LOMBARDIA:
IL RISCHIO E' IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

40% dei COMUNI LOMBARDI A RISCHIO

Mozione Ferretto: maggiori investimenti nella prevenzione, no  al condono edilizio, relazione degli Assessori regionali sulla situazione lombarda  

L'Italia non è un'area solo ad elevato rischio sismico. La nostra Nazione è anche troppo spesso teatro di disastri che si verificano come conseguenza di fenomeni di dissesto idrogeologico - esordisce Silvia Ferretto Clementi, responsabile regionale per le politiche ambientali di AN. Frane e alluvioni colpiscono l'Italia dal Nord al Sud causando perdite di vite umane e ingentissimi danni economici.  E' necessario rendersi conto del fatto che - prosegue Silvia Ferretto - buona parte delle responsabilità di questi eventi catastrofici è da attribuirsi all'uomo, che con le sue azioni scellerate ha contribuito e contribuisce a snaturare l'ambiente e a rendere più vulnerabile il territorio.  Il disboscamento di  intere aree montane, le attività estrattive, la costruzione di dighe, la cementificazione degli alvei dei fiumi e non ultima l'assoluta irresponsabilità con cui si è costruito e lasciato costruire in zone a rischio, aggravando situazioni già di per sé potenzialmente pericolose sono solo un esempio.   Indispensabile dunque, intervenire quanto prima nelle numerose situazioni a rischio per prevenire le catastrofi. Un intervento preventivo consentirebbe, oltre alla tutela della vita di numerosissime persone, anche un consistente risparmio economico (le spese per i soccorsi e la ricostruzione triplicano i costi).

In Lombardia, dove il rischio sismico è minimo, la grande preoccupazione è il dissesto idro-geologico. Ben 687 comuni lombardi su 1546 sono stati infatti definiti a rischio idrogeologico o idraulico (dati dell'Autorità di Bacino del Po) e per la loro messa in sicurezza è stato stimato siano necessari 500 milioni di euro. I maggiori rischi nella nostra regione - continua il consigliere regionale di AN - sono legati a frane e smottamenti causati da violente, anche se brevi, precipitazioni e le province più soggette a eventi critici sono quelle di Bergamo, Brescia, Pavia e Sondrio.  Ogni anno il maltempo mette in ginocchio interi comuni, che ad ogni forte pioggia rischiano inondazioni e frane che nella migliore delle ipotesi provocano danni per centinaia di milioni di euro, nella peggiore decine e decine di vittime.

Per evitare il ripetersi di catastrofi naturali come quella accaduta nel 1987 in Valtellina e versare lacrime di coccodrillo è indispensabile investire sulla prevenzione a tutela del proprio territorio. Per questo ho presentato una mozione in Consiglio Regionale, con la quale si invita il Parlamento a rigettare ogni ipotesi di condono edilizio, a prevedere, nella finanziaria attualmente in discussione, lo stanziamento di una cifra congrua alla realizzazione di attività di difesa del suolo e ad effettuare controlli continui e puntuali sulla destinazione dei fondi affinché vengano gestiti con la massima trasparenza.  Nella mozione si invita anche la Giunta ad individuare all'interno del bilancio regionale i fondi necessari per realizzare al più presto gli interventi di messa in sicurezza nelle zone più a rischio e gli Assessori regionali competenti a relazionare la commissione ambiente sullo situazione attuale con particolare riguardo alle soluzioni adottate, le opere finanziate e quelle da finanziare per mettere in sicurezza le centinaia di comuni a rischio.  

Milano, 04 novembre 2002