La sottoscritta Consigliere regionale PREMESSO CHE secondo
dati dell'Autorità del Bacino del Po, ben 687 comuni lombardi su 1546
sono a rischio idrogeologico (frane e smottamenti) ed idraulico (esondazioni); CONSIDERATO CHE Il
disastro verificatosi nel 1987 in Valtellina è costato molto caro in termini
di vite umane (più di 50 persone persero la vita) e in termini economici
(ad oggi sono stati spesi più di duemiliardi di euro ossia 4mila miliardi
delle vecchie lire) ed è stato annoverato come il più grande intervento
post calamità avviato al nord dopo quello del Friuli; CHE a
causa della conformazione stessa del territorio, della sua composizione e di
politiche scellerate, di fronte
a precipitazioni abbondanti numerosi comuni vengono messi in ginocchio e
rischiano danni consistenti; CHE il
disboscamento delle aree montane, le attività estrattive, la costruzione di
dighe, la cementificazione degli alvei dei fiumi e l'irresponsabilità con
cui si è costruito e lasciato costruire in zone a rischio, hanno aggravato
pesantemente situazioni già di per sé stesse potenzialmente pericolose; CHE per
la messa in sicurezza dei comuni lombardi a rischio è stato stimato siano
necessari 500 milioni di euro (pari a 1000 miliardi delle vecchie lire); RITENUTO CHE un
intervento preventivo consentirebbe di tutelare la salute di migliaia di
persone e il territorio nonché
un notevole risparmio economico; VISTA La relazione
al Parlamento sullo stato di attuazione della L. 192/90 del 2001 relativa
alla ricostruzione della Valtellina INVITA
IL PARLAMENTO - a
rigettare nuove ipotesi di condono edilizio; - a prevedere nella prossima finanziaria lo stanziamento di una cifra congrua alla realizzazione di
interventi di prevenzione; - ad effettuare controlli puntuali e continui sulla
destinazione dei fondi affinché questi vengano gestiti con la massima
trasparenza ed efficienza; INVITA
LA GIUNTA -
ad individuare all'interno
del Bilancio Regionale i fondi necessari per realizzare al più presto gli
interventi di messa in sicurezza delle zone più a rischio attraverso opere
di ingegneria naturalistica e di rinaturalizzazione; -
a riconsiderare le concessioni
idroelettriche rilasciate tenendo conto in maggior considerazione il
dissesto idrogeologico; -
a relazionare in Commissione
Ambiente e Protezione Civile sulla situazione attuale del dissesto
idrogeologico regionale (con particolare attenzione all'utilizzo degli
fondi destinati alla ricostruzione della Valtellina - L. 102/90 del 1991 - e
sugli effetti prodotti dalle opere di difesa del suolo finora realizzate,
comprese quelle della fase di emergenza); Silvia
Ferretto Clementi |