MOZIONE n. 190
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA
PREMESSO CHE
la libertà religiosa è uno dei diritti fondamentali dell’uomo, tutelato dalla maggior parte degli Stati moderni attraverso le Costituzioni nazionali e, in sede internazionale, dallo Statuto delle Nazioni Unite (art. 1, comma 3) e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948
RITENUTO CHE
la libertà religiosa per una persona debba essere intesa come la possibilità di cambiare la propria fede religiosa o di abbandonarla senza limitazioni o ritorsioni da parte di autorità precostituite, come l’avere gli stessi diritti dei cittadini che hanno una fede differente, oppure, ancora, come il professare una fede religiosa senza essere oggetto di disprezzo o persecuzione;
la libertà religiosa non sia ovunque effettivamente assicurata e, in alcuni casi, essa venga addirittura negata per motivi religiosi o ideologici, oppure, riconosciuta sulla carta ma poi ostacolata nei fatti dal potere politico o, ancor peggio, in maniera subdola, dal predominio culturale dell'agnosticismo e del relativismo
RILEVATO CHE
come documentato dal rapporto dell’Organizzazione mondiale “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, le persecuzioni subite dai cristiani nei paesi dove vigono a tutt’oggi regimi dittatoriali o vi sono forti presenze di fanatismo religioso sono molto gravi e numerose;
dal rapporto sopra menzionato emerge, per esempio, che nel continente asiatico pur nella sua eterogeneità e diversità dei singoli stati si manifesta una particolare virulenza nella persecuzione contro le comunità cristiane ed in particolare:
§ in Afganistan, anche se nel 2005 si è insediato il primo parlamento regolarmente eletto dal 1969 – lo stato continua ad avere come fondamento giuridico la shari’a che, tra l’altro, prevede la morte per chi abbandona l’islam. Il proselitismo di altre religioni – sebbene non ci siano leggi che lo vietano – è giudicato contrario all’islam, che è religione di Stato. In questo clima deve essere inquadrato l’arresto di Ali Mohaqiq Nasab, direttore del mensile «Haqooq-i-Zan» (Diritti della donna), condannato per due articoli che chiedevano il rispetto dei diritti delle donne e la necessità di non considerare la conversione di un islamico ad un’altra religione come reato punibile con la morte. In tutto il Paese, la cappella cattolica interna all’ambasciata italiana a Kabul rimane ancora l’unico luogo di culto non islamico ufficialmente riconosciuto (concessa all’Italia come segno di ringraziamento per essere stato il primo paese a riconoscere nel 1919 l’indipendenza dell’Afganistan) e la richiesta dell’apertura di una chiesa “pubblica” sembra non trovare una risposta;
§ in Arabia saudita le religioni non islamiche non hanno libertà di espressione e ogni loro manifestazione pubblica (come possedere bibbie, portare con sé un crocifisso, un rosario, pregare in pubblico) è proibita. La polizia religiosa (ufficialmente denominata Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio e nota per la sua spregiudicatezza e violenza) continua ad arrestare, imprigionare e torturare coloro che praticano altre fedi anche se privatamente. Numerosi gli episodi di violenza e i soprusi subiti dagli “infedeli”, tanto che, da una lista stilata dall’organizzazione internazionale Open Doors, l’Arabia Saudita risulta al secondo posto, dopo la Corea del Nord, nella triste classifica della persecuzione contro i cristiani;
§ in IRAQ il 97% della popolazione è musulmana e i cristiani, che rappresentano solo il 3% della popolazione e sono in gran parte di rito cattolico caldeo, sono presi pesantemente di mira dagli estremisti islamici. Dal 2003, chiede bruciate (27 dal 2003), assassini (un prete e tre diaconi) e minacce costringono alla fuga migliaia di cristiani, tanto che sono passati dal milione e mezzo del 2000 ai 25.000 di oggi (dati Caritas);
§ la teocrazia in Iran – seppur in un clima in fase di miglioramento – continua ad essere contraddistinta da una forte limitazione delle libertà religiose e molti cristiani preferiscono andarsene piuttosto che sopportare pesanti pressioni e limitazioni;
§ anche in EGITTO, dove i cristiani sono stimati in 6-10% della popolazione, gli scontri con i musulmani non mancano (i più recenti ad Alessandria nell’ottobre 2005) e i cristiani lamentano una penalizzazione nei diritti a partecipare a cariche pubbliche e politiche o nel costruire chiese;
§ in Korea del Nord la situazione della libertà religiosa rimane drammatica e ogni tipo di fede viene spesso soffocata nel sangue. Da quando, nel 1953, si è instaurato il regime comunista sono scomparsi circa 300mila cristiani e non ci sono più sacerdoti e suore, probabilmente uccisi durante le persecuzioni. Attualmente sono circa 80mila i detenuti nei campi di lavoro, sottoposti a fame, torture e perfino alla morte: i cristiani nei campi di rieducazione o in carcere sono trattati molto peggio degli altri detenuti. Coloro che praticano una fede non controllata dal Governo hanno inoltre meno opportunità per l’istruzione e il lavoro, non ricevono sussidi alimentari e sono costantemente vittime di brutali violenze;
§ in Cina vengono sistematicamente attuate con la violenza requisizioni ed espropri di proprietà religiose;
§ nel Laos, così come in Vietnam, i cristiani cattolici vengono regolarmente arrestati, picchiati e torturati per costringerli all’abiura;
§ in Pakistan il 2005 è stato definito l’anno «peggiore in assoluto per tutta la popolazione non musulmana del Paese». Le violenze si concretizzano con assalti armati ai luoghi di culto e rapimenti di membri delle comunità cristiane;
§ in Palestina c’è un clima di costante ostilità nei confronti dei cristiani;
§ in bangladesh il fondamentalismo islamico sta mettendo in sempre maggiore discussione la libertà religiosa con attentati, anche suicidi, che colpiscono fedeli di tutte le fedi religiose non islamiche e che le autorità non riescono ad arginare;
§ anche in INDIA gli attacchi ai cristiani sono in continuo aumento. Più di 200 gli episodi di violenza documentati, fra i quali pesanti aggressioni in più parti del paese a conventi e a suore;
§ terrorismo ed estremismo islamico si manifestano anche in Indonesia. In un clima di terrore in continua crescita, ci sono stati tragici attentati kamikaze che hanno portato alla morte di molte persone in zone turistiche. Il piano in atto mira a ridurre gli spazi di culto (negli ultimi anni sono state ben 25 le chiese cattoliche chiuse forzatamente ed è in vigore il divieto ad edificarne di nuove);
§ anche a Cipro l’occupazione turca degli ultimi 30 anni ha portato al «saccheggio organizzato di luoghi santi e alla razzia sistematica» del patrimonio culturale ortodosso nella parte settentrionale dell’isola
CHIEDE
che tutti i livelli istituzionali si attivino per l’immediata liberazione di Padre Bossi
ESPRIME
solidarietà a tutti coloro che sono vittime di violenze e discriminazioni religiose nel mondo
E ADERISCE
alla manifestazione del 4 luglio in piazza degli Apostoli a Roma contro l’esodo e le persecuzioni dei cristiani e per la libertà religiosa nel mondo.
Milano, 15 giugno 2007