MOZIONE  n. 441 del 24/03/2003

Il Consiglio Regionale della Lombardia,  

PREMESSO CHE  

·         Da un'indagine Eures è emerso che ben il 62% di chi commette reati è recidivo a totale dimostrazione non solo dell'inutilità ma anche della pericolosità di provvedimenti di clemenza;  

RITENUTO CHE  

·         Non è assolutamente accettabile che si pensi di risolvere il problema del sovraffollamento delle strutture carcerarie attraverso atti di clemenza estremamente pericolosi, diseducativi, ingiusti, oltre che profondamente offensive nei confronti delle vittime della criminalità, dei cittadini onesti e delle forza dell'ordine;

·         per rieducare veramente i detenuti gli si deve dare la possibilità di rendersi utili lavorando;

·         un reale reinserimento nella società non può prescindere  dalla dimostrazione della volontà del singolo di voler risarcire almeno in parte la collettività per i reati commessi;

·         i diritti civili debbano valere anche per coloro che i reati li subiscono, li combattono o semplicemente non li commettono;  

PRESO ATTO CHE  

·         L'indice di certezza della pena (percentuale degli anni trascorsi in carcere su quelli inflitti) è passata dal 44,9% del 1995 al 38,4% del 2001;

·         La durata medie reale delle pene scontate per i vari reati è dunque già di per sé un indice chiaro della gravità della situazione (solo 12 anni per omicidio volontario, poco più di 8 per quello preterintenzionale, 2 soli anni per rapina ed estorsione e solo pochi mesi per furti e truffe);  

CONSIDERATO CHE  

·         In Italia ben il 70% dei reati resta impunito;

·         La certezza della pena è un fattore deterrente determinante di primaria importanza;

·         Garantire la certezza della pena significa dare più sicurezza e libertà, elementi cardine di una concreta ed efficace politica sociale;  

INVITA LA GIUNTA REGIONALE A  

·         Farsi interprete presso il Presidente del Senato, il Presidente della Camera e tutti i capigruppo in Parlamento della netta contrarietà ad ogni iniziativa legislativa di concessione di amnistia o indulto;

·         Farsi promotrice presso il Governo e il Parlamento Europeo per un'omogeneizzazione della normativa internazionale a tutela dei cittadini;

·         Farsi promotrice presso il Governo affinchè anche l'Italia recepisca la raccomandazione europea di istituire una banca-dati del DNA, fondamentale per lo sviluppo di molte indagini;

·         A stabilire attraverso una normativa nazionale modalità e limiti delle indagini giudiziarie che implichino misure restrittive della libertà personale per prelievi ematici coattivi finalizzati a test del DNA

·         Richiedere al Governo un congruo stanziamento per incrementare le azioni della Regione a favore della sicurezza dei cittadini;  

Milano, 24 marzo 2003

Silvia Ferretto Clementi