Accolta
la proposta di Silvia Ferretto, che in merito ha già presentato un Ordine
del Giorno, di indire un Consiglio
Regionale straordinario
Silvia Ferretto -
Presidente della Commissione Cultura e Lavoro della Regione Lombardia -
data la gravità e l'urgenza della situazione, aveva inoltrato lo scorso
17 ottobre richiesta formale al Presidente del Consiglio di indire un
Consiglio straordinario
Negli ultimi
15-20 anni la Fiat ha ricevuto dallo Stato, sotto varie forme e a vario
titolo, diverse migliaia di miliardi di lire - esordisce Silvia Ferretto.
A fronte di tutto questo denaro pubblico l'azienda torinese si è in ogni
occasione impegnata ad investire in nuovi stabilimenti e a tutelare
l'occupazione.
In merito all'Alfa, in
particolare, - continua l'esponente regionale di AN - è bene ricordare
che Prodi la vendette alla Fiat nel 1986 dietro assicurazione di quest'ultima
che avrebbe mantenuto l'identità
aziendale, valorizzato sul mercato il marchio Alfa e la maggior parte dei
suoi modelli, difeso le capacità tecniche e progettuali aziendali,
mantenuto la struttura produttiva basata sulla potenzialità dei due
stabilimenti di Arese e Pomigliano d'Arco e volumi d'investimento
adeguati agli obiettivi indicati.
La Fiat, pur
essendo entrata in possesso dell'Alfa già nel 1987, cominciò a pagarla
sono nel 1992 e a tutto oggi ancora non esiste certezza che il pagamento sia
stato effettuato nella sua interezza. Oltre
alla beffa economica dunque, vista la situazione attuale, mi sembra evidente
che la famiglia Agnelli non abbia alcuna intenzione di rispettare alcuno
degli impegni assunti.
Nell'Ordine
del Giorno che ho presentato oggi e che verrà discusso lunedì
prossimo in Consiglio - conclude Silvia Ferretto - si invita la Fiat a
rivedere il progetto di dismissione, rispettando tutti gli impegni assunti,
il Parlamento ad istituire una commissione d'inchiesta sulla gestione di
tutti i contributi e agevolazioni concesse dal Governo italiano al gruppo
Fiat e la giunta regionale a svolgere anch'essa un'indagine sulla
questione e in particolare sugli accordi stipulati dalla Regione con
l'azienda torinese, valutando l'utilità della realizzazione ed il
mantenimento del Consorzio C.R.A.A. (Consorzio per la Reindustrializzazione
dell'Area di Arese) rivelatosi, oltre che un ingente costo per le casse
pubbiche, totalmente inefficace nel tutelare sviluppo industriale e
occupazione, obiettivi per i quali era stato costituito.
In un momento in cui, data
la persistente crisi economica, si continuano a chiedere sacrifici ai
cittadini, credo che sia dovere dello Stato indagare su quello che a tutti
gli effetti sembra essere stato il più vergognoso sperpero di denaro
pubblico di tutti i tempi.
Milano, 25 ottobre 2002