IMMIGRAZIONE
ATTENZIONE ALL'ISLAMISMO
Prima di concedere il voto a più di mezzo milione di musulmani in Italia - esordisce Silvia Ferretto Clementi, consigliere regionale di AN - occorre predisporre un "contratto di integrazione", così come si è già pensato di fare in Francia, sottoscrivendo il quale l'immigrato si impegna a rispettare ed accettare tutte le leggi italiane.
Non dobbiamo dimenticare che se far votare chi lavora, rispetta le leggi e paga le tasse da almeno 8 anni può essere un gesto di civiltà, senza le dovute garanzie, rischia di rivelarsi un boomerang davvero pericoloso.
E' evidente infatti - continua Silvia Ferretto - che fino a quando le comunità islamiche in Italia non riconosceranno ed accetteranno formalmente i principi cardine sui quali la nostra società si basa (democrazia, pluralismo, diritti civili, laicità e rispetto per il prossimo) e fino a quando non sarà lapalissiano che le donne, gli omosessuali, i credenti di altre religioni, non solo non possono essere discriminati ma devono poter godere degli stessi diritti e del medesimo rispetto è chiaro che concedere il diritto di voto agli immigrati, considerata la considerevole presenza di musulmani, rischia di essere estremamente pericoloso ed anche contrario all'integrazione stessa. Perché gli immigrati possano veramente integrarsi - prosegue l'esponente regionale di AN - è necessario che si sentano parte della nostra società ma è evidente che pratiche o principi come la poligamia, l'infibulazione, la jihad (guerra santa) e la shari'a (legge islamica), assolutamente estranei ed inconciliabili con le nostre leggi e i nostri valori, costituiscono una barriera invalicabile all'integrazione e rappresentano elementi di forte contrasto con lo Stato stesso ed i suoi cittadini. Nessuno degli altri principali paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, Spagna) ha, fino ad oggi, concesso il diritto di voto ai cittadini extracomunitari e, forse, data l'importanza della questione e le possibili ripercussioni a livello comunitario ed internazionale, sarebbe bene che il problema venisse affrontato in modo congiunto .
Il mio impegno contro l'intolleranza e il razzismo, all'interno ed all'esterno del partito, non è nuovo - conclude Silvia Ferretto. E', al contrario, una battaglia cominciata già 10 anni fa, ancor prima del famoso Congresso di Fiuggi quando costituii un comitato ad hoc e presentai, al congresso provinciale del MSI a Milano, una mozione contro il razzismo o, ancora, quando nella mia prima campagna elettorale mi rivolsi pubblicamente a naziskin e personaggi simili chiedendo loro di non votarmi perché lontana anni luce dalle loro idee.
Milano, 13 ottobre 2003