MOZIONE n. 335
APPROVATA

 Il Consiglio Regionale

 PREMESSO CHE  

§   la rilevanza sociale ed economica delle funzioni della famiglia è riconosciuta dalla Carta Costituzionale;
§   un sistema fiscale giusto deve tendere ad una reale equità e basarsi sulla capacità contributiva oggettiva, che varia in base al numero di figli a carico;
§   il 13 marzo 2003 la Camera dei Deputati ha approvato una risoluzione a favore della famiglia e della natalità che impegna il Governo, già a partire dalla legge delega sulla riforma fiscale, a ripensare il sistema fiscale e redistributivo per tutte le famiglie in base al numero di figli;
§   il 25 marzo 2003, la Camera ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo in sede di attuazione dei principi contenuti nella risoluzione approvata il 13 marzo dello stesso anno e in ogni caso fin dalla “prossima legge finanziaria” a dare piena attuazione al principio di “equità fiscale orizzontale”, nel senso di consentire a tutte le famiglie la facoltà di dedurre dall’imponibile i costi necessari al mantenimento dei figli;
§   la Regione Lombardia ha avviato la sperimentazione di una diversa modalità di erogazione degli ammortizzatori sociali che prevede, con l’introduzione del quoziente familiare, di corrispondere maggiori risorse ai lavoratori in cassa integrazione che siano a capo di una famiglia e di queste siano l’unico sostegno;
§   le donne percepiscono, mediamente, pensioni molto inferiori a quelle percepite dagli uomini e questo perché, per potersi prendere cura dei figli e degli altri familiari, si trovano spesso costrette a sacrificare il lavoro ed il tempo ad esso dedicato (maternità e permessi ad essa correlati, part-time orizzontali o verticali, scarsa possibilità di fare gli straordinari e di viaggiare, occupazione in settori caratterizzati da basse retribuzioni)
  con la conseguenza di venir discriminate sia nella carriera che nelle retribuzioni prima e nei vitalizi poi 

VISTO CHE  

§   l’abbandono del sistema delle deduzioni a favore di quello delle detrazioni, tra l’altro decrescenti all’aumentare del reddito, ha comportato una drastica riduzione del loro effetto reale soprattutto per i contribuenti con familiari a carico;
§   come già riconosciuto anche dalla Corte Costituzionale tedesca, la diminuita capacità contributiva dovuta al mantenimento dei figli secondo il criterio del Familienexistenzminimum deve valere sia per “i genitori ricchi che per quelli poveri”. Come opportunamente riportato nella sentenza del 29.05.1990, la Corte affermava infatti che “lo Stato riconosce la dignità dell’uomo come massimo valore giuridico… tutela il matrimonio e la famiglia e non può porre sullo stesso piano i figli e la soddisfazione di altre esigenze private; lo Stato, di conseguenza, non può attingere ai mezzi economici indispensabili al mantenimento dei figli nello stesso modo con cui attinge ai mezzi utilizzati per la soddisfazione di esigenze voluttuarie. Esso deve rispettare la decisione dei genitori a favore dei figli e non può obiettare ai genitori l’evitabilità dei figli allo stesso modo in cui obietterebbe l’evitabilità di altri costi per la conduzione della  vita”;
§   il ruolo della donna nell’ambito della famiglia è fondamentale 

CONSIDERATO CHE 

§   nonostante tutti i documenti ufficiali di politica economica sottolineino la centralità della risorsa umana, si continua ad investire troppo poco sulla sua generazione;
§   l’investimento di una famiglia, per il solo mantenimento di un figlio che resta mediamente a carico circa venti-venticinque anni ammonta a poco meno di 200.000,00 euro (valore calcolato a prezzi costanti)
  
RILEVATO CHE 

§   la Lombardia è una delle regioni italiane in cui la crisi si è fatta più sentire, sia per l’elevato costo della vita che per l’elevato incremento del numero dei cassa integrati (+ 425% nei primi sei mesi del 2009 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e dei licenziati (+73,8%);

§   a causa degli effetti distorsivi del nostro sistema fiscale, i contribuenti con carichi familiari al di sopra di un certo reddito oltre a perdere ogni riconoscimento dei costi sostenuti per i familiari a carico - anche se trattasi di più figli, sono penalizzati anche a livello di fiscalità locale, a causa dell’aumentare secco dell’importo dovuto per le addizionali a prescindere dall’aumento delle aliquote contributive.

§   l’esigenza di equità orizzontale del prelievo fiscale è quasi completamente trascurata e le prestazioni sociali a favore della famiglia sono modeste; 
§   il nostro sistema di welfare pur riconoscendo, in linea di principio, che i costi per soddisfare il dovere costituzionale di mantenere, istruire ed educare i figli devono essere in qualche modo sottratti dal reddito nominale per ricostruire la corretta capacita contributiva della famiglia, fissa modalità e misura con delle regole che disincentivano le famiglie a generare figli e a farsi carico del loro mantenimento;
§   in Italia, a differenza di quanto avviene in diversi altri paesi europei, il riconoscimento dei costi per il mantenimento dei figli cambia con la soglia di reddito rivelando così la natura assistenziale del provvedimento e contraddicendo il principio universalistico dell’equità orizzontale;
§   le discriminazioni professionali ed economiche subite dalle donne per il ruolo insostituibile da loro svolto all’interno della famiglia, costituiscono un fattore che penalizza fortemente ed ingiustamente la donna, ma anche la famiglia stessa 
 
RITENUTO CHE
 
§   il fatto che le famiglie italiane con figli a carico subiscano la pressione fiscale maggiore in Europa, ricevendo in cambio le prestazioni sociali meno consistenti, spieghi il perché del minor tasso di natalità nel mondo;
§   il sistema del Basic Income Familiare, indicato dal Forum delle associazioni familiari - in base al quale il reddito imponibile viene calcolato sottraendo al reddito nominale delle quote minime prestabilite necessarie per il mantenimento di ciascuno dei componenti del nucleo familiare – costituisca un ottimo, semplice ed equo metodo per la realizzazione di un sistema fiscale giusto anche a livello orizzontale;
§   una parziale revisione del sistema pensionistico che preveda delle agevolazioni per le mamme lavoratrici possa rappresentare un modo concreto per aiutare la famiglia 

 E INVITA LA GIUNTA

a farsi promotrice presso il Governo affinché:

§    venga introdotto un sistema di deduzioni dal reddito che, sulla base di scale di equivalenza prestabilite ed indipendenti dal reddito, tenga conto del reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico;

§   riveda il sistema pensionistico attuale, prevedendo per le mamme lavoratrici un’agevolazione, ai fini del calcolo dell’età pensionabile e del monte contributivo, pari a 2 anni aggiuntivi di copertura previdenziale per ogni figlio o familiare assistito.

Milano, 26 ottobre 2009

Silvia Ferretto Clementi