ANORESSIA
UNA LEGGE
PER PREVENIRE,
DIAGNOSTICARE E CURARE
Presentato
un Progetto di Legge regionale sui Disturbi del Comportamento Alimentare -
patologie che usano corpo e cibo per manifestare un disagio della mente
- che sono ormai una realtà sempre più diffusa e dilagante e
costituiscono una grave epidemia sociale con pesanti risvolti anche in
ambito sanitario
Silvia Ferretto Clementi (AN)
- Presidente della Commissione Cultura e Giovani della Regione Lombardia
- è prima firmataria di un Progetto di Legge presentato oggi insieme a Elisabetta
Fatuzzo (Partito Pensionati), Sveva
Dalmasso (Per la Lombardia), Antonella Maiolo (FI) e Erica
Rivolta (Lega), sui Disturbi del Comportamento Alimentare (anoressia e
bulimia).
Nonostante
la diffusione crescente delle patologie legate a Disturbi del
Comportamento Alimentare e il loro pesante impatto sociale -
esordiscono Silvia Ferretto e le altre Consigliere della Casa delle
Libertà- a livello istituzionale il problema non viene affrontato. Per
questo abbiamo ritenuto necessario tentare di colmare questo vuoto
presentando un progetto di legge che preveda il supporto della Regione nel
prevenire, diagnosticare e curare queste patologie, troppo spesso
sottovalutate o affrontate nella maniera sbagliata.
Si
tratta - continuano Ferretto,
Fatuzzo, Dalmasso, Maiolo e Rivolta
di un fenomeno in costante crescita, soprattutto a causa dei nuovi modelli
proposti dai mass media e presi a riferimento, soprattutto dai più
giovani.
Una
volta la bellezza coincideva con la salute. Oggi invece il concetto di
bellezza si confonde troppo spesso con quello di malattia esasperando il
mito della magrezza e vivendo il soprappeso come colpa e fattore di
emarginazione sociale.
Siamo
di fronte - concludono le Consigliere della Casa delle Libertà - ad
una vera e propria emergenza sociale e sanitaria che è indispensabile
affrontare con il supporto delle istituzioni.
Per
questo riteniamo fondamentale realizzare campagne di comunicazione mirate,
con messaggi pubblicitari e notiziari periodici rivolti ai giovani e alle
famiglie, al fine di prevenire, ove possibile, la patologia e
sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema.
Altrettanto
importante naturalmente la realizzazione di una rete di servizi e di
assistenza socio-sanitaria in grado di aiutare i soggetti già
"malati" e le loro famiglie tramite una corretta e tempestiva diagnosi
della patologia e l'attivazione di percorsi di cura multidisciplinari.