INDULTO
5.000 cittadini hanno già firmato contro la
proposta di concessione di indulto o indultino
In
meno di un mese abbiamo già raccolto diverse migliaia di firme -
esordisce Silvia Ferretto - Presidente
del Comitato Italia Sicura per la Tutela di Abele - a testimonianza di
quanto sia sentito questo tema. La gente è fortemente preoccupata per le
conseguenze di questo provvedimento che, se approvato anche dal Senato,
porterà al rilascio di molte migliaia di detenuti.
Trovo estremamente scorretto che deputati che hanno ottenuto
consensi elettorali basando la propria campagna elettorale proprio sul
tema della sicurezza disattendano ora così platealmente quanto promesso e
avallino provvedimenti in totale contrasto con quegli impegni stessi che
gli hanno permesso di sedere in parlamento.
Dai
risultati di un'indagine Eures, ben il 62% di chi commette reati è
recidivo a dimostrazione così non solo dell'inutilità ma anche e
soprattutto della pericolosità di provvedimenti come quello votato alla
Camera. Se analizziamo poi la
durata media delle pene inflitte per i vari reati (solo 12 anni per
omicidio volontario, poco più di 8 per quello preterintenzionale, 2 soli
anni per la rapina e per l'estorsione e solo pochi mesi per furti e
truffe) ci rendiamo conto di quanto sia già di per sé grave la
situazione, anche senza atti di clemenza.
Da
giorni ricevo decine di telefonate di cittadini indignati. "Ma dov'è
la giustizia - chiedono molti - se chi sbaglia non paga? E che senso
ha comportarsi in modo onesto se tanto anche commettendo reati si hanno
ormai buone probabilità di restare impuniti?".
La
certezza della pena è un fattore deterrente di primaria importanza e per
questo continuerò a raccogliere firme - continua l'esponente
regionale di AN - contro un provvedimento che ritengo assurdo, con la
speranza che il Senato ascolti oltre che la propria coscienza anche la
voce dei suoi cittadini.
Credo
che invece di pensare ad indulti o indultini, si debba puntare di più
sulla funzione rieducativa della detenzione.
Per rieducare veramente i detenuti - Silvia Ferretto- come ho
proposto nel mio progetto di legge, gli si deve dare la possibilità di
rendersi utili lavorando. Un
reale reinserimento nella società infatti non può prescindere dalla
dimostrazione della volontà del singolo di voler risarcire, almeno in
parte, la collettività per i reati commessi e di voler contribuire al
proprio mantenimento.
Milano, 04 febbraio 2003