MOZIONE URGENTE N. 0153  

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA  

a 48 anni dall'occupazione cinese del Tibet, nel 37° anniversario dell'insurrezione non violenta di Lhasa e della sua sanguinosa repressione del 10 marzo 1959  

CONSIDERANDO  

-          che le risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla questione tibetana n. 1353 del 1959, n. 1723 del 1961 e n. 2079 del 1964, richiamavano gli Stati membri alla necessità di operare per il ripristino della legalità internazionale, nel rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo;

CONSTATA  

-          che a tutt'oggi non solo non sono state ascoltate, ma è continuata in Tibet, aggravandosi, l'aggressione alle persone, alla loro cultura religiosa e civile e all'ambiente, che ha causato la morte di un milione e 200 mila tibetani, la distruzione di migliaia di monasteri, la pressochè completa deforestazione, la colonizzazione e la riduzione del popolo tibetano a piccola minoranza a fronte dei milioni di cinesi trasferiti in Tibet, tanto che un patrimonio di civiltà prezioso per tutta l'umanità rischia di essere definitivamente perduto;  

-          che sono ancora validi i principi affermati da quelle Risoluzioni, e ancora più urgente realizzarli, contribuendo con un forte ed esteso movimento dell'opinione pubblica internazionale a ricondurre le autorità cinesi al dialogo, a cui sinora si sono sottratte, con il Dalai Lama ed il Governo tibetano in esilio, per il rispetto del diritto alla democrazia del popolo tibetano;  

-          che a partire dal Tibet, dalla sua libertà e dalla sua liberazione, occorre ed è possibile porre le premesse per la libertà e la liberazione dal totalitarismo comunista del governo cinese, per affermare il suo stesso diritto alla democrazia;  

RICHIAMA  

-          le numerose Risoluzioni del Parlamento Europeo che condannano le violazioni dei diritti umani, civili e politici, sia in Cina che in Tibet, da parte delle autorità di Pechino, ed esortano i Governi degli Stati membri ad esercitare pressioni diplomatiche ed economiche perché cessino, e in particolare siano smantellati i campi di rieducazione attraverso il lavoro forzato (laogai) e liberati tutti i detenuti per reato d'opinione;  

-          in particolare le due Risoluzioni del dicembre 1995 che chiedono la liberazione di Gedhun Choekyi Nyima, un bambino di 6 anni sequestrato nel luglio 1995 con i suoi familiari e il monaco buddista che l'aveva identificato come Panchen Lama;  

CONDIVIDENDO  

-          le richieste a sostegno delle quali si terrà a Bruxelles il 10.03.96 la prima manifestazione internazionale delle Comunità tibetane in esilio e del Tibetan Support Groips europei nel 37° anniversario dell'aggressione cinese al Tibet, e in particolare

-          che le Nazioni Unite e gli Stati membri riconoscano che il Tibet è un paese occupato in termini di diritto internazionale, in seguito all'aggressione violenta della Repubblica Popolare di Cina del 1949;

-           che venga riconosciuto al Tibet lo status di osservatore all'Assemblea Generale delle N.U.;

-          che il Comitato di Decolonizzazione del N.U. assuma anche la questione tibetana;

-          che siano immediatamente aperti negoziati diretti e senza precondizioni tra il Dalai Lama e il Governo Tibetano in esilio e il Governo cinese;

-          che cessino immediatamente nel Tibet le violazioni dei diritti della persona, siano rilasciati i prigionieri di opinione, interrotti i trasferimenti di popolazione cinese in Tibet e iniziato il processo di decolonizzazione.  

Il Consiglio regionale della Lombardia  

-          sottolinea il grande valore di esempio per tutti della scelta del metodo non violento, compiuto dal Dalai Lama, dal Governo Tibetano in esilio e dal popolo tibetano, per ripristinare la propria libertà politica, culturale e religiosa;

-          rinnova il sostegno alla causa della libertà e della salvezza del Tibet già espresso nel 1995 con una mozione che consentì di celebrare l'anniversario del 10 marzo scorso facendo apparire per sette giorni la scritta "SAVE TIBET" sulle facciate dei Palazzi del Consiglio e della Giunta Regionale, ma espresso ancora di più onorando la ricorrenza attraverso l'incontro ufficiale del Presidente della Giunta con il Monaco Palden Gyatso, sopravvissuto a uno dei famigerati "lagoai", dopo 32 anni di prigionia e di torture da lui testimoniate anche dinanzi al Parlamento inglese alla Sottocommissione per i diritti umani del Congresso USA;  

ADERISCE  

Alla campagna internazionale per la libertà del Tibet, impegnandosi a far sventolare il 10 marzo 1996 la bandiera tibetana sul pennone della sede della Giunta regionale Lombarda così come accadrà in quel giorno su Municipi e sedi di Governo locale, in oltre 400 città, soprattutto europee.  

INVITA LA GIUNTA  

-          a compiere quanto necessario per realizzare concretamente questo atto simbolico;

-          a sollecitare il Governo italiano affinché sostenga, in tutte le sedi e le occasioni, le richieste per cui si manifesterà a Bruxelles il 10 marzo 1996, e perché siano immediatamente accolte le indicazioni delle recenti Risoluzioni del P.E. per la liberazione del piccolo Panchen Lama e dei suoi genitori e in particolare perché il governo della Repubblica Popolare Cinese dia immediatamente ai diplomatici dell'Unione Europea la possibilità di incontrare Gedhun Choekyl Nyima, i suoi genitori e il monaco buddista, onde possano rassicurarsi sul loro benessere.  

5 marzo 1996