Dopo
la mozione in Regione, una petizione popolare per dare voce alle centinaia
di cittadini che hanno chiesto di poter sostenere l'iniziativa.
Ho ricevuto, un po' da tutta
Italia - esordisce Silvia Ferretto, Consigliere Regionale di AN - centinaia
di telefonate ed e-mail di cittadini che mi hanno dichiarato il loro
sostegno e chiesto di poter aderire alla mia iniziativa.
Decine di persone hanno chiesto di poter raccogliere personalmente le
firme.
E' per questo che ho deciso di dare vita, come
Presidente del Circolo di AN "Italia
Sicura per la Tutela di Abele" ad una capillare raccolta di firme per
chiedere lo scioglimento del partito islamico fondato da Adel Smith e di non
concedere il contributo dell'8 x mille
La petizione può essere o
scaricata da Internet sul sito www.ferretto.it
o richiesto direttamente al mio ufficio, al n. 02/67486219.
Già da domani inoltre, Piazza San Babila a Milano
sarà possibile firmare ai nostri banchetti dalle ore 16.00 alle ore 19.30.
Sabato pomeriggio invece, sempre alla stessa ora, il banchetto sarà in
Piazza Lima.
E' evidente - continua Silvia
Ferretto - che la preoccupazione ed il timore per il fondamentalismo e il
fanatismo islamico sono molto diffusi e se la nostra risposta all'11
settembre è la concessione dell'8
x mille alle associazioni
islamiche allora credo che si tratti non solo di una follia ma anche di un
segnale fortemente equivoco.
Concedere oggi ai musulmani la
possibilità di usufruire dei contributi dell'8 x mille è assolutamente
prematuro e pericoloso, almeno fino a quando non ci saranno sufficienti
garanzie che, come hanno dichiarato anche alcune associazioni islamiche,
questi soldi non rischino di andare a finanziare anche la jihad (guerra
santa) così come le mutilazioni sessuali eseguite clandestinamente in
Italia o la stampa di pubblicazioni di insulti e bestemmie contro la
religione cattolica ed il Santo Padre.
Mi sembra inoltre molto difficile
- conclude l'esponente regionale di AN - che lo Stato italiano possa
riuscire a stipulare un'intesa con i musulmani dato che, fino ad ora,
nemmeno i musulmani stessi hanno mai trovato un accordo fra di loro. E'
evidente che mancando un unico riferimento ed autorità da tutti loro
riconosciuta, il rischio è che vengano da tutti pretesi i diritti ma che,
allo stesso tempo, non tutti si sentano in obbligo anche di rispettare i
doveri che ne conseguono. Primo fra tutti il rispetto di tutte le leggi
italiane e di tutte le religioni.
Ci
tengo ancora una volta a sottolineare che la libertà di culto NON è in
discussione.
Si tratta solo di impedire che i diritti civili, politici e religiosi
sanciti dalla nostra Costituzione possano essere impunemente calpestati.
Milano, 06 giugno 2002