatto nel luglio 2001, e la comunicazione successiva del luglio 2002, ha invitato gli stati membri a farsi promotori della sensibilizzazione e dello sviluppo della RSI nelle proprie realtà sociali;
- un approccio europeo alla responsabilità sociale delle imprese deve costituire parte integrante di un più ampio quadro nel quale si iscrivono le varie iniziative realizzate dalle organizzazioni internazionali, quali il Global Compact delle Nazioni Unite (2000), la Dichiarazione tripartita dell’OIL sulle imprese multinazionali e la politica sociale (1997/2000) o i Principi direttivi dell’OCSE destinati alle imprese multinazionali (OECD Guidelines for Multinational Enterprises), che costituiscono l’insieme più esauriente di norme approvate su scala internazionale riguardo alle attività di questo tipo d’impresa;
- la responsabilità sociale delle imprese deve essere intesa come “l'integrazione su base volontaria dei problemi sociali ed ambientali delle imprese nelle loro attività commerciali e nelle loro relazioni con le altre parti” in quanto imprese e società sono consapevoli che un comportamento responsabile è la premessa di un successo commerciale durevole e non pregiudica necessariamente la generazione del profitto;
VISTO CHE
- l’importanza della responsabilità sociale delle imprese è stata ribadita anche nei Consigli europei di Nizza del dicembre 2000 e di Göteborg del giugno 2001 in occasione dei quali è stato sostenuto che nel lungo termine la crescita economica, la coesione sociale e la tutela dell’ambiente vanno di pari passo e che “L’azione dei pubblici poteri è inoltre essenziale per incoraggiare le imprese a prendere ulteriormente coscienza delle loro responsabilità sul piano sociale e per creare un quadro che consenta di garantire che le imprese integrino gli aspetti ambientali e sociali nelle loro attività”;
- nella conferenza di Venezia, organizzata nel novembre 2003 dal Governo Italiano, è stato sottolineato come la RSI sia uno strumento che può contribuire al raggiungimento degli obiettivi delle politiche comunitarie di competitività, occupazione, coesione sociale, protezione dell’ambiente e, grazie all’integrazione di strumenti politici e dialogo sociale, anche di sviluppo e migliore governance globale;
- il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulle “Norme comunitarie applicabili alle imprese europee che operano nei paesi in via di sviluppo: verso un codice di condotta”, con la quale auspica la realizzazione di un codice di condotta europeo che, basandosi su norme internazionali e sulla creazione di un osservatorio europeo, agevoli una maggiore standardizzazione dei codici volontari di condotta e comprenda disposizioni sulle procedure di ricorso e misure coercitive;
- il centro estero delle Camere di Commercio lombarde svolge nell’ambito delle sue attività istituzionali e attraverso la sua struttura, le sue figure professionali un importante ruolo di informazione, formazione ed assistenza consulenziale alle imprese lombarde per promuovere tra le aziende il concetto di internazionalizzazione sostenibile (inteso come impegno ad una competitività che tenga conto dei diritti e degli interessi di tutti, per migliorare la qualità della produzione, del lavoro e della vita);
RILEVATO CHE
- sono già numerose le amministrazioni regionali e provinciali che hanno portato avanti iniziative volte a promuovere ed incentivare la RSI;
- la necessità di regolamentare la condotta delle imprese multinazionali e di definire le modalità dei rapporti con i paesi di accoglienza, specialmente nel terzo mondo, è stata ribadita (nel 1977) dall’ILO (unica organizzazione internazionale a struttura tripartita, in quanto composta dai governi, dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori e dalle stesse imprese multinazionali);
- sotto la pressione costante delle ONG e dei gruppi di consumatori, le imprese ed i settori di attività, per migliorare la loro immagine e limitare i rischi di una reazione negativa dei consumatori, si dotano sempre più spesso di codici di condotta relativi alle condizioni di lavoro, ai diritti dell’uomo e alla tutela dell’ambiente, in particolare destinati ai subappaltatori o fornitori
RITENUTO CHE
- sia necessario promuovere una gestione responsabile dell’economia e la riscoperta dell’etica non solo nella politica ma anche nella stessa economia e finanza;
- il lavoratore non possa e non debba essere trattato come una merce o come un mero strumento di produzione, ma al contrario essere considerato come soggetto attivo, salvaguardando così il principio del primato della persona sulle cose;
- occorra vigilare e prestare particolare attenzione affinché la responsabilità sociale dell’impresa non si trasformi in una meschina forma di pubblicità ingannevole con la quale imprenditori irresponsabili possano esclusivamente puntare ad aumentare i profitti ingannando l’opinione pubblica e il consumatore;
- tutte le informazioni relative al mercato e in tema di RSI debbano essere certificate in modo univoco, attraverso la definizione di codici di condotta;
- i codici di condotta possano contribuire a promuovere le norme internazionali del lavoro ma anche che la loro efficacia dipenda dalle modalità di applicazione e dalle verifiche cui sono sottoposti;
- i codici di condotta debbano essere applicati a tutti i livelli della catena organizzativa e produttiva;
- questi codici di condotta non debbano sostituire la legislazione e le disposizioni vincolanti nazionali, europee e internazionali ma aggiungersi alle stesse in quanto le disposizioni a carattere obbligatorio garantiscono norme minime imposte a tutti, mentre i codici di condotta e tutte le altre iniziative di natura volontaria devono integrare e promuovere norme più restrittive e maggiormente responsabili destinate agli aderenti;
- sia necessaria una campagna di sensibilizzazione non solo nei confronti delle imprese, ma anche dei consumatori affinché esercitino in modo responsabile il loro potere di scelta;
- che il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese lombarde debba essere sostenuto mediante incentivi da erogarsi attraverso un meccanismo di verifica che premi esclusivamente quelle imprese che dimostrino di aver adottato un comportamento responsabile, al fine di scongiurare l’ipotesi che soldi pubblici possano essere utilizzati per avallare o favorire comportamenti irresponsabili ed in contrasto con le dichiarazioni, le convenzioni e le raccomandazioni ILO (International Labour Organisation);
- sia necessario in particolare informare e sensibilizzare le 857 mila imprese lombarde, specialmente quelle 45 mila che hanno internazionalizzato, in merito ai parametri irrinunciabili e condivisi a livello internazionale come ILO, WTO e OCSE affinché rispettino le convenzioni internazionali;
INVITA LA GIUNTA A
- promuovere lo sviluppo della RSI tre le imprese lombarde;
- promuovere una gestione responsabile delle risorse umane attraverso una serie di interventi mirati a sostenere l’istruzione e la formazione lungo tutto l’arco della vita, responsabilizzare il personale, migliorare il circuito d’informazione nell’impresa, migliorare l’equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero, applicare il principio di uguaglianza per le retribuzioni e le prospettive di carriera delle donne e incrementare la sicurezza sul posto di lavoro;
- promuovere la realizzazione di percorsi formativi a livello scolastico ed universitario al fine di diffondere tra le nuove generazioni il concetto di RSI e del fare impresa in modo responsabile;
- istituire un premio annuale regionale ad ampia visibilità per l’impresa lombarda che maggiormente si è distinta nel comportamento socialmente responsabile;
- proseguire l’opera di sinergia con le camere di commercio;
- prevedere, d’intesa con le camere di commercio, campagne di sensibilizzazione e di informazione sulla RSI e sulle aziende ad essa aderenti orientate ai consumatori al fine di garantire loro la possibilità di esercitare in modo responsabile il loro potere di scelta;
- prevedere, d’intesa con le camere di commercio, campagne di sensibilizzazione e di informazione orientate alle aziende per metterle a conoscenza delle dichiarazioni, delle convenzioni e delle raccomandazioni internazionali riguardanti la RSI;
- inviare al Consiglio regionale una relazione annuale nella quale vengano indicate le iniziative intraprese ed i risultati ottenuti.
Milano, 22 gennaio 2007
Silvia Ferretto Clementi