Il Consiglio Regionale della
Lombardia, PREMESSO CHE ·
Da un'indagine Eures è
emerso che ben il 62% di chi commette reati è recidivo a totale
dimostrazione non solo dell'inutilità ma anche della pericolosità di
provvedimenti di clemenza; RITENUTO
CHE ·
Non è assolutamente
accettabile che si pensi di risolvere il problema del sovraffollamento delle
strutture carcerarie attraverso atti di clemenza estremamente pericolosi,
diseducativi, ingiusti, oltre che profondamente offensive nei confronti
delle vittime della criminalità, dei cittadini onesti e delle forza
dell'ordine; ·
per rieducare veramente i
detenuti gli si deve dare la possibilità di rendersi utili lavorando; ·
un reale reinserimento
nella società non può prescindere dalla
dimostrazione della volontà del singolo di voler risarcire almeno in parte
la collettività per i reati commessi; ·
i diritti civili debbano
valere anche per coloro che i reati li subiscono, li combattono o
semplicemente non li commettono; PRESO
ATTO CHE ·
L'indice di certezza
della pena (percentuale degli anni trascorsi in carcere su quelli inflitti)
è passata dal 44,9% del 1995 al 38,4% del 2001; ·
La durata medie reale
delle pene scontate per i vari reati è dunque già di per sé un indice
chiaro della gravità della situazione (solo 12 anni per omicidio
volontario, poco più di 8 per quello preterintenzionale, 2 soli anni per
rapina ed estorsione e solo pochi mesi per furti e truffe); CONSIDERATO
CHE ·
In Italia ben il 70% dei
reati resta impunito; ·
La certezza della pena è
un fattore deterrente determinante di primaria importanza; ·
Garantire la certezza
della pena significa dare più sicurezza e libertà, elementi cardine di una
concreta ed efficace politica sociale; INVITA
LA GIUNTA REGIONALE A ·
Farsi interprete presso il
Presidente del Senato, il Presidente della Camera e tutti i capigruppo in
Parlamento della netta contrarietà ad ogni iniziativa legislativa di
concessione di amnistia o indulto; ·
Farsi promotrice presso il
Governo e il Parlamento Europeo per un'omogeneizzazione della normativa
internazionale a tutela dei cittadini; ·
Farsi promotrice presso il
Governo affinchè anche l'Italia recepisca la raccomandazione europea di
istituire una banca-dati del DNA, fondamentale per lo sviluppo di molte
indagini; ·
A stabilire attraverso una
normativa nazionale modalità e limiti delle indagini giudiziarie che
implichino misure restrittive della libertà personale per prelievi ematici
coattivi finalizzati a test del DNA ·
Richiedere al Governo un
congruo stanziamento per incrementare le azioni della Regione a favore della
sicurezza dei cittadini; Milano,
24 marzo 2003 Silvia Ferretto Clementi |