LETTERA APERTA ALL'ONOREVOLE ARMANDO COSSUTTA
Egregio Onorevole Cossutta,
mi chiamo Silvia Ferretto Clementi e sono quella militante missina che nel 1993, nel corso della trasmissione "Uno Contro Tutti" del Maurizio Costanzo Show, le chiese per quale motivo, dopo aver giustamente deposto un fiore alla Risiera di San Sabba a Trieste, luogo in cui tante persone furono barbaramente torturate e uccise dai nazisti, non fosse passato anche dalla Foiba di Basovizza, dove migliaia di italiani furono gettati, spesso ancora vivi, dai partigiani di Tito.
In quell'occasione, Lei mi rispose che quel fiore non l'avrebbe mai deposto perché nelle foibe finirono solo fascisti e nazisti.
Quelle sue parole mi tornano spesso in mente e mi chiedo: è possibile che Lei, Onorevole Cossutta, ancora oggi non sappia che nelle foibe finirono oltre 12 mila persone tra uomini, donne e perfino bambini, la cui unica colpa era di essere "etnodiversi", come usava definirli l'ex ministro di Tito, Vasa Cubrilovic?
Tra le vittime della famigerata O.Z.N.A. (polizia politica jugoslava) non ci furono solo Norma Cossetto, giovane studentessa universitaria, che fu violentata e torturata per giorni da 17 partigiani titini e trovò la pace solo sul fondo di una foiba; oppure don Angelo Tarticchio che, dopo aver subito la mutilazione dei genitali, fu lapidato e presentato nudo alla madre con in capo una corona di filo di ferro spinato; o come Giuseppe Cernecca, ferocemente trucidato, la cui testa mozzata per strappargli i denti d'oro, venne in seguito usata per una macabra partita di pallone.
Nelle foibe trovarono una morte atroce anche molti civili, antifascisti, esponenti della Resistenza Italiana e membri del Comitato di Liberazione Nazionale.
E cosa dire, egregio Onorevole, di quei 2000 operai di Monfalcone che, animati da una sincera fede comunista, intrapresero, nel 1947, un controesodo trasferendosi nel "paradiso comunista" di Tito e trovarono invece la morte nell'inferno dell'isola di Goli Otok?
Sono passati ormai 11 anni da quando le feci quella domanda.
Recentemente, attraverso gli organi di informazione, sono venuta a conoscenza, ed ho avuto modo di apprezzare, le autocritiche di Violante e Fassino e persino, seppur parzialmente, di Bertinotti.
Lei invece, fermo nelle sue convinzioni, a quei poveri morti continua a negare un fiore e ne offende pervicacemente la memoria.
Ci ripensi Onorevole, e se non vuole farlo per le migliaia di italiani, vittime innocenti della "pulizia etnica e politica", nei confronti dei quali non prova evidentemente un briciolo di umana pietà, lo faccia almeno per quei suoi compagni di partito ai quali, oltre al sogno, il maresciallo Tito ha tolto anche la vita.
Silvia
Ferretto Clementi
Consigliere Regionale di AN
www.ferretto.it